LA RISPOSTA ALLA CONSOB

Telecom Italia: “Brasile strategico, infondate voci su vendita”

La società risponde alle richieste di chiarimento avanzate dalla Consob: “Non ci sono contatti in corso con potenziali acquirenti”. Telecom Argentina: “Non è operazione con parti correlate”. Convertendo: “Bond offerto in modo indifferenziato, Blackrock qualificato”

Pubblicato il 02 Dic 2013

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Nessuna trattativa per la cessione di Tim Brasil che resta strategica. E’ quanto chiarisce Telecom Italia in una nota, diffusa su richiesta della Consob. La società guidata da Marco Patuano smentisce “che siano in corso contatti con potenziali acquirenti” per Tim Brasil, “che se ne persegua la dismissione o la combinazione con altri operatori, che siano pervenute offerte d’acquisto, sia pure unsolicited”. La controllata e il mercato brasiliano, secondo la società, restano strategiche.

“In Brasile”, prosegue ancora la nota, “i Gruppi Telecom Italia e Telefonica continuano a essere concorrenti e parti di un confronto leale, nel rigoroso rispetto delle discipline locali con particolare riferimento, per Telecom Italia, alla Nuova Procedura per il rispetto dell’accordo del 28 aprile 2010 con il Conselho Administrativo de Defesa Economica“.

I “rumors di presunti progetti di deconsolidamento e/o valorizzazione totale o parziale dell’asset brasiliano descritti e ripresi da giornalisti, commentatori e analisti sono illazioni destituite di fondamento”.

In riferimento al provvedimento del “Conselho Administrativo de Defesa Economica brasiliano” e ai problemi antitrust Telefonica potrebbe rivedere i precedenti accordi. Il Cade ha verificato che l’operazione di riassetto di Telco fosse in linea con gli impegni presi da Telefonica nel 2010 e ha proposto “l’applicazione a Telefonica di una sanzione pecuniaria; l’analisi della possibilità di una revisione dell’autorizzazione della cosiddetta operazione Telco a suo tempo concessa, ferma la possibilità dell’imposizione a Telefonica dell’obbligo di alienazione immediata delle nuove azioni Telco, accompagnata dal divieto di acquisire qualsiasi quantità e categoria di azione nel capitale sociale di Telco S.p.A. o di qualunque impresa del gruppo Telecom Italia che operi direttamente o indirettamente in Brasile”.

La società precisa che “la proposta di sanzione non è di ostacolo alla revisione dell’autorizzazione a suo tempo concessa, né all’adozione delle misure nei confronti di Telefonica Sa. Il Superintendente Geral ha approvato la proposta, che sarà quindi oggetto di esame in seduta plenaria dell’autorità, secondo una tempistica a oggi non nota. La società si astiene dal commentare un procedimento amministrativo ancora nelle sue fasi iniziali, di cui è oggetto piuttosto che parte attiva e che peraltro sta monitorando con attenzione, in coerenza con le raccomandazioni altresì del Comitato per il controllo e i rischi”.

Nella lunga nota diffusa questa mattina, prima dell’apertura dei mercati, Telecom Italia ritiene che il prestito obbligazionario lanciato e collocato da Telecom Italia Finance Sa, garantito dalla stessa società italiana, è un’operazione strutturata “come prestito offerto in maniera indifferenziata agli investitori qualificati, con espressa indicazione che agli investitori qualificati che fossero già soci e che ne avessero fatta richiesta le banche incaricate del collocamento potessero concedere in sede esecutiva un trattamento prioritario nel processo di allocazione delle obbligazioni”.

Inoltre “l’applicazione del trattamento prioritario nel processo di allocazione è stata richiesta da un totale di tre sottoscrittori e il trattamento è consistito in una priorità, per l’azionista che si dichiarasse tale, nell’allocazione dell’ordine rispetto agli ordini di investitori non azionisti: le banche incaricate hanno assegnato all’investitore azionista un ammontare di titoli esattamente in linea con la sua richiesta. A chiedere questo trattamento in relazione a un ordine di 103 milioni di euro è stata anche Telefonica Sa”.

Per quanto riguarda poi le motivazioni, richieste sempre dalla Consob, per le quali ad alcuni investitori qualificati statunitensi è stato concesso di sottoscrivere il prestito (il riferimento è a BlackRock, che ha investito 200 milioni di euro nella sottoscrizione del prestito, risultando il primo tra i suoi sottoscrittori, per una quota pari al 15,38% del totale), la società spiega che “in sede di bookbuilding, l’asset manager ha manifestato alle banche incaricate del collocamento il proprio interesse a sottoscrivere i titoli emessi da Telecom Italia Finance Sa utilizzando una entity collocata negli Usa, con quello che è risultato il maggiore tra gli ordini raccolti”. Inoltre “date l’elevata qualità dell’investitore e la circostanza che esso si è reso disponibile ad acquistare i titoli nonostante l’assenza di un’offerta registrata negli Usa, in base a ovvie considerazioni di opportunità e convenienza è stato permesso singolarmente a BlackRock di accedere all’allocazione finale”.

Il contributo del bond “al rafforzamento patrimoniale del gruppo si realizzerà al momento della conversione in azioni della società, fisiologicamente a scadenza (novembre 2016)”.

Infine in merito alla vendita di Telecom Argentina, la società di tlc precisa che l’operazione non si qualifica “come operazione con parte correlata, per mancanza del presupposto di fatto della correlazione con Telecom Italia delle controparti contrattuali”. L’autorità chiede anche specifica disclosure in ordine al coinvolgimento nella vicenda di parti correlate, con specifico riferimento a Telefonica Sa e a Generali Ass.. A tal proposito la società precisa che “il Cda dell’11 novembre scorso ha convenuto che la fattispecie non fosse connotata dalle caratteristiche proprie delle operazioni con parti correlate; e che, anche alla luce della disclosure integrativa effettuata dal Consigliere Galateri in merito all’interesse nell’operazione di Assicurazioni Generali, la cessione fosse conveniente per Telecom Italia”.

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