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“Facebook non rispetta la privacy”, Francia minaccia multa fino a 150mila euro

Secondo il Garante per la tutela dei dati personali il social gestirebbe in modo improprio i dati degli utenti, anche di quelli non iscritti: “Stop al trasferimento delle info negli Usa”. Zuckerberg ha tre mesi di tempo per adeguarsi alle leggi francesi

Pubblicato il 09 Feb 2016

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Facebook non rispetta la privacy. Ne è convinto il Garante francese per i dati personali che, secondo quanto riporta il Wall Street Journal, ha dato tempo tre mesi al social di Mark Zuckerberg per adeguarsi alle normative locali, pena la possibilità di una multa fino a 150mila euro.

In un documento di 17 pagine, la Commission Nationale de l’Informatique et des Liberte’s (Cnil) afferma che la piattaforma gestirebbe in modo improprio non solo i dati dei suoi iscritti, ma anche quelli di utenti internet senza un account al social, che capitano sui contenuti di Facebook tramite ricerche online.

La Cnil, tra i vari punti, chiede a Facebook di ottenere il consenso esplicito degli utenti per la raccolta di informazioni sensibili come il credo religioso, l’orientamento sessuale o quello politico. E spinge anche per richiedere una complessità maggiore delle password. L’autorità vuole inoltre che Facebook sospenda l’invio di dati degli utenti negli Stati Uniti sulla base del decaduto “Safe Harbour” invalidato dalla Corte Ue a ottobre scorso.

Una portavoce di Facebook, sentita dal Wsj, dichiara che “proteggere la privacy di coloro che usano Facebook è al centro di quello che facciamo. Siamo sicuri di attenerci alle norme europee della protezione dei dati e non vediamo l’ora di confrontarci con la Cnil per rispondere alle preoccupazioni”.

Le novità francesi arrivano all’indomani della messa al bando in India di Free Basics, l’iniziativa del social network, nata per offrire l’accesso gratuito alla rete in 30 paesi a 4 miliardi di utenti asiatici. Secondo il Garante delle Comunicazioni indiano non rispetterebbe la nuova legge nazionale che impedisce ai servizi di telecomunicazione di imporre tariffe differenti in base ai contenuti.

Free basics era finito negli ultimi mesi al centro di un’aspra polemica in India, dove il social network contava già su 132 milioni di utenti: il progetto era stato criticato per la violazione dei principi della neutralità della rete: offrendo infatti il collegamento gratuito a Internet, l’azienda avrebbe scelto di propria iniziative quali siti includere e quali escludere dal programma, permettendo inoltre l’accesso esclusivamente ai propri servizi. Una strategia inaccettabile per le autorità indiane, che respingono l’idea di Internet come un “giardino recintato”.

Mark Zuckerberg si è detto stupito della decisione di New Delhi. “Tutti nel mondo dovrebbero avere accesso a internet – ha scritto in un post su Facebook – La nostra missione è quella di rendere il mondo più aperto e connesso. Ed è qusta missione che abbiamo portato in India”.

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