IL RICORSO DI TELECOM

Bandi Infratel, il Tar vuole vederci chiaro e prende tempo

Bisognerà aspettare almeno un mese per la sentenza sul ricorso presentato da Telecom Italia. Chiesto l’annullamento della delibera Agcom alla base delle linee guida della prima gara da 1,4 miliardi che vede Open Fiber in pole position

Pubblicato il 25 Gen 2017

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Prende tempo il Tar del Lazio prima di esprimersi in merito al ricorso presentato da Telecom Italia per chiedere l’annullamento della delibera Agcom alla base delle linee guida della prima gara Infratel da 1,4 miliardi che vede Open Fiber (Enel-Cdp) in pole position in tutti i 5 lotti corrispondenti alle sei regioni Abruzzo, Molise, Toscana, Emilia Romagna, Lombardia e Veneto.

Il giudice, secondo quanto si apprende, nell’udienza odierna avrebbe deciso di rinviare la discussione per valutare motivazioni ed aspetti tecnici anche e soprattutto alla luce dell’apertura delle buste sulle offerte tecniche che ha consentito ieri alla Commissione Infratel di stilare la classifica dei punteggi finali. Open Fiber ha letteralmente sbaragliato la concorrente numero uno, Telecom Italia (in gara anche il consorzio Retelit-Eolo-Eds) che si è piazzata a netta distanza sia relativamente all’offerta tecnica sia a quella economica. Il Tar si è preso un mese di tempo la sentenza che deciderà sul merito del ricorso Telecom.

La delibera contestata nello specifico approva l’istruttoria concernente le linee guida per le condizioni di accesso wholesale alle reti di banda ultra larga destinatarie di contributi pubblici. Le linee guida definiscono “quali sono i servizi di accesso all’ingrosso che il soggetto beneficiario dovrà fornire e i criteri di tariffazione più adeguati per incentivare lo sviluppo delle nuove infrastrutture nelle aree a fallimento di mercato destinatarie di contributi pubblici”. Il ricorso è incentrato in particolare su un “tecnicismo”: parte da una norma che normalmente regola la vendita wholesale (fissata dall’Autorità) e che stabilisce che i prezzi applicabili devono essere replicabili dagli altri operatori, per scongiurare fenomeni anticoncorrenziali come il dumping.

L’azienda capitanata da Flavio Cattaneo si è intanto candidata anche al secondo bando di gara, quello da 1,2 miliardi che vede coinvolte 10 Regioni (Piemonte, Valle D’Aosta, Liguria, Friuli Venezia Giulia, Umbria, Marche, Lazio, Campania, Basilicata, Sicilia ) più la provincia di Trento.

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