IL PROGETTO

Women for Security, nasce la community delle “cyber-lady”

Presentata al Security Summit Streaming Edition l’associazione che punta a coinvolgere le professioniste italiane della sicurezza informatica. La fondatrice Cinzia Ercolano: “Avanti per colmare il gender gap”

Pubblicato il 11 Nov 2020

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Cybersecurity sempre più al femminile. Si fonda su tre valori – competenze, condivisione e crescita – Women for Security, community che punta a coinvolgere le professioniste italiane della sicurezza cyber eliminando il gender gap.

Costituita nel marzo di quest’anno a partire da un primo nucleo di professioniste nell’ambito di Clusit, la community si è oggi ampliata a una cinquantina di professioniste ed è stata presentata a Security Summit Streaming Edition, convegno italiano sulla cybersecurity.

La fondatrice, Cinzia Ercolano, Ceo di Astrea e oggi membro dell’Advisory Board di Women For Security, ha radunato intorno a sé le prime esperienze nei vari ambiti professionali: dalla ricerca alle tecnologie, alla divulgazione scientifica e culturale, agli aspetti legali, alla comunicazione e al marketing, senza escludere quello personale, prettamente legato alla professione come opportunità di crescita individuale.

Cybersecurity in Ue, professioniste a quota 7%

Se, da un lato, la cybersecurity è oggi un’emergenza anche a causa della carenza di competenze e figure professionali a livello globale, dall’altro appare molto grave la mancanza di rappresentanza femminile all’interno del settore: i dati rilevati da Women in Cybersecurity, iniziativa della Commissione Europea, evidenziano che le donne che operano nell’ambito cyber security a livello europeo sono solo il 7%.

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“Nel mio percorso professionale mi sono imbattuta in donne straordinarie, che dimostrano continuamente il valore della loro preparazione, delle competenze abbinate a pragmaticità e capacità di analisi tipicamente femminili – dice Ercolano –. Da qui l’idea di creare uno spazio di condivisione, che abbiamo attivato già prima dell’inizio della pandemia. Questi mesi, ci sono poi serviti per consolidare conoscenze e modus operandi. Soprattutto, abbiamo avuto dimostrazione della grande versatilità e capacità di resilienza delle cyberladies”.

“Abbiamo avuto modo di rilevare anche un dato incoraggiante: diversamente dal passato, molte delle giovani professioniste si approcciano alla cybersecurity già nelle loro prime esperienze lavorative: sappiamo che la strada per colmare il gender gap sarà lunga, ma questo ci fa ben sperare”, prosegue Ercolano.

Chi sono le donne di Women for Security

I profili delle partecipanti alla community delle Women For Security sono  variegati: dalle professioniste ricercatrici, ai profili tecnici, a quelli in ambito legale, della comunicazione e del marketing, a quelle di vendita.

Cristina Gaia, Regional Marketing Manager di CyberArk e Carmen Palumbo, Country Sales Manager Italy di F-Secure Corporation, compongono insieme a Cinzia Ercolano l’Advisory Board della Community.

Women For Security ha avviato per le sue socie attività continuative di formazione e di approfondimento a livello professionale. Sono inoltre previste attività di sensibilizzazione sui temi di attualità, che favoriscano un ruolo sempre più attivo della donna nella cyber società: per questo la community lavora a fianco di Clusit.

Spinta allo studio delle discipline Stem

Obiettivo, contribuire a diffondere la cultura della cybersecurity anche verso le fasce più giovani della popolazione. Per esempio, con temi relativi al cyber bullismo e con iniziative di formazione e orientamento per incoraggiare le giovani donne ad abbracciare le discipline Stem e le nuove professionalità che evolvono con l’evoluzione tecnologica e digitale.

“Il divario tra popolazione maschile e femminile nelle discipline Stem, a partire dalla formazione e ancor più in ambito occupazionale – dice Gabriele Faggioli, presidente Clusit – continua ad essere troppo elevato anche se invece in ambito compliance la presenza femminile è molto maggiore: Clusit supporta le Women for Security nella convinzione che l’apporto femminile alla sicurezza informatica – e più in generale alle professioni tecnologiche, che soffrono di un grave skill shortage – sia fondamentale”.

@RIPRODUZIONE RISERVATA

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