IL COMMENTO

La fibra di Enel? Fuggetta: “Idea buona, ma aspettiamo il piano”

Il docente del Polimi e Ad del Cefriel invita alla cautela: “E’ un bene che un colosso voglia investire nelle nuove reti, ma senza i dettagli della strategia difficile valutare rischi e opportunità”

Pubblicato il 16 Nov 2015

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“In linea di principio è bene che ci siano aziende, in questo colossi, che vogliono investire nelle nuove reti”. È il commento di Alfonso Fuggetta, docente al Politecnico di Milano e Ad del Cefriel, alla decisione di Enel di entrare nel business della fibra e creare una società ad hoc. “Ora – evidenzia però l’esperto a CorCom – bisogna vedere come di declinerà il piano di Enel e come si raccorderà con la strategie per la banda ultralarga varata dal governo”. Per Fuggetta “sarà necessario valutare – piano alla mano – rischi e opportunità” della strategie di Enel.

In un’intervista rilasciata a CorCom nelle scorse settimane, l’esperto aveva evidenziato come gli italiani siano sempre più interessati allo sviluppo delle Ngn e come questo debba essere un sostegno alle decisioni di investimento delle imprese. “Aumenta il numero dei servizi che richiedono connessioni sempre più veloci. Emblematico da questo punto di vista lo sbarco in Italia di Netflix (che peraltro non è l’unico attore ad offrire servizi di quel tipo)”, ricordava l’esperto.

“In questo contesto – spiegava – è necessario agire su tutti i fronti del mercato. Bisogna rendere sempre più conveniente sviluppare e utilizzare servizi che facciano largo uso di reti ad alta velocità. Ciò significa rivedere e ripensare i meccanismi fiscali e anche specifiche forme di incentivazione relative ai servizi e prodotti digitali. Usare servizi digitali spesso è considerato un lusso e quindi con costi maggiori: dobbiamo fare in modo che costi meno lavorare sulla rete così da favorire e accelerare il passaggio al digitale. Bisogna dare certezza sul medio periodo sia del quadro regolatorio, sia degli investimenti pubblici che vengono messi in campo, sia delle procedure e degli strumenti attraverso i quali tali investimenti verranno immessi sul mercato. Dobbiamo insistere sui programmi di sviluppo delle competenze digitali e sull’uso di queste tecnologie nelle scuole e nei diversi settori della società”.

La scorsa settimana il Cda di Enel ha “condiviso l’opportunità di utilizzare la rete elettrica gestita in Italia dalla controllata Enel Distribuzione per la realizzazione di una infrastruttura in fibra ottica accessibile a tutti gli operatori di telecomunicazioni e ha deliberato la costituzione di un’apposita società per azioni, al fine di poter avviare le attività finalizzate ad operare in tale settore”.

La newco, di cui Enel dovrebbe detenere una quota di minoranza, sarà guidata da Tommaso Pompei, che ha amministrato anche Wind e Tiscali. Sotto il profilo operativo, la nuova realtàdovrebbe iniziare ad operare sulle aree a maggiore fallimento di mercato. D’altra parte gli incentivi stanziati dal Cipe dovranno essere usati solo per le aree C e D, quelle aree cioè dove senza contributi gli operatori non arriverebbero. Enel sostituirà 33 milioni di contatori e potrebbe portare la banda larga nelle aree piú remote del Paese, con un investimento “marginale”.

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