IL CASO

Stop a ChatGpt: Lega e Forza Italia contro il Garante

Il ministro Matteo Salvini contro la decisione dell’Autorità per la protezione dei dati personali: “Sproporzionata, auspico rapido chiarimento per ripristino accesso”. Il deputato Paolo Emilio Russo: “Grave danno per migliaia di aziende”. La vicepresidente della Camera Ascani chiede avvio indagine conoscitiva su adozione intelligenza artificiale a livello istituzionale

Pubblicato il 03 Apr 2023

chatgpt

Scalda gli animi della politica, con Lega e Forza Italia in prima linea,  la decisione del Garante della Privacy di porre, primo al mondo, uno stop a ChatGpt “finché non rispetterà la disciplina privacy”.

Per il Garante, OpenAI dovrà riferire entro 20 giorni quali misure ha adottato per garantire la privacy dei dati degli utenti o affrontare una multa fino a 20 milioni di euro o il 4% delle entrate globali annuali. OpenAI, intanto, ha affermato di ritenere che le sue pratiche siano conformi alle leggi europee sulla privacy e spera di rendere presto disponibile ChatGpt per l’utenza italiana.

Salvini: “Serve buonsenso, no alla censura”

Ad intervenire con toni fortemente critici nei confronti della decisione è stato innanzitutto il vicepremier e ministro della Infrastrutture Matteo Salvini, che in una nota ha fatto sapere di trovare “sproporzionata la decisione del Garante della Privacy che ha costretto ChatGpt a impedire l’accesso dall’Italia, primo e unico Paese occidentale dove ciò avviene. Oltretutto sono ormai decine i servizi basati su intelligenza artificiale”. Salvini auspica quindi che “ci sia un rapido chiarimento e il ripristino dell’accesso”, puntualizzando che “paradossalmente, poi, lo stesso ChatGpt alimenta la chat di Bing, motore di ricerca concorrente di Google, che rimane perfettamente accessibile”.

“Ogni rivoluzione tecnologica  – scrive il vicepremier – comporta grandi cambiamenti, rischi e opportunità: è giusto controllare e regolamentare attraverso una collaborazione internazionale tra regolatori e legislatori, ma non si può bloccare, impedendo e danneggiando il lavoro di chi fa impresa, ricerca, innovazione”. “Peraltro – dice ancora – non bisogna essere ipocriti: problematiche legate alla privacy riguardano praticamente tutti i servizi online, serve buonsenso. Salvo che in caso di attività criminali o rischi per la sicurezza nazionale, io sono sempre contro ogni censura e per il libero pensiero, non è accettabile che in Italia, patria di Galileo, Marconi e Olivetti, si debba prendere in considerazione di usare una Vpn per superare un blocco come avviene in Cina e nei Paesi privi di libertà”.

Russo (FI): “Grave danno per utenti e aziende”

“La sospensione di ChatGpt in Italia decisa dal Garante della Privacy rappresenta un grave danno non solo per singoli utenti, ma, soprattutto, per migliaia di aziende che hanno iniziato ad utilizzare l’intelligenza artificiale come strumento per rendere più veloce ed efficiente il lavoro – fa notare Paolo Emilio Russo, deputato di Forza Italia -. La decisione, per quanto motivata, si traduce in un colpo alla competitività di settori decisivi come quello della ricerca e delle comunicazioni, e finirà inevitabilmente per aumentare il gap con le concorrenti in tutti gli altri paesi del mondo dove il servizio è ancora attivo. Pensare di poter arginare lo sviluppo tecnologico con un intervento nazionale – peraltro facilmente aggirabile- è una chimera. Come tutte le rivoluzioni, anche la diffusione e lo sviluppo dell’intelligenza artificiale deve essere compresa, governata con accordi a livello europeo e nazionale, accompagnata in tutti gli aspetti, cogliendo le grandi opportunità che questa può offrire in particolare a un sistema produttivo come quello italiano composto soprattutto di piccole e medie aziende”.

