Ha fatto notizia a Barcellona, ai margini del Mobile world congress, l’invito che Mark Zuckerberg ha rivolto a 20 executive del mondo delle Tlc: una cena tra amici-nemici, con un’atmosfera resa ancora più elettrica dal recente acquisto da parte di Facebook dell’applicazione gratuita di messaggistica mobile WhatsApp, temuta concorrente delle telco.
Alla cena – strettamente riservata – hanno partecipato tra gli altri il Ceo di Vodafone Vittorio Colao e quello di Orange Stephane Richard, da sempre molto attivi nel sostenere che telco e Ott devono poter competere ad armi pari. Invece, con Facebook che beneficia di un consistente balzo delle entrate pubblicitarie e WhatsApp che conquista enormi fette sul mercato della messaggistica, gli operatori mobili, che hanno speso miliardi per costruire e gestire le reti che abilitano quei servizi, sentono che il terreno di scontro è tutt’altro che “alla pari”.
“Il rischio per noi è di rimanere esclusi dal mondo dei servizi”, ha dichiarato Richard in un’intervista al Mobile world congress. “Senza servizi saremmo solo dei dumb pipes”.
Facebook ha riportato un balzo del 55% nelle vendite lo scorso anno, a 7,9 miliardi di dollari, grazie alla crescita dell’advertising mobile. Il suo valore di mercato è schizzato a 180 miliardi di dollari, più di Vodafone, Orange e Telecom Italia messe insieme, le cui vendite sono invece in contrazione.
Alla cena di Barcellona, Zuckerberg e i suoi ospiti dell’industria telecom hanno discusso il progetto di Facebook di allearsi con gli operatori mobili per aiutare a connettere più persone a Internet gratuitamente nei mercati emergenti. La proposta indica la volontà di Zuckerberg di mostrarsi “amichevole” verso i carrier, ma non è destinata a piacere alle telco, secondo Eden Zoller, analista di Ovum.
“La proposta di Zuckerberg è Facebook-centrica e le società che si avvantaggiano immediatamente di questo progetto sono solo i social network e gli Ott”, indica la Zoller. “Le prospettive di monetizzazione diretta per le telco invece sono esigue”.
Anche se i carrier hanno bisogno di servizi come Facebook, Twitter e YouTube per spingere i loro abbonati a sfruttare al massimo i piani dati, sono gli Ott a raccogliere il grosso dei guardagni quando un consumatore spende tramite il suo device mobile. Per esempio, se un utente compra un gioco online, il denaro va al creatore del gioco e all’operatore del negozio di app, mentre i guadagni pubblicitari vanno al motore di ricerca Google o al social network Facebook. Alle telco toccano le briciole. A peggiorare il quadro (per le telco) ci sono le applicazioni come WhatsApp o Skype che minano le loro fonti tradizionali di entrate, la voce e gli sms. Secondo Ovum, le applicazioni gratuite di social messaging come WhatsApp sono costate alle aziende telefoniche 32,5 miliardi di dollari in guadagni che avrebbero potuto ricavare dagli sms nel 2013. La perdita si allargherà a 54 miliardi di dollari nel 2016.
“Gli operatori over the top non hanno alcuna intenzione di investire nelle reti in fibra”, ha dichiarato il Ceo di Telecom Italia Marco Patuano in un’intervista questa settimana. “L’accordo Facebook–WhatsApp ci insegna che con 19 miliardi di dollari Facebook avrebbe potuto costruire nuove reti in fibra anche in Italia e in Francia”.
A Barcellona, il Ceo di Vodafone Colao ha detto che i regolatori devono tenere conto dei cambiamenti in atto e adattare la normativa in modo da includere le web companies globali. Mentre i regolatori passano al vaglio gli accordi di acquisizione tra carrier, quello tra Facebook e WhatsApp non incontra molte resistenze. Eppure, ha osservato Colao, si tratta di un’operazione tra un’azienda che ha 1,2 miliardi di utenti e un’altra che ne ha 450 milioni.
Gli operatori mobili nell’Unione europea stanno spingendo perché siano consentite più fusioni cross-border, capaci di superare la frammentazione del mercato europeo e di dare alle telco le economie di scala necessarie per competere e investire. Le telco vogliono anche più libertà di imporre tariffe dfferenziate in base a diversi livelli di servizio e velocità di connessione, scontrandosi con la visione europea della “net neutrality”. Come ha indicato Patuano di Telecom Italia: “La net neutrality non dovrebbe compromettere la possibilità di offrire diversi livelli di velocità di conessione per servizi speciali come video on-demand o telemedicina”.