RECOVERY FUND

Pileri: “Italtel cruciale per il rilancio del Paese”

L’Ad dell’azienda in occasione della visita del ministro Boccia allo stabilimento di Carini: “Possiamo accelerare il processo di digitalizzazione. Dalle risorse europee spinta decisiva”

Pubblicato il 28 Set 2020

pileri

Il governo guarda con attenzione alla crisi Italtel. Dopo l’annuncio del ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, circa l’intenzione di utilizzare i fondi del Recovery Fund per sostenere le Tlc, oggi è stata la volta del ministro per gli Affari regionali, Francesco Boccia, che è andato in visita al comprensorio Italtel di Carini (Palermo).

L’amministratore delegato di Italtel, Stefano Pileri, collegato in video conferenza da Milano, ha dato il benvenuto al ministro e ha ricordato il ruolo storico ricoperto da Italtel in Sicilia sin dal 1975, con la nascita dell’insediamento industriale che ancora oggi ospita una parte delle attività di ricerca e sviluppo dell’azienda.

“Anche grazie alle attività di ricerca condotte a Carini, Italtel ha portato la propria tecnologia in tanti progetti di reti di telecomunicazioni di ampio respiro a livello internazionale maturando competenze di prim’ordine – ha Pileri – E’ in virtù di queste competenze che crediamo che Italtel possa contribuire in modo determinante al percorso di digitalizzazione del nostro Paese. Attraverso le risorse del Recovery Fund, l’Italia ha l’opportunità di imprimere una spinta decisiva all’evoluzione in senso digitale dei processi industriali, logistici, amministrativi e delle infrastrutture strategiche. Le nostre esperienze, in particolare nello sviluppo della Banda Ultra Larga e nel 5G, sono una risorsa preziosa per il Paese.”

Il comprensorio Italtel di Carini, intitolato a Marisa Bellisario, ospita attualmente anche diverse altre realtà industriali attive nell’ambito dell’Information & Communication Technology.

La strategia del governo per salvare Italtel

Interrogato al question time alla Camera sulla continuità produttiva e la salvaguardare dei livelli occupazionali dell’azienda, il ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, ha spiegato che “la forte volontà del governo di inserire nei progetti che avranno il percorso europeo di Next Generation Eu quelli relativi alla digitalizzazione del Paese è la massima garanzia per chi come Italtel opera nella progettazione di telecomunicazioni”.

“Nei prossimi anni non ci sarà una crisi di mercato nelle Tlc e Italtel ha le capacità per stare in quel mercato e cogliere a piene mani le opportunità che il percorso di digitalizzazione del Paese darà agli operatori del settore”, ha evidenziato.

La crisi di Italtel

La storica azienda di Tlc italiana, controllata da Exprivia (81%) e partecipata da Cisco (19%), sta combattendo contro una crisi determinata, in particolar modo, dalla riduzione del volume delle commesse Tim e un rallentamento delle attività per Open Fiber.

Per rilancio il cda di Italtel ha accettato l’offerta di Psc Partecipazioni che ora dovrà lavorare per trovare un accordo con i creditori, ma anche con Exprivia e Cisco nonché elaborare la strategia di rilancio. La quadra va trovata entro il 7 novembre, quando il piano industriale dovrà essere presentato in tribunale per l’omologa. Se l’operazione dovesse andare a buon fine, il controllo di Italtel passerebbe nelle mani di Psc.

Psc è controllata direttamente ed indirettamente – tramite la holding Psc Partecipazioni – dalla famiglia Pesce, di cui il capostipite Emidio Pesce, padre di Umberto, Angelo e Annalisa, ne è stato il fondatore.

Nel 2014 Simest – società controllata da Cassa depositi e prestiti, l’Istituto Nazionale di Promozione controllato dal Ministero dell’Economia e delle Finanze e partecipato da oltre 60 Fondazioni bancarie – ha acquisito una quota del capitale sociale di Psc incrementando la propria partecipazione nel 2016 attraverso un ulteriore aumento di capitale riservato. Ad oggi detiene il 9,64%.

Nel 2018 Fincantieri  controllata per il 71,6% da Fintecna, finanziaria del Ministero dell’Economia e delle Finanze, ha acquisito una quota del 10% del capitale sociale del Gruppo Psc mediante un aumento di capitale riservato.

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