Il senso delle startup? Lo stimolo ad innovare

E’ questo il vero contributo al sistema economico e alla competitività. Un contributo non da poco. Ora però tocca alle imprese chiudere il cerchio e approfittare delle “provocazioni” per cambiare rapidamente

Pubblicato il 13 Mag 2016

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A che cosa servono le startup? La narrativa più diffusa dice che creano occupazione, anche se ad alta instabilità. A volte realizzano i sogni di successo di qualche giovane intraprendente, altre permettono di far soldi a meno giovani investitori e/o speculatori. Ma il vero contributo delle nuove imprese a un sistema economico, e quindi a un Paese, è generare innovazione e accrescere la competitività. A patto che Paese e imprese siano disponibili e pronte.

È questo il senso del percorso cominciato in Italia quasi quattro anni fa e giunto a un decisivo punto di evoluzione. Una startup policy c’è, perfettibile ma c’è. Un senso comune positivo e curioso nei confronti delle startup è in rapida diffusione, come le startup stesse con sono oltre 5mila. I soldi cominciano a saltare fuori: aprile è stato un mese record per gli investimenti:

quasi 17 milioni, secondo una rilevazione di EconomyUp. Adesso tocca alle imprese chiudere il cerchio e approfittare degli stimoli, delle proposte e delle provocazioni che arrivano dalle startup per cambiare rapidamente. In una sola parola devono fare open innovation, superando titubanze, pregiudizi e procedure. Si può fare. Come dimostrano le storie che raccontiamo questo mese.

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