Archon, security drone per le energy company: “Dighe e impianti al sicuro”

Il fisico della Nasa e attuale ceo della startup italiana, Davide Venturelli, intervistato da CorCom a Shenzhen: “Facciamo fare ai veivoli col pilota automatico attività pericolose per l’uomo, garantendo risparmi di migliaia di euro l’anno. Sorveglianza e manutenzione predittiva i nostri core business. Pronti ad aggredire la Cina”

Pubblicato il 05 Ago 2016

Andrea Frollà

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SHENZHEN – “Scoprire il potenziale di business in Cina e capire come attaccarlo”. L’obiettivo di Archon in terra asiatica è chiaro e Davide Venturelli, ceo della startup Made in Italy che sviluppa sistemi IoT di droni automatici con stazioni di ricarica, per ispezione e videosorveglianza di infrastrutture energetiche e simili, non si nasconde.

Telecamere volanti che possano effettuare rapporti in maniera autonoma, mentre gli operatori non rischiano la vita e possono controllare i video e le immagini in una centrale operativa. Tutto possibile per via di un software di ottimizzazione/AI e hardware appositi che permettono anticollisione, atterraggio e movimento terreno ai droni.

Intervistato da CorCom durante l’Apec Smetc 2016 di Shenzhen, dove Archon ha esposto le proprie soluzioni innovative supportato da Ingdan Italia (leggi l’intervista all’Ad di Ingdan Italia Marco Mistretta), il fisico teorico della Nasa Venturelli delinea le sfide per i prossimi 18 mesi, che vedranno un focus specifico per le applicazioni in ambito energetico e uno sguardo attento alle prospettive di internazionalizzazione del business. Archon ha inoltre vinto 1° premio dell’Internet of Things RoadShow di Hong Kong, confermandosi tra le realtà più interessanti del panorama IoT.

Davide Venturelli, ceo di Archon, durante la premiazione dell'IoT Roadshow di Hong KongEsordio in terra cinese con Ingdan: qual è il vostro bilancio dell’Apec Smetc 2016?

Molto positivo, abbiamo nuovi fornitori, un nuovo collaboratore molto valido e concrete possibilità di investimenti da parte di attori strategici. Il prossimo passo sarà capire il potenziale di business in Cina e come attaccarlo.

Quali sono gli ambiti applicativi delle vostre soluzioni?

Ispezioni che tradizionalmente mettono l’uomo in pericolo, ad esempio in infrastrutture che richiedono operazioni in altura, come quelle che avvengono nelle dighe. Quindi ci focalizziamo per ora nel settore energia: principalmente sorveglianza e manutenzione predittiva impianti di energia solare, idroelettrica e petrolio.

Quali feedback avete avuto finora da enti e aziende?

Abbiamo riscontrato un notevole interesse. Il nostro sistema può performare in poche decine di ore quello che generalmente richiede settimane di tempo e l’impiego di diverse persone. Per ogni sito sul quale installiamo la nostra soluzione si può avere un risparmio annuale di decine di migliaia di euro.

Alcuni dei componenti del team di Archon, composto da 8 persone più 7 contrattate tramite la sister company LaserNavigationQuali sono i vostri obiettivi per i 18 mesi?

Servire molto bene i nostri primi clienti enterprise in Italia e all’estero. Ma anche integrare la nostra soluzione nel loro business e penetrare nel mercato relativo allo stesso segmento.

Dal punto di vista geografico, ci sono mercati più fertili per il vostro sistema?

La Cina possiede le più grandi e complesse infrastrutture di produzione di energia, quindi sarebbe il terreno perfetto di azione. Ma dobbiamo prima capire come interagire con gli enti parastatali che hanno in mano questi business. Ad ogni modo in Europa, Africa e America Latina ci sono già incredibili opportunità che abbiamo identificato e su cui stiamo accelerando.

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