L'EDITORIALE

In Italia per le telco si fa dura. Sempre più criticità sul cammino

La crisi economica si fa sentire sulla filiera: il rincaro di costi energetici e dei materiali, a partire dalla fibra, è la nuova spina nel fianco per operatori e imprese di rete. Le incognite sono molte e si riapre il dibattito sul consolidamento. Urgente stringere sul coinvolgimento delle web company nella realizzazione delle reti a banda ultralarga

Pubblicato il 22 Set 2022

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Per le Tlc italiane la strada, già in salita, si fa sempre più ripida e faticosa. I tempi sono duri: il rincaro dei costi dell’energia e a catena quello di molti materiali, a partire dalla fibra, si aggiungono alla lista delle difficoltà pregresse – competizione agguerrita a colpi di ribassi tariffari, ricavi e margini ai minimi, mancanza di manodopera per la posa delle nuove reti.

In allarme tutta la filiera

L’Asstel ha già lanciato l’allarme: bisogna prevedere misure specifiche per contenere i costi energetici e massima attenzione al settore delle Tlc, pilastro portante nella messa a terra del piano di transizione digitale messo nero su bianco nel Pnrr. E anche altre associazioni rappresentative della filiera delle Tlc hanno fatto sentire la propria voce chiedendo misure urgenti per evitare il patatrac. Peraltro la questione energetica impatta non da poco anche sulla roadmap delle gare per la banda ultralarga già assegnate: ce la faranno gli operatori a realizzare le reti ai costi preventivati in tempi non sospetti? La risposta è no. E non a caso si sta già ipotizzando la creazione di un fondo-paracadute utilizzando le risorse – circa 1 miliardo di euro – risparmiate proprio in fase di aggiudicazione degli appalti.

Consolidamento inevitabile: troppi 5 operatori mobili

Il prossimo Governo si troverà dunque sul tavolo dossier complessi da gestire con immediatezza, non ultimo quello della rete unica di Tlc – alias del progetto di integrazione degli asset di Tim e Open Fiber – che a catena impatta su tutto il mercato nazionale. Un mercato che molti considerano destinato a un inevitabile consolidamento in particolare sul fronte mobile: troppi 5 operatori – Tim, WindTre, Vodafone, Iliad e Fastweb – un unicum a livello europeo.

La stretta sulle web company: dovranno fare la loro parte

Fra le urgenze anche quella di stringere sul coinvolgimento delle web company nella realizzazione dei nuovi network. Se me discute da anni a livello europeo e ora i tempi sembrano essersi fatti maturi: la Commissione Ue si prepara a entrare nel vivo della partita nei prossimi mesi. Il Commissario al Mercato Interno Thierry Breton annuncia l’avvio della consultazione pubblica con lo scoccare del 2023 sulla base del modello “fair share”: i colossi americani dovranno fare la loro “giusta parte” considerando che – come evidenzia l’Etno (l’associazione che rappresenta le principali telco a livello europeo) le grandi piattaforme digitali generano il 55% del totale del traffico dati.

A Telco per l’Italia il punto della situazione

Queste le tematiche su cui faremo il punto nell’edizione di fine anno di Telco per l’Italia. Stay tuned!

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