Le comunicazioni via satellite sono una delle tecnologie che più sta rivoluzionando il mercato delle telecomunicazioni. In particolare, un cambiamento epocale è rappresentato dalle soluzioni direct-to-satellite, che consentono ai dispositivi come gli smartphone di connettersi direttamente alle reti satellitari quando le reti terrestri non sono disponibili. Secondo Juniper Research, le costellazioni satellitari sono destinate a svolgere un ruolo determinante nella fornitura di connettività diretta via satellite, ma per sfruttare al meglio questa opportunità le telco devono investire in un nuovo ecosistema e sviluppare nuovi modelli di business.
Come guida per gli operatori Tlc, Juniper Research ha individuato cinque domande chiave che queste aziende dovrebbero porsi subito se desiderano posizionare al meglio i propri servizi su satellite.
Indice degli argomenti
Direct-to-satellite, 5 pilastri strategici. Primo: interoperabilità
La prima è chiarire “come si integrano i servizi direct-to-satellite con le tecnologie di rete esistenti”.
“Garantire che le tecnologie direct-to-satellite siano interoperabili con le reti terrestri è essenziale”, afferma Sam Barker, VP of Telecoms Market Research di Juniper Research. “Juniper Research ritiene che la proposta di valore dei servizi direct-to-satellite risieda nella loro capacità di fornire una copertura globale. La tecnologia non competerà con le tecnologie terrestri, ma verrà utilizzata per offrire agli utenti un’esperienza globale più affidabile e fluida”.
Secondo Juniper, soprattutto durante le implementazioni iniziali, il mercato della connettività satellitare deve sfruttare l’attuale base di utenti di soluzioni di connettività terrestre, tra cui reti cellulari, reti in fibra ottica e WiFi.
“Nel complesso, la domanda di connettività è consolidata e la connettività satellitare sta entrando in un mercato altamente saturo”, evidenzia Barker. “Per diventare una tecnologia commercialmente valida, è necessario integrarla nelle reti esistenti e crediamo che le reti di telecomunicazione forniscano la piattaforma migliore per farlo”.
Secondo pilastro: i costi dello spettro
aLa seconda domanda fondamentale è valutare quanto costerà acquisire lo spettro per i satelliti. Lo spettro per le comunicazioni via satellite è fornito dall’Unione internazionale delle telecomunicazioni (Itu). Tuttavia, un fornitore deve anche acquisire lo spettro terrestre, che viene tipicamente assegnato dall’organismo nazionale di regolamentazione delle telecomunicazioni dello specifico paese (qui anche la strategia dell’Ue a questo riguardo).
Secondo Juniper, per i fornitori di servizi più grandi o gli operatori di rete di primo livello, i ricavi derivanti dai servizi possono facilmente coprire questo costo. Inoltre, gli accordi hanno durata estesa, il che permette una migliore pianificazione finanziaria.
Per i fornitori Tlc più piccoli, i costi elevati e la durata degli accordi potrebbero dissuadere dall’entrare nel mercato. Tuttavia, Juniper Research ritiene che i fornitori più piccoli azzereranno i costi di acquisizione dello spettro attraverso partnership con operatori leader nelle fasi iniziali di locazione dello spettro.
Terzo: il satellite come parte di una strategia complessiva
In che modo l’attuale mercato delle telecomunicazioni influenzerà la domanda di connettività direct-to-satellite? Questo è il terzo elemento strategico che le telco dovrebbero considerare.
“Per prevedere il successo delle soluzioni dirette verso il satellite, dobbiamo anche valutare lo stato generale del settore delle telecomunicazioni“, afferma Barker. “Il mercato delle telecomunicazioni sta cambiando, poiché le strategie degli operatori si concentrano sempre più sull’aumento dei ricavi derivanti dai clienti aziendali piuttosto che dagli abbonati alla telefonia mobile. Prevediamo che la domanda di connettività satellitare si consoliderà con lo sviluppo dell’ecosistema”.
Quarto: i casi d’uso e il ritorno sull’investimento
Juniper Research suddivide i mercati della connettività tra utenti aziendali e utenti consumer, diversi per basi di utenti indirizzabili, potenziale di fatturato e modelli di business. Il mercato direct-to-satellite non fa eccezione: poiché i casi d’uso in questi mercati sono diversi, lo devono essere anche i modelli di monetizzazione utilizzati.