Ascani chiede l’avvio di un ciclo di audizioni ad hoc

Anna Ascani, vicepresidente della Camera dei deputati e Presidente del Comitato di Vigilanza sull’attività di Documentazione di Montecitorio, ha intanto proposto l’avvio nel suddetto Comitato di un ciclo di audizioni di esperti e operatori, nazionali internazionali, per conoscere l’avanzamento dell‘intelligenza artificiale e degli algoritmi e per studiare la loro possibile applicazione all’interno della documentazione parlamentare, a supporto dell’attività del Parlamento. L’obiettivo dell’indagine del Comitato è quello di individuare potenzialità e limiti di queste tecnologie, analizzarne i possibili campi di applicazione, studiando le esperienze di altri Parlamenti e altre istituzioni, che già hanno fatto ricorso a sistemi avanzati per l’analisi dei testi, la ricerca e classificazione delle informazioni.

OpenAI aveva annunciato nei giorni scorsi di dover portare ChatGpt offline per correggere un bug che consentiva ad alcune persone di vedere i titoli, o le righe dell’oggetto, della cronologia chat di altri utenti. “La nostra indagine ha anche rilevato che l’1,2% degli utenti di ChatGpt Plus potrebbe aver rivelato dati personali a un altro utente”, ha affermato. “Riteniamo che il numero di utenti i cui dati sono stati effettivamente rivelati a qualcun altro sia estremamente basso e abbiamo contattato coloro che potrebbero essere interessati”. Il Garante per la privacy ha messo in dubbio che OpenAI avesse una giustificazione legale per la sua “massiccia raccolta ed elaborazione di dati personali” utilizzata per addestrare gli algoritmi della piattaforma. Secondo l’autorità ChatGpt a volte può generare – e archiviare – false informazioni sugli individui. Infine, il Garante ha osservato che non esiste un sistema per verificare l’età degli utenti, esponendo i bambini a risposte “assolutamente inadeguate alla loro età e consapevolezza”.

L’Autorità tedesca chiama il Garante Privacy

L’ufficio del Commissario federale per la protezione dei dati e la libertà di informazione (BfdiI) in Germania è in “stretto contatto” con il Garante per la privacy italiano al quale ha “già chiesto informazioni” sulla decisione di bloccare il servizio ChatGpt. Lo ha detto a LaPresse un portavoce. “Il Bfdi lavora a stretto contatto con l’autorità italiana di controllo sulla protezione dei dati, il Garante, a cui abbiamo già chiesto ulteriori informazioni sul blocco di ChatGpt, che trasmetteremo alle autorità statali competenti per la protezione dei dati e alle autorità statali per i media”, ha spiegato il portavoce. “Questo tipo di cooperazione tra le autorità europee di controllo della protezione dei dati fa parte dell’attuazione e applicazione congiunta del regolamento generale sulla protezione dei dati”, ha aggiunto ancora il portavoce del Bfdi, spiegando che, essendo OpenAI un’azienda, qualsiasi azione contro ChatGpt in Germania ricadrebbe sotto la responsabilità delle autorità statali per la protezione dei dati. Ma il ministero dei Trasporti e del Digitale tedesco, interpellato dal quotidiano “Handelsblatt” ha affermato: “Non abbiamo bisogno di alcun divieto per le applicazioni dell’intelligenza artificiale (Ai), ma di modi per garantire valori come la democrazia e la trasparenza“. Inoltre, il quadro giuridico dell’Ue attualmente pianificato in materia potrebbe rendere “l’Europa un pioniere globale per un’Ai affidabile

Italia nella top ten mondiale per ricerche su ChatGpt

Secondo le rilevazioni della piattaforma Semrush l’Italia è il nono Paese al mondo per volume di ricerche online su ChatGpt, con oltre 25.5 milioni di ricerche. La fascia d’età maggiormente interessata alla tecnologia è quella tra i 25 e i 34 anni, che rappresenta il 48%, seguita dalla forbice 18-24 anni (35%). Il pubblico sembra essere principalmente maschile (90%), con un buon livello di istruzione (il 48% ha una laurea o un titolo post-laurea).

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