Operazioni finanziarie

Wind Telecom, conti zavorrati dai debiti

La holding che controlla la società telefonica (in mano ai russi di Vimpelcom e al fondo sovrano norvegese) ha quasi 12 miliardi di indebitamento. Frutto perverso del leverage con cui Sawiris comprò l’azienda dall’Enel

Pubblicato il 10 Ott 2013

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Dopo Telecom Italia anche Wind Telecom, la holding che controlla Wind, sarà vittima del leverage? È quanto emerge da un’analisi del Sole 24ore sull’indebitamento della società telefonica controllata da Vimpelcom, che fa capo al magnate russo Mikhail Fridman (nella foto).
Quando Wind venne ceduta a Vimplecom da un altro magnate (l’egiziano Naguib Sawiris che a sua volta l’aveva comprata dall’Enel), postava nel bilancio 2012 un consistente utile di 200 milioni. È bastato un anno per vedere sparire del tutto il nero dalla botton line dei conti ed apparire al suo posto un rosso di 43 milioni, nonostante un carico fiscale praticamente dimezzato rispetto all’anno del passaggio di mano. L’anno seguente il precipizio, con una perdita di 346 milioni. Ed anche quest’anno non saranno rose e fiori tanto che il Sole 24ore stima che a fine 2013 le perdite si aggireranno attorno ai 400 milioni.
Difficile, però, mettere sotto accusa la gestione di Maximo Ibarra, oggi alla guida operativa della società italiana. Il momento è duro per tutti ed anche per Wind che comunque è riuscita a crescere nel mobile (ha 23 milioni di clienti) e resistere nel fisso con Infostrada (3 milioni di clienti). Anche se calo dei consumi e guerra dei prezzi fra gli operatori minano l’Arpu e non agevolano i risultati della gestione industriale.
Ma gli sforzi nel miglioramento della gestione operativa nonostante il difficilissimo momento del mercato rischiano di non bastare a riportare in utile i conti. Su di essi infatti pesa una zavorra di quasi 12 miliardi di debiti che grava su Wind Telecom, la cassaforte che controlla la società operativa. Sono la dote lasciata da Sawiris ed i cui effetti al momento dell’ingresso dei russi erano stati occultati da un impressionante partita straordinaria attiva di 542 milioni che aveva più che abbellito il conto economico.
Negli anni successivi, venuta a mancare questa partita, sono emersi tutti i problemi legati al servizio di un debito dovuto proprio all’ingresso di Sawiris che, come Roberto Colaninno con Telecom Italia, ha spostato i debiti del veicolo finanziario con cui era entrato in Wind proprio sulla società italiana, che in pratica si è indebitata per comprare se stessa.
Risultato: oggi la holding paga ogni anno 1,6 miliardi di soli interessi a fronte di un mol di 3,4 miliardi. Una situazione difficile da sostenere, soprattutto in tempi di consumi deboli e prezzi bassi. A questo punto, per uscirne, Vimpelcom e norvegesi potrebbero decidere di mettere mano al portafoglio e ricapitalizzare la società

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