L’ANALISI

Tlc, aumenta il rischio insolvenza: +16%. E nel tech +22%



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Secondo Credit Benchmark a fine anno si raggiungerà il punto massimo e il trend persisterà nel 2025. Una situazione che sortirà una catena di downgrade da parte delle agenzie di rating

Pubblicato il 22 mag 2024



rischio insolvenza tlc

Aumenta il rischio di insolvenza per le aziende europee, con rialzi particolarmente significativi per i settori tecnologico, delle telecomunicazioni, petrolifero e del gas, e delle utility. Lo scrive Credit Benchmark nella nuova previsione del rischio di insolvenza nell’Ue “2024/2025 Default risk outlook: Eu Industries” (SCARICA QUI IL REPORT COMPLETO).

Il picco massimo di rischio di insolvenza sarà raggiunto nella seconda metà del 2024 nella maggior parte dei settori industriali dell’Ue, mentre nel 2025 i tassi di insolvenza dovrebbero tornare per lo più ai livelli attuali, soprattutto se la Banca centrale europea taglierà i tassi di interesse, come previsto. Faranno eccezione i settori già citati – tlc, tech, oil&gas e utility – che vedranno ancora dei “moderati aumenti percentuali”.

“La crescita economica dell’Ue rimane debole e i tassi restano elevati, cosa che determina il leggero aumento del rischio di insolvenza che possiamo osservare in tutto il mercato”, afferma Michael Crumpler, ceo di Credit Benchmark.

Default risk, riflettori sull’industria tech

Nel dettaglio, Credit Benchmark prevede nel periodo che va dal secondo trimestre del 2024 al primo trimestre del 2025 compresi un rischio medio massimo del 7% di insolvenza per i settori industriali dell’Unione europea. Tuttavia, il rischio di default è superiore al 20% per le industrie tecnologica e delle utility, poco sotto il 20% per il petrolio e il gas e intorno al 15% per le telecomunicazioni. 

Il quadro è particolarmente deteriorato per il 2024. Il settore tech avrà un incremento del 22% dei rischi di default quest’anno, con una lieve attenuazione nel 2025. Il ciclo negativo dovrebbe concludersi a metà del 2025, quando i miglioramenti supereranno i deterioramenti. L’impatto si farà sentire anche sui giudizi di credito: le agenzie di rating faranno prevalere i downgrade, con un aumento delle “c” rispetto alle “b”.

Investimenti di rete e concorrenza pesano sulle tlc

Nell’industria delle telecomunicazioni, il rischio di default è valutato +16% nel 2024 e la previsione è che il rischio permanga nel 2025, con i deterioramenti che resteranno superiori ai miglioramenti.

Pesano, in particolare, i costi delle infrastrutture e i tassi di interesse elevati, cui si aggiunge la concorrenza sempre più intensa nelle comunicazioni satellitari.

Anche qui, l’aumento del rischio di insolvenza si riflette sui rating, dove si tenderà a scendere da “bbb” a “bb” a “b”.

Transizione green, rischio alto per le utility

Alto il default risk per il settore delle utility, con una previsione del +22% nel 2024-2025, e un deterioramento guidato dal capex, ovvero dagli investimenti necessari per la transizione green.

I giudizi delle agenzie di rating potrebbero, di conseguenza, spostarsi da “bbb” verso “high yield”.

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