SCENARI

Sorpresa smartphone, frena la decrescita del mercato. Samsung resta regina, avanza Huawei

La contrazione delle vendite (-3%) è la meno marcata da oltre un anno: l’outlook è positivo, secondo Strategy Analytics. Crescono sia Samsung che Huawei, per ora la trade war non pesa. Apple perde terreno ma resta terza. Gli altri big sono le cinesi Xiaomi e Oppo

Pubblicato il 02 Ago 2019

Patrizia Licata

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Il mercato degli smartphone non smette di sorprendere: nel secondo trimestre del 2019 il calo delle vendite (-3%) si è mantenuto al livello più basso da un anno segnalando una fase di “stabilizzazione” grazie a grandi mercati che tornano a crescere, tra cui la Cina. I dati elaborati da Strategy Analytics mostrano una classifica dei vendor invariata, con Samsung che aumenta i volumi distribuiti e mantiene il 22% di share e con un risultato ancora più “soprendente” per Huawei, seconda al 17%. In flessione ma sempre terza in classifica Apple con una quota di mercato dell’11%. Le proiezioni sulle vendite elaborate da Strategy Analytics sono in linea con le indicazioni arrivate dalle trimestrali appena rilasciate da tutti e tre i produttori.

Le vendite di smartphone del secondo trimestre 2019 si sono attestate a 341 milioni di unità, contro i 350,4 milioni di smartphone distribuiti nel secondo trimestre 2018. “Ancora una flessione su base annuale, ma il declino è meno marcato; questa è la migliore prestazione del segmento in oltre un anno“, ha sottolineato Linda Sui, director di Strategy Analytics. “Le vendite globali di smartphone stanno mostrando ulteriori segnali di stabilizzazione. L’outlook per la seconda metà dell’anno sta migliorando”.

Samsung, come ha mostrato la trimestrale diffusa ieri, continua a perdere utili nella divisione mobile, perché i modelli di punta vendono meno e tirano quelli di fascia medio-bassa. Ma a livello di volumi l’azienda sud-coreana mette a segno un risultato positivo: +7% anno su anno, con 76,3 milioni di smartphone distribuiti nel secondo trimestre 2019 (71,5 milioni nel secondo trimestre 2018). Il risultato fa crescere il market share di Samsung al 22% contro il 20% di un anno fa. Il problema del vendor coreano, come sottolinea Neil Mawston, executive director di Strategy Analytics, sono i margini di profitto, colpiti dalla concorrenza e dalla feroce guerra dei prezzi.

Le vendite globali di smartphone di Huawei sono cresciute dell’8% anno su anno a 58,7 milioni di unità (54,2 milioni l’anno prima), anche qui portando su il market share (al 17% dal 15% del secondo trimestre 2018). La prestazione di Huawei, spiega Mawston, si lega all’andamento in Cina che le permette di arginare i problemi in Nord America e possibili difficoltà all’orizzonte in Europa occidentale, pur rendendola dipendente dal mercato domestico.

Quanto ad Apple, come noto l’azienda americana non comunica più nelle sue trimestrali i dati scorporati sui diversi device venduti. Ma Cupertino ha svelato nel report finanziario del periodo aprile-giugno che il fatturato degli iPhone è sceso del 12%; secondo Strategy Analytics, la Mela ha venduto l’8% di smartphone in meno anno su anno, perdendo un punto percentuale di market share. “È la prestazione peggiore tra i cinque maggiori vendor di smartphone“, sottolinea Woody Oh, director di Strategy Analytics. “Apple si sta stabilizzando in Cina grazie a aggiustamenti di prezzo e promozioni, ma altri mercati importanti come India e Europa restano difficili: l’iPhone è costoso”.

Gli altri big del mercato sono cinesi: Xiaomi e Oppo. La prima è quarta per volumi di vendite con un market share del 9,4% (9,1% un anno prima). Xiaomi è forte in India, ma non riesce a competere con Huawei in Cina, sottolinea Strategy Analytics. Oppo è quinta con uno share globale dell’8,7% (8,6% un anno prima), ma anche in questo caso non riesce a tenere testa alla competizione con Huawei sul mercato domestico. Per questo preme aggressivamente verso l’Europa occidentale, cercando di espandersi grazie a nuovi modelli come il Reno 5G, che nei giorni scorsi ha fatto il suo debutto anche in Italia insieme a Tim.

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