IL REPORT

E-commerce e cloud spine nel fianco per le Pmi italiane

Secondo una ricerca dell’Osservatorio Innovazione Digitale Pmi del Politecnico di Milano in collaborazione con TeamSystem, nonostante la pandemia le imprese restano ancora indietro sull’adozione del digitale. Appena il 15,8% vanta un proprio canale di vendita online e solo il 30,4% è migrato completamente sulla “nuvola”

Pubblicato il 05 Nov 2020

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In Italia il 76% di Pmi non effettua vendite online, in uno scenario in cui l’emergenza sanitaria ha avuto l’effetto di accelerare ulteriormente e in modo capillare l’adozione di questo canale d’acquisto da parte dei consumatori. Inoltre, ancora troppo poche aziende (il 15,8%) hanno sviluppato un proprio sito o una propria app di e-commerce sul quale vendere i propri prodotti. E’ quanto emerge da uno studio condotto dall’Osservatorio Innovazione Digitale nelle Pmi del Politecnico di Milano, che comprende una specifica analisi, realizzata in collaborazione con TeamSystem, orientata a comprendere i benefici della digitalizzazione delle Pmi in termini di performance economica.

Cloud, una realtà solo per il 30,4% degli intervistati

Secondo quanto emerso dall’indagine, le piccole e medie imprese italiane hanno dimostrato negli ultimi anni un’enorme resilienza di fronte a mercati particolarmente turbolenti e a scenari in continua e rapida evoluzione. Tuttavia, c’è la necessità impellente di accelerare gli investimenti nel digitale, ormai diventato centrale per la competitività e spesso addirittura per la sopravvivenza delle imprese. I ritardi sugli investimenti in digitale sono evidenti anche in materia di cloud computing, che si pone come abilitatore principale del processo di digitalizzazione e rappresenta l’ambiente flessibile all’interno del quale implementare il processo di digital transformation: solo il 30,4% del panel intervistato dichiara di fare leva su soluzioni completamente (o prevalentemente) in cloud, mentre per il 32,4% il cloud non è prevalente all’interno della propria infrastruttura informatica.

Scenario a due facce anche sulle soluzioni di sicurezza informatica. La porzione di imprese che non utilizza alcuna soluzione di cybersecurity si attesta al 2,7%, davanti a una quota prevalente delle Pmi intervistate (oltre il 60%) che dichiara di aver comunque implementato soluzioni basiche e non particolarmente avanzate per contrastare le crescenti e sempre più sofisticare minacce provenienti dal web.

Leproux (TeamSystem): “Gli innegabili progressi non bastano”

“Fin dal picco dell’emergenza sanitaria, digitale e cloud computing si sono rivelati immediatamente una risorsa fondamentale per le imprese che, grazie anche alla capacità di adattamento degli imprenditori – commenta Federico Leproux, ceo di TeamSystem – hanno continuato e continuano a organizzarsi, pianificare, collaborare, a vendere, in una parola a fare impresa. Il digitale ha funzionato, sta funzionando. Tuttavia, gli innegabili progressi fatti dalle imprese italiane finora non bastano. Vanno ulteriormente rafforzati, anche alla luce dei prossimi mesi che potenzialmente saranno sfidanti tanto quanto la fase di lockdown. Bisogna far sì che tutti gli attori della nostra economia, inclusi gli stakeholder istituzionali, capiscano che il digitale non è più un optional, bensì un percorso irrinunciabile. Il futuro dell’Italia dipenderà da questo. Se si proseguirà sulla strada di una trasformazione digitale di sistema, Pubblica amministrazione inclusa, allora il drammatico periodo che abbiamo vissuto, e la conseguente crisi economica, potrà rappresentare davvero un momento di svolta per tutto il paese, in cui abbiamo saputo ripensarci e reinventarci. Un nuovo inizio”.

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