PA digitale, ascoltati in commissione Beltrame e Ragosa

Proseguono i lavori della task force sul livello di digitalizzazione della Pubblica amministrazione. Convocati gli ex vertici di DigitPA e Agid. Il presidente Paolo Coppola: “Trasformazione digitale frenata anche dai micro interessi di alcuni dipendenti”

Pubblicato il 24 Gen 2017

A.S.

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La commissione parlamentare d’inchiesta sul livello di digitalizzazione e innovazione della Pubblica amministrazione ha ascoltato oggi in audizione l’ex presidente di DigitPA, Francesco Beltrame, e l’ex direttore generale di AgID Agostino Ragosa.

La commissione era stata istituita a novembre, dopo l’ok della Camera che era arrivato a giugno, con l’obiettivo di verificare e analizzare le risorse finanziarie e gli investimenti effettuati dalle PA nell’Ict. Tra gli obiettivi anche quello di analizzare la competenza dei responsabili Ict nella pubblica amministrazione, e verificare il livello di automazione dei processi.

Gli incontri e le audizioni programmati dalla commissione sono finalizzati a ripercorrere le tappe e i processi della digitalizzazione nella Pubblica Amministrazione, per comprenderne le fasi più critiche e l’effettiva attuazione dei progetti.

“Oltre alle criticità già emerse nelle precedenti audizioni, tra cui quelle relativo al lock-in e all’assenza di competenze, risulta evidente come digitalizzare il nostro Paese significhi anche andare ad interferire con gli interessi di alcuni gruppi, che non sono necessariamente ‘poteri forti’, ma hanno tornaconti da difendere – afferma Paolo Coppola, presidente della Commissione – ne ha dato un perfetto esempio il professor Beltrame, raccontando le assurde difficoltà incontrate nel processo di digitalizzazione delle ricette mediche e in quello delle notifiche dei tribunali. Se digitalizzare significa risparmiare anche in termini di spesa, questa spesa rappresenta altresì un introito per alcune aziende e alcuni dipendenti pubblici, di conseguenza orientati a frenare la trasformazione. Dalle audizioni risulta sempre più evidente che la mancata digitalizzazione equivale alla mancata razionalizzazione della spesa pubblica. Non sorprendono – conclude Coppla – gli scarsi risultati della spending review, quando la classe politica non capisce che la digitalizzazione della PA è fattore necessario e prioritario”.

Nelle sedute precedenti la commissione d’inchiesta aveva ascoltato, il 20 dicembre, i vertici di EY, mentre il 10 gennaio l’audizione era stata dedicata a Giacarlo Senatore, public sector consulting per l’area Emea di PwC, accompagnato da Giovanni Mariani, responsabile Public Sector per l’Italia, e Guido Borsani e Gianluca Di Cicco, rispettivamente public sector industry leader di Deloitte Italia e partner di Deloitte Consulting.

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