IL RIASSETTO

Telecom, rumor su aumento di capitale affondano il titolo

Le azioni chiudono a -6,41% a 0,672 euro. Pesano anche le indiscrezioni sul possibile stop ai dividendi. L’azienda: “Illazioni giornalistiche che non commentiamo”. Intanto parte la guerra delle deleghe tra Telefonica e Marco Fossati in vista dell’assemblea chiesta da Findim

Pubblicato il 25 Ott 2013

F.Me.

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Seduta in profondo rosso per Telecom Italia su indiscrezioni di stampa relative a un aumento di capitale da 2 miliardi e a un possibile azzeramento del dividendo per quest’anno. Il titolo ha lasciato sul terreno il 6,41% a 0,672 euro, dopo aver toccato oggi un minimo a 0,6535. Forti i volumi scambiati, pari al 2,8% del capitale.

A penalizzare l’azione, secondo gli esperti, sono le ipotesi di stampa sul fatto che tra le misure che Patuano potrebbe proporre vi sarebbe la rinuncia per quest’anno al dividendo e – come riporta Bloomberg – un aumento di capitale tra 1,5 e 2 miliardi di euro. Sul titolo non hanno dunque avuto effetti i commenti della stessa Telecom che in una nota precisa: “le odierne indiscrezioni di stampa circa presunte operazioni di aumento di capitale, dismissioni di asset, cambiamenti della politica di dividendo rappresentano illazioni giornalistiche che, in quanto tali, la società non è in condizioni di commentare. La società conferma invece che sono in corso le attività volte alla definizione del piano industriale del gruppo 2014-2016, che sarà presentato al Cda il prossimo 7 novembre”.

Secondo il Corriere della Sera Telecom Italia, per reperire i capitali per il nuovo piano industriale, avrebbe tra le ipotesi sul tavolo la rinuncia per quest’anno al dividendo che ammonta a circa 600 milioni di euro. Patuano, presenterà infatti al consiglio, le linee guida della nuova strategia: lo scorporo non sarebbe più nei piani, ma in cambio sul tavolo ci sarebbe un’accelerazione sull’equivalence of input.

“La debolezza di oggi è dovuta alle ipotesi di stampa sul fatto che una delle opzioni che il management avrebbe per ridurre il debito potrebbe essere il taglio del dividendo. Non si tratterebbe di una sorpresa e secondo le nostre stime ci sarebbe un risparmio di circa 450 mln euro sul 2013”, commenta un analista di una primaria casa d’affari.

Per un trader Telecom “paga le ipotesi di stampa in merito a una cancellazione del dividendo per quest’anno”. Nel caso di mancata cessione del Brasile e/o di aumento di capitale, nota Equita Sim, “sarebbe una mossa necessaria per affrontare il tema del deleverage troppo lento in relazione allo stock di debito ed al ritmo delle scadenze del debito stesso, oltre 3 miliardi annui. L`azzeramento del dividendo è possibile solo per le azioni ordinarie mentre per le azioni di risparmio il dividendo minimo garantito, in caso di utile, è di 2,75 centesimi. In caso di temporanea assenza di utili il dividendo è comunque cumulabile”.

“L`ipotesi dell`azzeramento del dividendo ordinario, con la garanzia del dividendo di risparmio, dovrebbe suggerire l`investimento nello spread risparmio/ordinarie, che ha raggiunto il 23% in pochi mesi. Pensiamo tuttavia che tale strategia sia da rimandare successivamente all`assemblea richiesta da Findim, probabilmente a metà dicembre, che sta alimentando un ragionevole appeal opportunistico per le azioni ordinarie”, spiegano gli analisti.

Intanto parte la guerra delle deleghe in vista dell’assemblea che dovrebbe tenersi a metà dicembre su richiesta di Findim per valutare la revoca degli amministratori espressi da Telco che, se passasse, farebbe decadere l’intero Consiglio.

Telefonica ha già ingaggiato Georgeson, società americana specializzata in proxy fight, la stessa che aveva affiancato Salini nella battaglia per Impregilo. Marco Fossati, invece, nelle prossime due settimane si muoverà tra New York e Londra, dove sta già incontrando i principali investitori per spiegare i motivi della sua iniziativa.

Sul fronte politico, la prossima settimana il premier Enrico Letta dovrebbe incontrare prima l’Ad di Telecom Marco Patuano, quindi il presidente di Telefonica, Cesar Alierta. Il Governo sarebbe diviso sulla riforma dell’Opa, proprio per via dei tempi di intervento dopo la mozione parlamentare, subito a ridosso dell’accordo tra i soci Telco perché gli spagnoli assumano il controllo.

Oggi a Bruxelles dove si trova per il vertice Ue, Letta ha fatto sapere che sull’affaire Telecom “la discussione è in corso fra parlamento, regolatori e governo. E’ bene che la discussione abbia il suo corso e approfondisca tutti i temi, dopo assumeremo decisioni”.

Sulle vicende Telecom è intervenuto oggi Tarak Ben Ammar, consigliere di TI. ”Franco Bernabè ha ereditato delle macerie di altri’ – ha detto – Non ha saputo tenere i soci italiani e spagnoli sulla stessa opinione e visione. E infatti, in modo elegante, non ha lottato, e ha detto arrivederci”. Senza dubbio, comunque, aggiunge Ben Ammar, ”c’è da rimpiangere” le partecipazioni statali in Italia. Rispondendo a Minoli a Mix 24 su Radio 24 che gli chiedeva se l’Italia sia un paese in vendita, il finanziere franco tunisino sottolinea: l’Italia ”è un paese senza guida. Un paese un po’ distratto e questa distrazione fa che troppa gente vi compra vostri asset”.

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