Il colosso taiwanese Tsmc, il principale produttore mondiale di semiconduttori, investirà fino a 100 milioni di dollari nel progettista britannico di chip elettronici Arm in occasione del suo debutto, domani, alla Borsa di New York. Il consiglio di amministrazione di Tsmc ha infatti “approvato un investimento in Arm Holdings fino a 100 milioni di dollari, sulla base del prezzo delle azioni Ipo di Arm”, si legge in un comunicato stampa. Nel suo prospetto informativo, Arm aveva dichiarato che diverse aziende tecnologiche, tra cui Nvidia, Apple, la stessa Tsmc e altre erano interessate ad acquistare fino a 735 milioni di dollari di azioni nell’Ipo.
La strategia per posizionare l’Ipo
Arm, di proprietà di SoftBank, ha ricevuto sostegno sufficiente da parte degli investitori per assicurarsi almeno la fascia di prezzo più alta della sua offerta pubblica iniziale, che avrebbe una valutazione di 54,5 miliardi di dollari su base completamente diluita.
Così, dopo aver esaminato gli impegni degli investitori, la società ha deciso che accetterà solo l’estremità superiore del range indicato di 47-51 dollari per azione, o un prezzo ancora più alto, hanno rivelato fonti anonime a Reuters. Arm ha ingaggiato molti dei suoi principali clienti come investitori di riferimento per la sua Ipo, tra cui, oltre ad Applee Nvidia, anche Alphabet, Advanced Micro Devices, Intel e Samsung Electronics.
Arm in realtà stava valutando la possibilità di pubblicare una revisione al rialzo del range di prezzo, riflettendo la forte domanda degli investitori. Le fonti hanno detto che Arm ha poi deciso di desistere, attenendosi a un approccio più cauto: la fissazione di un prezzo conservativo per l’Ipo da circa 5 miliardi di dollari aumenterebbe le possibilità che lo scambio di azioni risulti un successo già al debutto.
La valutazione che Arm ha cercato finora rappresenta del resto una netta riduzione rispetto a quella di 64 miliardi di dollari con cui SoftBank aveva acquisito il mese scorso la residuale quota del 25% da Vision Fund.
Tuttavia, anche con questa valutazione al ribasso, SoftBank (che aveva rilevato Arm nel 2016 per 32 miliardi di dollari) guadagnerebbe di più rispetto a quanto sarebbe stato generato dalla finalizzazione dell’accordo da 40 miliardi di dollari per cedere le attività a Nvidia, che ha abbandonato il deal in seguito all’opposizione delle autorità antitrust.
Lo stato attuale di Arm: le dinamiche dei ricavi
Ma qual è l’effettivo stato di salute di Arm? La debolezza della domanda di telefonia mobile durante il rallentamento dell’economia globale ha causato la stagnazione dei ricavi del colosso dei processori. Il fatturato complessivo è stato di 2,68 miliardi di dollari nei 12 mesi fino alla fine di marzo, in lieve calo rispetto ai 2,7 miliardi di dollari del periodo precedente.
La settimana scorsa, a New York, Arm ha dichiarato ai potenziali investitori che il mercato del cloud computing, di cui detiene solo una quota del 10% e quindi un maggiore spazio di espansione, dovrebbe crescere a un tasso annuo del 17% fino al 2025, in parte grazie ai progressi dell’intelligenza artificiale. Per il mercato automobilistico, di cui detiene il 41%, si prevede un’espansione del 16%, rispetto alla crescita del 6% prevista per il mercato mobile.
Arm ha anche dichiarato agli investitori che le sue royalty, che rappresentano la maggior parte delle sue entrate, hanno generato 1,68 miliardi di dollari nell’ultimo anno fiscale, rispetto agli 1,56 miliardi dell’anno precedente.