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Baidu, “delude” il debutto a Hong Kong: investitori cauti sui piani di crescita

Nel giorno della quotazione al secondary listing il titolo resta fermo al prezzo di collocamento. Centrato comunque l’obiettivo di raccolta: 3,1 miliardi di dollari

Pubblicato il 23 Mar 2021

Patrizia Licata

Baidu

Il debutto di Baidu sulla Borsa di Hong Kong non ha scaldato gli investitori. Il colosso cinese della ricerca Internet ha avviato gli scambi del titolo con un prezzo di partenza di 252 dollari di Hong Kong (32,45 dollari Usa) e ha chiuso la giornata a prezzo invariato. La raccolta prevista è stata raggiunta (3,1 miliardi di dollari Usa), ma gli azionisti hanno dato una risposta tiepida all’operazione, poco convinti dai piani di crescita dell’azienda.

Il secondary listing di Baidu (l’azienda è già presente sul Nasdaq) va così in controtendenza rispetto alle quotazioni avvenute finora a Hong Kong. Altre aziende cinesi che sono entrate sulla piazza di Hong Kong quest’anno hanno registrato dei veri exploit, come Kuaishou Technology, il cui titolo si è apprezzato del 160% nel debutto di inizio febbraio.

Baidu soffre la concorrenza

Già presente sul Nasdaq, Baidu ha optato per un listing secondario a Hong Kong (come altre aziende tecnologiche della Cina quotate negli Stati Uniti, tra cui Alibaba) per avvicinarsi agli investitori asiatici e finanziare la sua prossima espansione. La società ha piazzato 95 milioni di azioni ordinarie di classe A.

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Baidu gestisce il motore di ricerca online numero uno in Cina e sviluppa avanzati software di intelligenza artificiale (non è caso è paragonata a Google). Sul mercato domestico sta soffrendo la crescente concorrenza di nuove piattaforme digitali cinesi, come ByteDance, proprietaria della popolare app di video-sharing TikTok. Nel 2019 ByteDance ha lanciato un motore di ricerca in Cina andando a scalfire proprio il settore dominato da Baidu.

Per contrastare il trend negativo Baidu sta concentrando gli sforzi sull’intelligenza artificiale, dalle tecnologie per l’auto autonoma agli assistenti vocali, e lavora su soluzioni per le imprese e le amministrazioni locali con lo scopo di espandere il suo mercato, inclusa l’offerta cloud.

Spinta su Ai, cloud e mobile

Su Reuters l’analista di LightStream, Shifara Samsudeen, ha affermato che i secondary listing sono generalmente più deboli del listing primario, ma per Baidu si è trattato di un risultato sotto la media. Secondo Samsudeen gli investitori non sono convinti dai futuri piani di crescita e diversificazione delle attività di Baidu, in particolare nel mondo del cloud e del mobile, dove, a detta degli analisti, l’azienda cinese è rimasta indietro.

Nel suo prospetto il motore di ricerca cinese ha sottolineato il suo primato nell’intelligenza artificiale e ha dichiarato di possedere il più grande portfolio di brevetti e domande di brevetti concernenti l’Ai nel continente asiatico. Inoltre, ha rivelato che l’app Baidu, fulcro dell’ecosistema mobile dell’azienda, ha registrato 544 milioni di utenti attivi lo scorso dicembre. I ricavi generati dalla società sono stati pari a 78,3 miliardi di yuan (circa 12 miliardi di dollari Usa) nel 2018, 79,7 miliardi di yuan nel 2019 e 78,7 miliardi di yuan nel 2020.

La Borsa di Hong Kong è “inflazionata”

Tra i motivi del debutto debole di Baidu va considerato anche che la Borsa di Hong Kong comincia ad essere “inflazionata”. Finora nel 2021, le quotazioni sulla piazza asiatica hanno fruttato un totale di 31,4 miliardi di dollari Usa contro 8,6 miliardi nello stesso periodo del 2020 e gli investitori temono che l’interesse ad acquistare azioni a Hong Kong sia destinato a svanire.

Ci sono troppe vendite di azioni, i listing si susseguono senza fine e le aziende stanno raccogliendo facilmente denaro senza alcun reale bisogno”, ha commentato su Reuters un gestore di fondi di Hong Kong.

Infatti anche il secondary listing di Bilibili, società cinese del video-streaming, è stato debole: al debutto la raccolta è stata di 2,6 miliardi di dollari Usa contro i 3 miliardi fissati come target.

@RIPRODUZIONE RISERVATA

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