Telecom Italia: assemblea “infiammata”

A Rozzano l’assise della compagnia: presente il 50,57% degli azionisti. Dopo cinque ore di discusssione ancora non si è votato sul primo punto all’odg: la revoca del cda proposta da Findim. L’Ad Patuano: “Basta polemiche, ora guardare al futuro”. Marco Fossati: “La conferma dei consiglieri segno della morsa di Telefonica sulla società”. Scontro Minucci-Asati

Pubblicato il 20 Dic 2013

F.Me.

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Dopo cinque ore l’assemblea di Telecom Italia, chiamata a votare la revoca dell’attuale consiglio di amministrazione, non ha ancora deliberato. “Colpa” della lunga discussione che ha visto avvicendarsi gli interventi di top manager e azionisti. L’assemblea è stata aperta dall’Ad Marco Patuano. “Quello che è certo è che oggi stiamo assistendo ad uno straordinario esempio di democrazia societaria per tutta la finanza italiana ed europea – ha detto – E’ giunto il momento di superare le polemiche e le dietrologie e di tornare a focalizzarci sul futuro del nostro gruppo”.

Riguardo la sostenibilità del debito di Telecom Italia l’Ad ha assicurato che è “ampiamente garantita”. “L’azienda – ha detto Patuano – può contare a fine settembre 2013 su oltre 13 miliardi di euro, tra liquidità e linee di credito; un importo che ci garantisce una copertura delle quote del debito in scadenza di oltre 3 anni”.

“L’aggiunta di ulteriori 4 miliardi di liquidità porterà la copertura delle scadenze finanziarie a oltre 4 anni. Queste cifre testimoniano come risulti ampiamente garantita la sostenibilità del debito nonostante il giudizio espresso dalle agenzie di rating, Moody’s e più recentemente Standard and Poor’s che hanno abbassato il giudizio sul cosiddetto merito di credito della società”.

Telecom con il nuovo piano industriale ”mette al centro gli investimenti senza dimenticare la riduzione del debito”, ribadisce l’Ad ricordando i punti cardine delle strategie che, sottolinea, sono state accolte con favore dal mercato al punto da mettere in secondo piano il downgrade delle agenzie di rating. ”Presenta un radicale cambio di prospettiva – ha spiegato – giacché si basa su una visione industriale fondata sugli investimenti e l’innovazione alla quale è ricondotta la visione finanziaria. E non viceversa come è accaduto in passato”.

Circa la richiesta di revoca avanzata da Findim, “il cda non va revocato”. “Telecom Italia – ha aggiunto – ha sempre operato nel pieno rispetto dei principi e delle regole che presidiano la corretta gestione della società stessa”. Secondo l’Ad “il socio si è limitato ad asserire, senza provare, l’eterodirezione di Telefonica verso il consiglio di Telecom Italia, secondo un teorema indimostrato che colpisce indifferentemente tutti, con la sola eccezione del professor Luigi Zingales“.

Per tutta risposta Marco Fossati ha evidenziato che se l’assemblea dovesse votare contro la revoca dell’attuale cda, sarebbe evidente che “la morsa del controllo” di Telefonica su Telecom “è serrata”. “Di questa circostanza – ha detto – è necessario prendere atto e la tutela dell’interesse sociale dovrà essere promossa con modalità diverse dal voto assembleare”. Fossati ha messo in guardia anche contro l’astensione che “avrebbe effetti come voto contrario”.

“La presidenza – ha concluso Fossati – deve valutare con grande attenzione la posizione di voto di Telco e dei grandi azionisti, prima di ammetterli al voto affinchè la delibera non sia affetta da rischi di legittimità”.

Con l’ingresso di Telco in Telecom l’azienda è stata sempre gestita con “strategie incerte e più volte modificate”. Il titolo ha perso “il 70% del suo valore” e sono state compiute “operazioni discutibili”, ha detto il finanziere. Proprio Fossati ha chiesto l’assemblea di oggi dopo il rafforzamento degli spagnoli di Telefonica in Telco che ha il 22,4% del capitale Telecom. “Da quando nel 2007 ha fatto ingresso Telco divendone azionista di maggioranza, ha designato la maggioranza degli amministratori”. Con Telco ci sono state “strategie incerte più volte modificate per seguire una strategia di sviluppo”.

