REPORT TELCO PER L'ITALIA

Valsecchi: “Per le Tlc scenario in assestamento, ma cosa succederà con l’ingresso di Iliad?”

Si rischia una nuova feroce battaglia dei prezzin che potrebbe sparigliare l’assetto economico. In forte evoluzione lo scenario tecnologico, dove l’aumento della competizione dovrebbe portare una migliore e più ampia offerta di servizi per cittadini e imprese, incentivando così la digitalizzazione del Paese

Pubblicato il 18 Gen 2018

Marta Valsecchi

Osservatori Digital Innovation Politecnico di Milano

valsecchi

A seguire l’analisi di Marta Valsecchi, Osservatori Digital Innovation Politecnico di Milano, su “Telco4Italy Report 2017”, l’iniziativa editoriale CorCom-Digital360 che fa il punto sullo stato delle Tlc in Italia. L’annuario – pubblicato a dicembre 2017 e distribuito in occasione degli Stati Generali delle Telecomunicazioni – raccoglie in sintesi i più importanti avvenimenti dell’anno e soprattutto dà la parola alla community del settore e ai suoi protagonisti. La pubblicazione rappresenta inoltre una sorta di staffetta ideale con Telco4Italy, il più importante evento italiano dedicato al mondo delle Tlc che come da tradizione si tiene a Roma prima dell’estate e che quest’anno è in calendario per metà giugno.

Gli ultimi due anni sono stati molto importanti per le Telecomunicazioni italiane per almeno tre ragioni:

  • il ritorno a un segno positivo della dinamica dei ricavi, dopo circa dieci anni di contrazione;
  • la forte accelerazione nella copertura dell’infrastruttura di rete a banda larga;
  • alcune trasformazioni rilevanti negli assetti di mercato, in particolare la nascita di Wind Tre dalla fusione delle due società (divenuto il primo operatore mobile per numero di clienti) e l’ingresso sul mercato di Enel Open Fiber (ora Open Fiber) come operatore ‘wholesale-only’.

Tali fenomeni hanno preso avvio nel 2016 e si sono ulteriormente consolidati nel corso del 2017.

Partendo dai ricavi degli Operatori di TLC e, guardando ai dati del 2016 (gli ultimi disponibili), emerge che l’anno passato si è chiuso a quota 31,9 miliardi di euro, in crescita dello 0,4%. Visto il valore sarebbe più opportuno parlare di stabilizzazione del mercato, ma l’enfasi positiva è dovuta al confronto con quanto accaduto negli anni precedenti: dal 2007 al 2016, infatti, sono stati persi quasi 14 miliardi di euro (pari al 30% del valore iniziale). La leggera ripresa del mercato è peraltro un segnale coerente con quanto sta accadendo complessivamente a livello europeo. I primi dati ufficiali sul 2017, inoltre, confermano la dinamica di leggera positività anche per l’anno in corso.

L’andamento del 2016 è frutto di una crescita dei ricavi mobile (+2%) e di un calo di quelli di rete fissa (-1%). Sul fisso la forte crescita dei dati (+7%) non compensa ancora la riduzione della fonia (-12%) e si assiste, inoltre, a una riduzione della spesa media (fonia + dati) per linea di accesso (arpu). Il ritorno alla crescita dei ricavi mobili, iniziato nel 2015, è legato invece ai seguenti fattori: si sta andando verso una stabilizzazione dei prezzi dei servizi dopo il forte calo subito tra il 2011 e il 2014 (-49%); stanno crescendo i bundle contenenti anche servizi multimediali rivolti ai consumatori; è in aumento la componente di ricavi derivante da nuovi servizi destinati alla digitalizzazione delle imprese.

Grazie alla combinazione della leggera ripresa del mercato e della diminuzione (-2%) dei costi operativi, si è assistito nel 2016 a una crescita dell’EBITDA (+7%): non accadeva dal 2010. Tali dinamiche contribuiscono a “dare ossigeno” a un settore che necessita di forti investimenti per lo sviluppo delle nuove reti a banda ultra larga e per competere sui nuovi mercati digitali caratterizzati dal dominio degli Over the Top.

