Telecom, Ugliarolo: “Ok piano 2016-2018, ma occhio alla tenuta occupazionale”

Il segretario generale della Uilcom a CorCom : “Finalmente una strategia che concilia investimenti e riduzione del debito. Ma serve prestare attenzione alle sorti delle aziende esternalizzate”

Pubblicato il 08 Mar 2016

“Da decenni Telecom Italia non faceva un piano di investimenti così corposo che, allo stesso tempo, presta attenzione anche alla riduzione del debito”. Salvo Ugliarolo, segretario generale delle Uilcom, spiega a CorCom perché “promuove” il piano 2016-2018 che l’Ad Patuano ha presentato ieri ai sindacati.

La strategia di Telecom vi è parsa convincente, dunque.

Il Piano 2016-2018 è molto interessante perché prevede importanti investimenti in Italia – parliamo di circa 12 miliardi di euro, di cui la metà destinata all’innovazione – e una forte accelerazione della digitalizzazione del Paese; elementi che pongono Telecom Italia inequivocabilmente leader del mercato italiano delle Ict. Da segnalare positivamente anche l’impegno per la riduzione dell’indebitamento. Complessivamente è un buon piano.

Nessun “però”?

È necessario intervenire con urgenza sul mondo delle esternalizzate, aziende che hanno preso in carico attività che Telecom non considerava più “core” e ha fatto uscire dal suo perimetro negli anni, con relativo passaggio dei lavoratori. Oggi quelle aziende, nelle quali lavorano ancora centinaia di ex colleghi Telecom in attività di servizio per il gruppo –manutenzione e affari generali, ad esempio – hanno forti problemi di tenuta economica ed occupazionale.

Il piano prevede un 10% di abbattimento costi. Non vi preoccupa che si possa realizzare tagliando posti di lavoro?

Da chiarire ancora quel 10 % di abbattimento dei costi, come verranno individuati e realizzati. Ovviamente auspichiamo che non li debbano pagare i lavoratori.

Il piano dà molta attenzione alla parte informatica. Ma sono anni che il gruppo sta valutando la cessione della divisione che occupa circa 4mila persone. Lei che idea si è fatto?

Dal piano si evince che i perimetri occupazionali rimarranno sostanzialmente invariati, ma comunque continueremo a prestare attenzione all’IT. Soprattutto al fatto che il settore resti all’interno del gruppo come asset fondamentale.

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