LA TRATTATIVA

Telecom Italia, nuovo round con i sindacati l’11 marzo

Sul tavolo il piano di riorganizzazione delle customer operations che prevede 2.750 esuberi nel biennio 2014-2015. Preoccupazione su contratti di solidarietà e societarizzazione da parte della Fistel-Cisl e Uilcom-Uil

Pubblicato il 06 Mar 2013

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Fissato per l’11 marzo un nuovo incontro tra sindacati delle Tlc e Telecom Italia sul piano di riorganizzazione e di taglio dei costi, presentato nei giorni scorsi dall’azienda alle sigle sindacali. Il progetto messo a punto dall’azienda prevede 2.750 esuberi nel biennio 2014-2015 e la societarizzazione della divisione customer operation, che comprende i servizi di call center alla clientela. Intanto domani si terrà il cda di Telecom Italia, sul tavolo i dati di bilancio e il piano industriale del prossimo biennio.

Telecom Italia intende gestire gli esuberi ricorrendo, con l’accordo dei sindacati, principalmente ai contratti di solidarietà. La Fistel Cisl, spiega Giorgio Serao della segreteria nazionale, teme che “al termine del biennio gestito con i contratti di solidarietà, si ci trovi davanti a molti più esuberi”. Inoltre i sindacati sono contrari alla societarizzazione della customer operation: l’azienda “ritiri il progetto di creare una società dei customer”, ha detto Salvo Ugliarolo, segretario nazionale della Uilcom Uil.

Telecom Italia punta a riorganizzare i call center. Nell’ambito della trattative più ampie per la firma del contratto azienda, l’operatore ha presentato ai sindacati un piano di riorganizzazione per il biennio 2013-2014. Il piano prevede la riorganizzazione dell’area della Caring Services (Customer Operations) con la trasformazione dell’attuale divisione in una società del Gruppo ed è finalizzato all’efficientamento, al recupero di produttività e alla riduzione dei costi complessivi di struttura.

Telecom Italia intende agire sulla razionalizzazione delle sedi, modifica dell’organizzazione del lavoro e efficientamento produttivo. Le attuali sedi di Caring sono 125 sparse sul territorio nazionale in 81 città; a fine piano la struttura dovrebbe essere presente in 27 città e in 31 immobili. Il piano si articolerà nel 2013 con l’accorpamento delle pluri-sedi nella maggiori città e nel 2014 con la chiusura di tutte le piccole sedi con meno di 50 dipendenti, con il ricorso al telelavoro. Inoltre si prevede un efficientamento produttivo anche sulla Rete e altre Società minori del Gruppo attraverso modifiche dell’organizzazione del lavoro e dei processi di razionalizzazione delle attività.

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