IL PIANO

La Cina punta forte sui big data, sul piatto 15 miliardi di dollari

Accordo di investimento quinquennale tra il governo di Pechino e la Banca di sviluppo cinese: più risorse per i progetti IoT, cloud e smart city. Ma il cuore del progetto è la nuova via della seta che include infrastrutture fisiche e digitali

Pubblicato il 19 Set 2018

Patrizia Licata

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La Cina spinge sulla digitalizzazione del paese mettendo sul piatto 100 miliardi di yuan (14,6 miliardi di dollari) di investimenti per i prossimi cinque anni grazie a un accordo finanziario tra la National Development and Reform Commission (Ndrc)  la Banca di sviluppo della Cina. Lo riporta l’agenzia Xinhua. Gli investimenti saranno diretti a progetti nei settori big data, cloud computing, Internet of Things, smart city e infrastrutture digitali, inclusa la nuova “via della seta”.

L’agenzia governativa per lo sviluppo e le riforme ha detto che l’intesa con la Banca risponde alle richieste del Consiglio di Stato di fornire un più sostanzioso sostegno alla digital economy cinese.

La digital Silk Road è il cuore dell’intesa, siglata dalla China Development Bank e la National Development and Reform Commission proprio nel corso della Conferenza internazionale sull’economia digitale e la via della seta digitale in corso a Hangzhou.

Xinhua riferisce che uno studio pubblicato dalla Cyberspace Administration of China quantifica l’economia digitale della Cina in 27.200 miliardi di yuan, pari a una crescita del 20,3% anno su anno. La digital economy rappresenta il 32,9% del prodotto interno lordo.

Nei giorni scorsi il Financial Times ha scritto che Alibaba, nel contesto della “via della seta digitale” promossa dal governo di Pechino, si prepara ad annunciare la propria strategia di espansione in Russia, probabilmente avviando un’alleanza con Mail.Ru e con il “Russian Direct investment fund”, fondo di investimenti strettamente collegato con il Cremlino. La Russia considera strategici gli investimenti cinesi sul proprio territorio per far diminuire il peso delle sanzioni occidentali, mentre la Cina mira a espandere le proprie attività fuori dai confini nazionali per accrescere la sua forza commerciale e la sua influenza su scala globale.

I dazi anti-Cina imposti dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump hanno impresso un’accelerazione a queste mire espansionistiche: Pechino ha bisogno di alleati e sbocchi commerciali lontano dall’America. Il governo cinese ha già ampliato le risorse in campo per sostenere la sua leadership tecnologica: ha annunciato un maxi-fondo di investimento per l’alta tecnologia focalizzato sull’intelligenza artificiale e un potenziamento del “National Technology leadership group”, ora più direttamente concentrato sulla strategia Made in China 2025.

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