DIGITAL SERVICES ACT

Stretta sulle Big Tech: Francia e Olanda chiedono un regolatore europeo

Appello alla commissaria Margrethe Vestager affinché sia inasprita la vigilanza sui colossi del digitale e arginato il ruolo di “gatekeeper” su Internet

Pubblicato il 15 Ott 2020

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Francia e Paesi Bassi hanno chiesto la creazione di una authority a livello Ue per regolare i colossi del digitale come Google e Facebook il cui dominio di mercato, sottolineato i due Paesi, dà loro di fatto un ruolo di gatekeeper – ovvero di porta di accesso “obbligata” a Internet.

In una dichiarazione congiunta, il ministro francese Cédric O e la controparte olandese Mona Keijzer hanno scritto che questa authority su scala Ue dovrebbe avere gli strumenti per evitare che le grandi piattaforme tecnologiche blocchino l’accesso ai loro servizi “a meno che non vi sia una giustificazione oggettiva”.

La richiesta si rivolge in particolare alla commissaria Ue alla concorrenza, nonché vice-presidente esecutivo della Commissione, Margrethe Vestager, che sta lavorando sulla bozza del Digital services act, il nuovo pacchetto normativo che aggiorna le regole dell’Ue sulle pratiche commerciali, le responsabilità legali e la sicurezza delle piattaforme, dei prodotti e dei servizi digitali.

Un’authority con pieni poteri su Google&co.

“Queste piattaforme possono ostacolare l’ingresso di nuove aziende e limitare la libertà di scelta per consumatori e imprenditori”, ha affermato Keijzer, segretario di Stato olanfese per gli affari economici e le politiche sul clima. “La nostra ambizione condivisa è disegnare un quadro regolatorio….per affrontare le criticità del peso economico di tali player sull’economia europea e di avere la possibilità concreta di intervenire,” ha affermato O, segretario di Stato francese a capo delle politiche del governo sulla transizione digitale e le comunicazioni elettroniche.

Secondo la bozza del Digital services act vista da Reuters lo scorso mese, le aziende riconosciute come “gatekeeper”, ovvero con potere di restringere l’accesso a un mercato, non saranno autorizzate a usare i dati raccolti sulle loro piattaforme per offrire servizi e pubblicità mirati agli utenti a meno che tali dati non siano condivisi con le aziende rivali.

La stretta regolatoria dell’Ue

La Commissione europea sta preparando il Digital Services Act focalizzandosi proprio sulla definizione di gatekeeper, cercando di definire i fattori che rendono un’azienda un “passaggio obbligato” per l’accesso a determinati servizi. Per esempio potrebbe trattarsi di aziende con una vasta base di utenti, che possiedono enormi quantità di dati o una significativa quota di mercato in termini di fatturato oppure di aziende che rendono difficile per i loro utenti passare a un servizio concorrente o per i rivali entrare e affermarsi sul loro mercato.

All’inizio di settembre, Thierry Breton, commissario europeo al Mercato interno, ha dichiarato al Financial Times che l’Ue sta preparando una “blacklist” di comportamenti che i cosiddetti gatekeeper del web saranno costretti a eliminare dalle loro pratiche di business.

Secondo le indiscrezioni trapelate in seguito sul Digital services act, i colossi tecnologici potrebbero essere oggetto di un divieto a concedere qualunque tipo di trattamento preferenziale ai loro servizi sui propri siti o piattaforme a danno dei concorrenti. Potrebbe essere il caso dei prodotti a marchio Amazon venduti sul marketplace americano e che fanno concorrenza ai prodotti analoghi messi in vendita sempre su Amazon dai merchant. O potrebbe trattarsi della priorità nei risultati di ricerca su Google.

L’Ue sarebbe anche pronta a vietare sia la pre-installazione delle applicazioni delle Big Tech su smartphone e laptop o accordi commerciali con i produttori di hardware che li costringono a pre-installare tali software.

L’Europa vuole indipendenza anche sul cloud

Il potere dei gatekeeper del digitale come Google e Amazon è stato oggetto di discussione anche nella riunione online dei ministri Ue del digitale e delle telecomunicazioni ospitata dalla Germania.

Il ministro dell’Economia tedesco Peter Altmaier, che ha presieduto l’incontro, ha fatto sapere che i ministri discuteranno anche le regole proposte della Commissione europea sull’impiego dell’intelligenza artificiale e valuteranno una dichiarazione a sostegno della European cloud federation, una federazione che alimenterebbe progetti sul cloud Made in Europe, come l’iniziativa franco-tedesca Gaia-X, con l’obiettivo di ridurre la dipendenza dell0Europa dai fornitori americani di cloud computing.

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