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Gentiloni: “Digitalizzazione economie pone sfide ai sistemi fiscali”

Via libera alla e-fattura europea e misure per regolamentare i criptoasset. Il Commissario Ue all’Economia: “In questi tempi difficili le finanze pubbliche hanno bisogno di entrate fiscali solide e prevedibili e i cittadini chiedono equità fiscale e una forte azione contro frodi ed l’evasione. Passo in avanti verso obiettivi comuni”

Pubblicato il 09 Dic 2022

gentiloni

“Lanciamo due nuove importanti iniziative per aiutare ad allineare il nostro sistema fiscale con il mondo digitale, per sostenere la lotta contro la frode e l’evasione fiscale e per aumentare l’equità in alcuni settori”. Lo dice il commissario europeo all’Economia Paolo Gentiloni a Bruxelles presentando un pacchetto di proposte in materia di Iva e criptovalute. Tre gli obiettivi della riforma, spiega il commissario: “Allineare i sistemi fiscali alla digitalizzazione delle economie, ridurre la frode e l’evasione fiscale, ricorso alle tecnologie per reindirizzare le somme perdute con l’evasione a favore di servizi pubblici e investimenti”. Una strategia necessaria, indica l’Europa, alla luce della maxi-rete di frodi Iva “in tutta l’Ue e oltre – dice Gentiloni – che ha privato le autorità nazionali e i nostri servizi pubblici di 2,2 miliardi di euro di entrate”.

Come sarà la nuova partita Iva “digitale”

La proposta per la nuova Iva, spiega Gentiloni, “si compone di tre pilastri. Il primo è la reportistica digitale in tempo reale: la proposta introdurrà uno standard a livello di Ue per la comunicazione in tempo reale delle forniture transfrontaliere, attraverso la fatturazione elettronica basata sulle transazioni. Si stima che il passaggio al nuovo sistema di fatturazione elettronica aiuterà gli Stati membri a recuperare fino a 11 miliardi di euro di entrate all’anno nei prossimi dieci anni. Inoltre alleggerirà gli attuali pesanti requisiti di rendicontazione, risparmiando alle imprese 4,1 miliardi di euro all’anno nello stesso periodo”.

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Il secondo pilastro riguarda le norme Iva per l’economia delle piattaforme: “Le attuali norme sull’Iva – spiega il commissario – portano a molte transazioni per alloggi a breve termine e servizi di trasporto passeggeri forniti tramite una piattaforma che non vengono tassate, il che significa un campo di gioco iniquo per hotel e taxi tradizionali. La proposta mira a eliminare questa disparità di trattamento rendendo la piattaforma responsabile della riscossione dell’Iva dovuta laddove il fornitore non lo faccia”.

Il terzo pilastro è la partita Iva unica: “La nuova misura punta a estendere il nuovo sistema online già di successo per l’Iva sul commercio elettronico, entrato in vigore nel 2021 – ricorda Gentiloni -, ad altre imprese che vogliono vendere ai consumatori in tutto il mercato unico. La proposta consentirebbe a un numero ancora maggiore di imprese di registrarsi una sola volta ai fini dell’Iva per le loro attività in tutta l’Ue e di adempiere ai propri obblighi in materia di Iva in una lingua, tramite un unico portale online. Ciò consentirà alle imprese, in particolare alle Pmi, di risparmiare circa 8,7 miliardi di euro nei prossimi dieci anni”.

La riforma del mercato delle criptovalute

La seconda iniziativa, dice ancora il Commissario, “riguarda la trasparenza fiscale per tutti i fornitori di servizi che facilitano le transazioni in criptovalute per i clienti che risiedono nell’Ue”.

La copertura dell’anonimato, il fatto che attualmente siano disponibili più di 9.000 diversi cripto-asset e la natura digitale intrinseca del commercio significa che molti utenti di cripto-asset che stanno realizzando enormi profitti cadono sotto il radar delle autorità fiscali nazionali. Con la proposta gli Stati membri otterranno le informazioni di cui hanno bisogno per garantire che le tasse siano pagate per i guadagni realizzati nel commercio o nell’investimento di criptovalute, come farebbero per qualsiasi altra attività finanziaria.

In pratica, ciò significa che i fornitori di servizi di criptovalute, indipendentemente dalle loro dimensioni o ubicazione, dovranno segnalare le transazioni dei clienti residenti nell’UeE, siano esse nazionali o transfrontaliere.

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