VIVENDI-TELEFONICA

Scott Jovane (Rcs): “Contenuti essenziali per le telco, il caso Gvt lo dimostra”

Parla il manager alla guida della società editoriale: “Si stanno mettendo insieme piattaforme integrate pensando soprattutto agli utenti”

Pubblicato il 05 Set 2014

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La vicenda Gvt, l’asset brasiliano di Vivendi finito al centro del derby tra Telecom e Telefonica, dimostra “che i contenuti rappresentano un elemento discriminante e positivo per le strategie dei grandi operatori di telefonia: si stanno mettendo insieme piattaforme di tlc e contenuti pensando agli utenti e questo è un tema importante”. E’ quanto ha affermato, durante una pausa dei lavori del Forum Ambrosetti, l’ad di Rcs Pietro Scott Jovane.

Lo scorso 28 agosto Vivendi ha scelto di trattare in esclusiva con Telefonica per la cessione della propria controllata brasiliana Gvt.

La compagnia guidata da César Alierta ha offerto 7,45 miliardi con una parte in contanti di 4,66. Telefonica ha aggiunto il conferimento a Vivendi del 12% del capitale di Telefonica Brasil (che a quel punto comprenderebbe Gvt), un terzo del quale può essere scambiato, a discrezione di Vivendi, del 5,7% di azioni Telecom che darebbe l’8,3% dei diritti di voto che gli spagnoli tengono nella compagnia italiana.

Vivendi probabilmente utilizzerà l’opzione di essere pagata da Telefonica per la controllata brasiliana Gvt in parte con azioni Telecom Italia. Telecom Italia aveva invece messo sul piatto per Gvt sul piatto 7 miliardi di euro. Il piano disegnato dall’Ad Marco Patuano per prevedeva l’integrazione e la valorizzazione di 7 miliardi, coperte in tre fasi. L’operazione – spiegava un anota – “è articolata in tre fasi inscindibili: l’iniziale acquisizione per cassa da parte di Tim di una partecipazione di minoranza in Gvt; la fusione per incorporazione di Gvt in Tim; l’ingresso di Vivendi nel capitale sociale di Telecom Italia tramite sottoscrizione di un aumento di capitale a essa riservato. Come corrispettivo della sottoscrizione, Vivendi conferirebbe a Telecom Italia una quota della partecipazione detenuta in Tim a seguito dell’integrazione con Gvt e cassa”.

Al termine dell’operazione, a Vivendi sarebbe stato riservato il 15% di Tim post-fusione (il 60% sarà controllato da Telecom, il resto sul mercato) e il 20% circa di Telecom Italia. “L’offerta complessiva risulta pertanto composta per il 24% circa di cassa e per il 76% circa di azioni, offrendo a Vivendi un importante potenziale upside di valore”, aggiunge vaTelecom nella nota.

Sul fronte governance, Patuano offriva due posti a Vivendi nei cda delle due compagnie nelle quali entreranno i francesi, mentre per la società italiana non è previsto il ricorso al mercato per finanziare l’operazione.

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