L'OPERAZIONE

Telefonica-Telecom, l’Antitrust brasiliano stringe i tempi

Il Cade potrebbe decidere già il 4 dicembre se sanzionare o meno la compagnia spagnola per violazione degli impegni pro-concorrenza. Al vaglio l’obbligo di vendita delle azioni acquisite in Telco e una multa da 6,5 milioni di dollari. Asati: “Intervenga il governo”

Pubblicato il 28 Nov 2013

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L’Antitrust brasiliano, il Cade, potrebbe decidere non più tardi di mercoledì 4 dicembre sui risultati dell’istruttoria avviata dopo la salita di Telefonica in Telco. Secondo il parere espresso a alla fine del procedimento non vincolante dell’antitrust brasiliano, Telefonica va multata per l’operazione che l’ha portata a rafforzare il controllo di Telecom Italia – pur mantenendo al momento invariati i diritti di voto – perché ha violato un accordo regolatorio che separa gli interessi delle due aziende in Brasile. Nello psecifico lo staff tecnico dell’ente regolatorio brasiliano chiede che il colosso spagnolo venda immediatamente le nuove azioni acquisite in Telco, la holding che detiene la quota di riferimento in Telecom. Il parere proibisce, inoltre, ulteriori acquisti di azioni Telcom previsti da Telefonica. La multa proposta è di 6,5 milioni di dollari (15 milioni di reais) e non sono esclusi interventi più severi.

L’accordo fra gli azionisti raggiunto lo scorso settembre prevede che Telefonica possa acquisire il controllo di Telco dal prossimo gennaio, ma un esponente della società telefonica ha precisato che l’azienda non intende esercitare l’opzione così presto a causa dei timori regolatori.

Le difficoltà che la compagnia spagnola sta incontrando in Brasile – secondo la stampa brasiliana – potrebbe accelerare un’eventuale offerta per Tim Brasil, che eliminerebbe il conflitto. Ma spezzatino di Tim Brasil renderebbe improponibile corrispondente corrispondere un premio che sarebbe disperso con la spartizione. Le stime non si spingevano olyre i 7 miliardi di euro.

“In realtà i tempi tecnici per una eventuale vendita delle attività mobili in Brasile sono lunghi – commenta Intermonte – In ogni caso una opposizione del Cade potrebbe mettere ulteriore pressione per risolvere il tema. Il management di Telecom ha però enfatizzato che una vendita per Tim Brasil deve massimizzare il valore e consentire al gruppo di intraprendere una nuova strategia di crescita”.

Sulla vicenda è intervenuto anche Franco Lombardi, presidente di Asati, l’associazione dei piccoli azionisti di Telecom Italia, che nel pomeriggio ha avuto un incontro col sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Patroni Griffi. Asati “invita senza indugio il Governo ad intervenire anche a livello diplomatico, come fanno i grandi Paesi, in Brasile affinché si tutelino gli interessi di Tim Brasil, di cui da informazioni della Reuters stessa risulterebbe che Telefonica stia cercando di convincere a vendere la partecipata Brasiliana di TI per tutelare solo i propri interessi e non danneggiare Vivo (TE)”.

Secondo Lombardi, “si tratta di uno scandalo che, con un CDA a maggioranza 4/5 di Telco i cui soci Italiani sono prigionieri di Telefonica (vedi chiamata della call), Tsi debba vendere Tim Brasil facendo così pagare un conto drammatico a TI per conflitti di interesse e decisioni delle autorità brasiliane scaricate dal palese predatore su TI stessa. Se esiste un Governo forte che agisca immediatamente anche a livello Internazionale per ridare dignità al Paese che agisca immediatamente”.

Telecom Italia rimane un investiment case difficile”, affermano gli esperti di Banca Akros, che notano come la situazione finanziaria sia ancora molto fragile. “Scenari di potenziali azioni corporate sono ampi ma i vincoli sembrano insormontabili in alcuni casi”, conclude la casa d’affari.

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