I Capex, infatti, sono stati significativi anche lo scorso anno: 6,5 miliardi di euro (pari a 20% dei ricavi), valore analogo a quello del 2015 e superiore a quello degli anni precedenti. È interessante evidenziare come, negli ultimi 10 anni, siano stati investiti oltre 67 miliardi di euro.

Grazie proprio a questi investimenti, il gap con la media europea sulla copertura della banda larga >30 Mbps, che ci ha sempre contraddistinto, si sta assottigliando. Secondo i dati della Commissione Europea, il 72% delle abitazioni italiane a luglio 2016 risulta raggiunto dalla banda larga >30 Mbps (contro il 41% del 2015), numeri che si avvicinano a quelli della media europea (76%). Questi valori sono calcolati come media tra l’ipotesi di piena sovrapposizione e l’ipotesi di sovrapposizione nulla tra le reti dei diversi Operatori. Ed è per tale ragione che risultano superiori a quelli dichiarati dagli stessi Operatori, secondo i quali, invece, solo a fine giugno 2017 ci si è avvicinati a tale percentuale. In ogni caso, uno dei target del Governo italiano (quello di coprire il 75% della popolazione con reti >30 Mbps entro il 2018) è in via di raggiungimento.

Anche la penetrazione delle reti broadband è in aumento in Italia. Secondo l’Osservatorio sulle Comunicazioni di Agcom, a giugno 2017 su 20,5 milioni di linee il 79% è a banda larga. Tra queste ultime, la velocità è in deciso aumento. Sono, infatti, arrivate a circa 3,4 milioni le linee con velocità superiore ai 30 Mbps (+94% rispetto a un anno prima), pari al 21% del totale linee broadband (vs l’11% di giugno 2016). Parallelamente, anche il numero di linee con velocità compresa tra 10 e 30 Mbps è aumentato del 60% raggiungendo, a metà 2017, quota 6,8 milioni di linee, pari al 42% delle linee broadband totali (vs il 28% di giugno 2016). Il totale linee sopra i 10 Mbps arriva così al 62,7% (vs il 39% di giugno 2016).

Il divario da colmare con i benchmark europei rimane ancora elevato (sottoscrizioni NGA pari al 42% del totale linee broadband e quelle >10 Mbps pari all’82% a luglio 2016); d’altro canto esiste un gap temporale fisiologico tra il momento in cui l’infrastruttura è pronta e avviene l’intero processo di sottoscrizione e migrazione di linee a maggior velocità da parte degli utenti. I tassi di crescita di trimestre in trimestre lo stanno dimostrando.

Parallelamente a quelli sulla linea fissa, continuano gli investimenti anche sul fronte mobile. Il 97% della popolazione italiana, secondo i dati della GSMA a fine giugno 2017, è coperto dall’LTE. Tecnologia adottata da un terzo delle connessioni mobili totali. Inoltre sono stati fatti i primi lanci sulla rete 4,5G e sono partite le sperimentazioni per il 5G.

Lo scenario, dunque, è in assestamento sul fronte economico – in attesa di capire se l’ingresso in Italia di Iliad comporterà una nuova feroce battaglia dei prezzi -, mentre è in forte evoluzione sul quello tecnologico, dove l’aumento della competizione dovrebbe portare una migliore e più ampia offerta di servizi per cittadini e imprese, incentivando così la digitalizzazione del Paese.

1) Tutti i dati presentati fanno riferimento al Rapporto sul settore delle Telecomunicazioni – Asstel, realizzato dagli Osservatori Digital Innovation della School of Management del Politecnico di Milano.

 2) Fonte: analisi condotta da Asstel e Centro Volterra dell’Università di Tor Vergata.

 

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