Il metaverso è spesso raccontato come un terreno di sperimentazione tecnologica, fatto di avatar, mondi virtuali e nuove forme di interazione. Ma oltre la dimensione futuristica, c’è una prospettiva concreta: secondo il Politecnico di Milano, le tecnologie immersive potrebbero contribuire per oltre 47 miliardi di euro all’economia italiana nei prossimi cinque anni, con un impatto che nel 2029 potrebbe raggiungere l’1,09% del PIL nazionale.
Tuttavia, l’aspetto economico non può essere disgiunto da quello sociale. Il metaverso, come ha sottolineato la Commissione Europea nella sua strategia del 2023, può davvero diventare uno spazio di relazione a misura d’uomo solo se progettato ponendo al centro la dignità, la sicurezza e il benessere degli individui.
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Il lancio di D-Verso al Meeting di Rimini
In questo contesto, Valore D ha scelto il palcoscenico del Meeting di Rimini per presentare “D-Verso”, il primo Codice di Condotta per l’Innovazione Inclusiva. Si tratta di un documento pionieristico che propone 9 principi guida per accompagnare le imprese nella creazione di mondi virtuali più equi, accessibili e sostenibili.
Il progetto nasce da un lavoro collettivo che ha visto la collaborazione di Accenture, il Politecnico di Milano e numerose aziende già attive nel metaverso, tra cui ABB, Enel, Ferrovie dello Stato Italiane, IKEA, Intesa Sanpaolo, Leonardo, Nestlé, Pirelli, Sisal, Unicredit e Vodafone.
Inclusione e responsabilità come principi fondanti
I valori cardine del codice sono chiari: inclusione, accessibilità, consapevolezza, sicurezza, privacy, trasparenza, equità, responsabilità sociale e sostenibilità. Non semplici enunciazioni, ma spunti concreti di riflessione e di azione che invitano le imprese a trasformare diversità, equità e inclusione in pratiche operative.
Secondo Barbara Falcomer, Direttrice Generale di Valore D, “senza regole condivise, l’innovazione rischia di diventare esclusione. Le imprese hanno oggi l’opportunità di guidare un cambiamento positivo, promuovendo inclusione e valorizzazione delle diversità sia nella realtà che nei nuovi mondi digitali interconnessi”.
Rischi e opportunità dei mondi virtuali
I mondi virtuali rappresentano una frontiera ancora in costruzione. Da un lato, offrono a milioni di persone, soprattutto giovani, nuove forme di espressione e socialità svincolate da vincoli fisici, con potenziali ricadute positive sull’apprendimento e sul coinvolgimento. Dall’altro, pongono rischi concreti: alienazione, plagio, virtual-bullismo.
Come osserva Lucio Lamberti, ordinario di Marketing al Politecnico di Milano, “l’equilibrio tra opportunità e minaccia non è una questione tecnologica, ma di consapevolezza”. In questo senso, D-Verso rappresenta un primo passo fondamentale per aprire un dibattito fattivo e condiviso.
La visione di Accenture: progettare mondi sostenibili
Il contributo di Accenture alla definizione del codice di condotta sottolinea la necessità di un approccio olistico. “Le nuove realtà digitali, dallo spatial computing all’AI generativa, stanno ridefinendo il confine tra fisico e virtuale. Se le progettiamo con un approccio inclusivo e sostenibile, diventano un acceleratore di talento umano e di valore condiviso per imprese e società”, afferma Tomas Nervegna, Executive Design Director di Accenture.
Questa visione rimarca come il metaverso non debba essere inteso solo come un’estensione tecnologica, ma come un ecosistema sociale e culturale, capace di ampliare opportunità e ridurre disuguaglianze.
Un patto collettivo per un digitale più giusto
Il valore principale di D-Verso non è solo nel contenuto tecnico del documento, ma nell’idea di patto collettivo. Non si tratta di linee guida calate dall’alto, ma di un percorso condiviso da aziende, istituzioni e università, che riconoscono la necessità di non replicare nel digitale le stesse disuguaglianze e bias del mondo reale.
In questo senso, D-Verso diventa un manifesto etico per l’innovazione, con l’ambizione di orientare il modo in cui le imprese immaginano e costruiscono i futuri mondi virtuali.
Un cammino appena iniziato
Il cammino verso un metaverso inclusivo è appena iniziato. Ma i segnali sono chiari: se il digitale vuole essere davvero generativo, deve poggiarsi su principi di equità, trasparenza e rispetto. Il lancio di D-Verso a Rimini segna un passo importante in questa direzione, dimostrando che imprese e società civile possono collaborare per scrivere insieme le regole del futuro.
Il metaverso, da “giocattolo tecnologico”, può diventare uno spazio di crescita, rispetto e giustizia sociale, capace di rafforzare coesione e innovazione. La sfida sarà tradurre i principi in pratiche concrete, mantenendo alta l’attenzione sui rischi senza soffocare le opportunità.
Scelte consapevoli e responsabili
Il futuro dei mondi virtuali non dipende solo da algoritmi e infrastrutture, ma dalla capacità delle imprese di fare scelte consapevoli e responsabili. Con D-Verso, Valore D, Accenture e il Politecnico di Milano tracciano una rotta: costruire un metaverso a misura d’uomo, dove tecnologia e valori si incontrano per creare un futuro più giusto e sostenibile.