Lo scontro tra Patuano e Fossati è proseguito anche sul Brasile. L’Ad ha infatti ribadito la strategicità di Tim Brasil. “Spero che tra Natale, Capodanno e l’Epifania non arrivi un’offerta che non si può rifiutare (sul Brasile, ndr) – ha auspicato Fossati – Io sono molto attento, ho mezza famiglia brasiliana, vigilo”.

“Patuano ha detto più volte che il Brasile non è in vendita ma se ci fosse un’opportunità per ridurre il debito” la cessione potrebbe essere valutata, ha detto Fossati.

Immediata la replica di Patuano: “non ho detto per abbattere il debito, ho detto un’opportunità a un prezzo tale per cui valga la pena di rifletterci”. “Ho sentito nei commenti che l’Argentina è un paese difficile, capisco che Argentina e Brasile siano paesi ciclici e molo difficili, ma e’ anche vero che lo stesso vale per Telefonica. Se c’è una difficoltà va considerata per tutti”.

All’apertura dei lavori, sono presenti azionisti rappresentativi del 50,57% del capitale sociale, ma il dato dovrebbe aumentare perché le registrazioni sono ancora in corso.

Il fondo americano Blackrock è presente all’assemblea di Telecom con una quota del 5,15% del capitale. Si tratta di una partecipazione inferiore sia a quella controllata (7,78%), sia a quella che era stata registrata per l’assemblea, pari al 5,94% del capitale.

Tra i 10 principali azionisti risultano Dodge and Cox international stock fund con il 2,7681%, Government of Norway con l’1,91% presente in assemblea, Ontario teachers pension plan board 1,38%, Gmo International Intrinsic Value Fund 1,20%, Canada Pension plan investment board 1,05%, Jericho capital master fund con l’1% e Stichting depositary apg developed. Telco ha un peso del 41,2611% in assemblea con azioni pari al 22,38% del capitale Telecom. Subito dopo Fossati con un peso in assemblea del 9,2236%, per un capitale Telecom del 5,0043%.

Durante l’incontro si è consumator un breve scontro tra Asati e Aldo Minucci. Franco Lombardi, presidente dell’Asati,associazione dei piccoli azionisti Telecom, annuncia il ritiro della sua candidatura dalla lista Findim “per un vizio tecnico” e chiede ad Aldo Minucci, presidente ad interim di Telecom, di lasciare la sua carica “perché in quota Generali e in conflitto di interessi”. “Lei – ha detto – non è la persona più indicata a dirigere questa assemblea”. Minucci ha risposto di “essere qui per obbligo statuario per cui sono facente funzione rispetto a questi obblighi” aggiungendo di non essere “in conflitto di interessi” in quanto “non ho più -ha spiegato – un rapporto di lavoro dipendente con Assicurazioni Generali dalla fine del dicembre 2011”.

Asati ha poi chiesto che sia convocata una prossima assemblea per cambiare lo statuto e variare così la regola dei quattro quinti, ovvero la possibilità data alla lista di maggioranza di avere in Cda i quattro quinti dei posti disponibili. L’associazione chiede da sempre che la rappresentanza dei consiglieri in Cda sia correlata al peso in assemblea.

Marco Fossati è presente in assemblea e si è iscritto a parlare.

Intanto davabti la sede i sindacati hanno organizzato un presidio. Lee sigle sindacali vogliono “garanzie sul futuro industriale del gruppo Telecom e sulle prospettive occupazionali” dell’azienda e chiedono al governo di convocare “un tavolo di confronto con Telefonica e le parti sociali”. In merito al dibattito politico, i sindacati chiedono “al governo di modificare l’attuale legge sull’opa sulla base dell’ordine del giorno Mucchetti-Matteoli“. “Se tutto ciò non avverrà siamo pronti alla mobilitazione generale di tutti i lavoratori del gruppo”, concludono.

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