“Creare modelli di business attraenti per i consumatori è molto più semplice rispetto al settore aziendale, poiché è probabile che un approccio ‘universale’ funzioni. Tuttavia, si prevediamo che il valore della connettività satellitare per gli abbonati alla telefonia mobile sarà basso”, afferma Barker. “Infatti, con la crescente diffusione dei servizi diretti al satellite, Juniper Research ritiene che molti abbonati alla telefonia mobile non saranno disposti a pagare un sovrapprezzo per questa connettività aggiuntiva e si aspetteranno che sia inclusa nella spesa mensile attuale”.
Il settore aziendale richiede maggiore attenzione, date le diverse esigenze delle diverse industrie.
Di conseguenza, per attrarre utenti aziendali, le telco che vogliono offrire servizi su satellite devono proporre modelli di prezzo flessibili agli utenti finali che consentano loro di prevedere al meglio la spesa per i servizi satellitari.
Secondo Juniper, il settore pubblico sarà tra i primi ad adottare i servizi satellitari, ma principalmente per casi d’uso militari.
“I fornitori di servizi devono trattare questi casi d’uso come commerciali, nonostante interagiscano con enti finanziati con fondi pubblici”, indica Barker.
Quinto: i modelli di business vincenti
Infine, le telco devono definire i modelli di business che le posizioneranno al meglio per guadagnare nel mercato della connettività diretta da satellite a dispositivo mobile.
“Una volta che i casi d’uso saranno consolidati, la domanda finale per gli operatori sarà come monetizzare al meglio la connettività fornita”, afferma Barker. “Riteniamo che un modello ibrido – che integrerà la connettività di rete terrestre e non terrestre – sarà quello di maggior successo nel lungo termine“.
Il vantaggio principale di questo modello è la possibilità di beneficiare immediatamente della base utenti considerevole e consolidata di utenti di reti cellulari. Tuttavia, incoraggiare gli utenti a spendere di più per la connettività si rivelerà un ostacolo sostanziale nel settore consumer, quindi i fornitori di servizi devono concentrare questo modello sul settore enterprise. La connettività satellitare deve essere integrata nelle piattaforme di gestione IoT per massimizzarne i benefici.
Direct-to-satellite, le telco sono già in fermento
Il mercato è già in fermento. A marzo 2025, Google e Deutsche Telekom, in collaborazione con Skylo, hanno annunciato il successo del test di sms via satellite su un Google Pixel 9 dotato di una scheda Sim Cosmote.
Skylo ha anche, separatamente, stretto una partnership con Viasat per testare la connettività IoT a banda stretta (NB-IoT) per la connettività Lpwa (Low-Power Wide Area). Ciò includerà reti 5G che utilizzano satelliti Geo.
Ancora, a maggio, Verizon Business ha ampliato la sua offerta di connettività IoT globale grazie alle nuove partnership strategiche siglate con Singtel, operatore di Singapore, e lo stesso fornitore di servizi satellitari Skylo. Tramite Skylo, Verizon garantisce copertura all’IoT anche nelle aree con segnale terrestre limitato.
Sempre in questo ambito T-Mobile e Starlink hanno stretto una partnership per testare la messaggistica diretta su satellite negli Stati Uniti. La partnership dovrebbe portare alla sperimentazione di servizi voce e dati su reti dirette su satellite entro la fine del 2025.
Nel maggio 2025, Ast SpaceMobile ha acquisito porzioni di spettro da Ligado, un fornitore di connettività satellitare. Ciò consentirà ad Ast SpaceMobile di offrire servizi direct-to- satellite negli Stati Uniti senza dover collaborare con un operatore di rete.
A inizio giugno l’operatore francese ha siglato accordi chiave con Eutelsat-OneWeb e Telesat Lightspeed, investendo sia in capacità satellitare sia in infrastrutture di terra, con l’obiettivo di garantire copertura globale, resilienza dei servizi e sovranità digitale europea.
Infine, nei giorni scorsi è nata SatCo, joint venture tra Vodafone Group e Ast SpaceMobile, che punta a lanciare servizi commerciali di connettività diretta ai dispositivi mobili entro il 2026. L’annuncio conferma la strategia dei due player: creare un’infrastruttura satellitare unica in Europa, pensata per operatori mobili e destinata ad accelerare la digitalizzazione di cittadini, imprese e pubbliche amministrazioni.
“Ora che entriamo nella seconda metà del 2025, è evidente che lo sviluppo dei servizi direct-to-satellite sta accelerando e che gli operatori di mercato devono iniziare a prepararsi a commercializzare servizi che vadano oltre la risposta alle emergenze“, commenta Barker. “Per questo abbiamo voluto individuare queste cinque domande chiave che le telco dovrebbero porsi”.