LAVORO

Tim, accordo su 2.200 uscite volontarie e 550 assunzioni. I sindacati: “Difesa l’occupazione”

L’intesa prevede l’applicazione del contratto di espansione per circa 27.000 addetti. Soddisfazione di Slc, Fistel e Uilcom che però ribadiscono il no al progetto di rete unica

Pubblicato il 29 Lug 2022

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E’ stato firmato ieri sera, dopo una due giorni di trattative, l’accordo tra Tim e i sindacati di categoria (Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil) che prevede 2.200 uscite volontarie nel biennio 2022-23 da accompagnare 5-6 anni prima alla pensione con l’utilizzo degli strumenti del contratto di espansione e dell’isopensione. Un altro centinaio di uscite volontarie, nelle more delle intese, sono previste nelle società collegate a Tim tipo Noovle e Olivetti.

Il dettaglio dell’accordo

L’intesa sottoscritta, che verrà illustrata nelle prossime ore alle lavoratrici e lavoratori, prevede l’applicazione del contratto di espansione per circa 27.000 addetti attuando una riduzione dell’orario di lavoro e contestualmente si apre la possibilità per circa 2.200 lavoratori di poter accedere volontariamente ai prepensionamenti traguardando un periodo massimo che va, a secondo delle categorie professionali, dai 5 ai 6 anni. Si proseguono altresì importanti percorsi formativi di riqualificazione e l’adeguamento ed arricchimento delle competenze accompagnati da un ricambio generazionale che prevede circa 550 assunzioni tra il 2022 ed il 2023.

Nell’arco di piano non possono essere usati altri ammortizzatori sociali.

Il commento dei sindacati

La Fistel Cisl, spiega Alessandro Faraoni, segretario generale del sindacato, “pur non condividendo il piano industriale di Tim che prevede la separazione della rete dai servizi è soddisfatta dall’esito della trattativa perché garantisce la continuità salariale e occupazionale in un’azienda che soffre della pesante contrazione di mercato e della bassa marginalità. La parte qualificante dell’accordo prevede poi un ciclo di formazione per i lavoratori in cde con l’obiettivo dell’adeguamento delle competenze e allo scopo di assumere giovani per il ricambio occupazionale”.

“Riteniamo – dichiara il Segretario Generale Uilcom Salvo Ugliarolo – che quanto sottoscritto rappresenti un giusto equilibrio tra la situazione in cui si trova Tim e la tutela delle lavoratrici e lavoratori seppur in un quadro complicatissimo nel quale certamente non viene superata la grave crisi economica ed industriale del gruppo ma si arriva ad una stabilità occupazionale per i prossimi mesi garantendo, con questo accordo, un percorso condiviso evitando fughe in avanti o peggio scelte unilaterali che avrebbero messo, in un momento così delicato, a rischio il personale di Tim, tenuto conto anche del fatto che l’attuale Governo svolgerà fino alle elezioni del prossimo 25 di settembre il mero disbrigo degli affari correnti”.

Questo “fermo restando la netta contrarietà al progetto della Rete Unica che, come sindacato, abbiamo fin dall’inizio contestato e su cui, ancora oggi, rimaniamo assolutamente convinti sia una scelta sbagliata sulla quale continueremo anche con il prossimo Governo a chiedere un vero tavolo di confronto per spiegare le nostre ragioni su questa scelta industriale non condivisibile”.

Secondo Riccardo Saccone, segretario nazionale della Slc Cgil, si tratta di “un accordo che mira a mettere in sicurezza per i prossimi mesi il perimetro occupazionale del gruppo minimizzando le perdite economiche per le persone”.

“Un accordo – aggiunge il sindacalista – che certo non risolve i problemi strutturali dell’azienda ma guarda essenzialmente alla salvaguardia delle persone. I nodi legati ad un piano industriale sbagliato e prevalentemente finanziario rimangono tutti sul tavolo. Del resto anche il giudizio dei mercati sembra particolarmente severo con l’impianto complessivo”.

La Fistel Cisl, spiega Alessandro Faraoni, segretario generale del sindacato, “pur non condividendo il piano industriale di Tim che prevede la separazione della rete dai servizi e’ soddisfatta dall’esito della trattativa perché garantisce la continuità salariale e occupazionale in un’azienda che soffre della pesante contrazione di mercato e della bassa marginalità. La parte qualificante dell’accordo prevede poi un ciclo di formazione per i lavoratori in cde con l’obiettivo dell’adeguamento delle competenze e allo scopo di assumere giovani per il ricambio occupazionale”.

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