DIGITAL TRANSFORMATION

Manifattura 4.0 star del cloud ibrido, investimenti al raddoppio entro 3 anni

Obiettivo penetrazione del 52% nel settore entro il 2026 a un tasso di crescita del 30%. Eliminazione dei data center tradizionali entro 5 anni. Ma rimangono molti ostacoli sul cammino, in primis la mancanza di competenze. La fotografia scattata dall’analisi Nutanix

Pubblicato il 15 Ott 2021

cloud-computing

Manifatturiero in pole position nella modernizzazione dell’IT. Il 75% dei manager a livello globale pensa che il passaggio al cloud sia diventato strategico a partire dalla pandemia. Entro 3 anni le aziende di produzione stimano di raddoppiare l’utilizzo del cloud ibrido e di voler aumentare le implementazioni arrivando a circa il 52% di penetrazione entro i prossimi 5 anni. Emerge dalla terza edizione dello studio annuale Enterprise Cloud Index di Nutanix, secondo cui i produttori puntano a eliminare quasi completamente i datacenter tradizionali e aumentare l’utilizzo di cloud ibrido di oltre il 30% entro i prossimi cinque anni.

Cloud ibrido leva di modernizzazione IT

E’ il cloud ibrido la leva per la modernizzazione dell’IT: il 62% lo sta adottando per soddisfare al meglio i requisiti aziendali, il 60% per ottenere un maggior controllo sull’utilizzo delle risorse IT, il 53% per rispondere più rapidamente alle esigenze aziendali. E l’87% dei professionisti ritiene che un’infrastruttura cloud ibrida sia il miglior modello operativo IT per la propria azienda.

Questo perché, si legge nel report, “a seguito della pandemia le aziende manifatturiere, che erano già alla ricerca di nuove modalità per migliorare la produttività, hanno dovuto riconsiderare le procedure aziendali standard, in particolare prevedendo la protezione dei dipendenti con prassi di distanziamento sociale, pur mantenendo una produzione di qualità”.

La spinta alla modernizzazione dell’IT nel manifatturiero non è dettata tanto dall’esigenza di adattamento della forza lavoro ad ambienti di lavoro remoti o ibridi, come in altri settori. Così come la riduzione dei costi non è più la motivazione principale. Piuttosto, il settore sta rivedendo i propri modelli IT in base a come la pandemia e i suoi effetti stanno influenzando il mondo in generale.

Gli ostacoli lungo il cammino

Ma la strada è ancora lunga: attualmente, il 15% dei produttori mondiali gestisce ancora esclusivamente data center tradizionali, non abilitati al cloud. Mancanza di competenze specifiche, adesioni alle leggi privacy e processi decisionali complessi rappresentano gli ostacoli maggiori.

In particolare, sul fronte digital skill, il 37% dei manager IT afferma che le proprie organizzazioni non dispongono delle competenze per gestire l’infrastruttura cloud ibrida, in parte perché le diverse tecnologie cloud funzionano in modo diverso. La mancanza di standard aggrava il problema. Per questo l’85% degli intervistati afferma che sta investendo nella riqualificazione dei propri team IT per stare al passo con le tecnologie emergenti.

Inoltre la trasformazione digitale non sarà completa fino a quando il manifatturiero non adeguerà i suoi attuali modelli di logistica, supply chain e produzione, compreso il modo in cui i prodotti vengono progettati, le materie prime vengono acquistate, assemblate e consegnate ai consumatori.

I vantaggi del cloud ibrido

Le funzionalità del cloud ibrido possono avere un impatto su tutte le attività, dalla pianificazione alla supply. L’opportunità di adottare processi automatizzati e altre tecnologie come l’IoT, può aiutare a ridurre i costi e aumentare la produttività, permettendo ai lavoratori di essere più efficienti e concentrarsi su compiti più strategici.

“Mentre il mondo della produzione sta cercando di realizzare il pieno potenziale dell’Industria 4.0 – si legge nello studio -, la modernizzazione delle loro infrastrutture IT offrirà loro il tempo e le risorse necessarie per aggiornare i loro strumenti fisici di produzione e avvicinarli al cliente. Il cloud ibrido rappresenta il motore digitale che alimenta questa evoluzione”.

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