IL DEAL

Three-O2, merger in bilico: i “rimedi” di Hutchison potrebbero non bastare

Il gruppo asiatico preme per il via libera al deal in Gran Bretagna e promette all’Antitrust Ue che darà ai rivali capacità sulla sua rete. Ma non è disposto a creare una quarta rete mobile separata come chiesto dalla Commissione che teme per la concorrenza

Pubblicato il 15 Mar 2016

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Hutchison, capogruppo dell’operatore mobile Tre, cerca di convincere i regolatori, ancora scettici, a dare il via libera in Gran Bretagna alla sua proposta di acquisizione della rivale O2 proponendo una serie di “rimedi”, compresa l’offerta alla concorrenza di parte della capacità (quasi un terzo) della rete congiunta.

La strada per il sì al takeover, che vale 10,5 miliardi di sterline e che creerebbe il più grande operatore mobile in Gran Bretagna, è ancora lontana dal potersi considerare spianata, soprattutto per i timori della Commissione europea sulla riduzione della concorrenza sul mercato britannico, tanto che le autorità di Bruxelles vorrebbero spingere Hutchison, in concomitanza con la fusione Three Uk-O2, a creare una quarta rete mobile. Sono mesi che la conglomerata di Hong Kong tratta con l’Antitrust dell’Ue e il commissario Margrethe Vestager.

L’accordo ha ripercussioni anche fuori dalla Gran Bretagna, visto che deal simili sono in fase di negoziazione in altri paesi europei. In particolare, Hutchison spera nel merger del suo operatore italiano Tre con la rivale Wind.

I top executive di Hong Kong sostengono che tre operatori mobili forti garantiscono più concorrenza di quanto possa fare un mercato con quattro player di cui due però sono deboli. I regolatori invece temono una riduzione nella scelta per i consumatori, un aumento dei prezzi e un calo dell’incentivo per gli operatori mobili a investire.

Per vincere le resistenze della Commissione europea, Hutchison ha offerto una serie di concessioni, riporta il Financial Times, che vengono proposte come “più realistiche” rispetto alla creazione di una rete separata che richiederebbe ingenti investimenti.

Hutchison promette invece di stanziare circa il 30% della capacità sulla sua rete per sostenere l’attività degli operatori mobili rivali. Questa capacità potrebbe essere assegnata o a un solo rivale, o suddivisa in lotti (con accordi cosiddetti di “fractional shared ownership”) con cui i diversi rivali potrebbero comprare porzioni del network. L’accordo avrebbe validità permanente e, secondo Hutchison, ci sarebbero già diverse società interessate ad aderire a questa proposta di “proprietà condivisa” della sua rete, tra cui Sky. Sicuramente la Commissione esigerà che tali rimedi siano disponibili non appena la fusione viene completata.

Hutchison ha anche offerto di vendere la quota del 50% in Tesco Mobile alla catena di supermercati; Tesco Mobile è attualmente una joint venture paritaria tra Tesco Mobile e O2, ma l’Mvno, che ha 4,5 milioni di clienti in Gran Bretagna, è desideroso di acquisire il 100% della venture.

Hutchison respinge invece la richiesta, che arriva tanto dall’Antitrust Ue quanto quanto dal regolatore britannico Ofcom, di crea una quarta rete mobile separata; Hutchison, secondo le fonti del Financial Times, sarebbe disposta solo a fornire un pacchetto “d’avvio” con spettro e controllo di alcuni siti sulla rete di O2 che permetterebbe l’ingresso sul mercato mobile di un nuovo entrante. Ma è difficile che Hutchison sia disposta a sostenere completamente un gruppo rivale, così come, notano gli analisti, non è scontato che si presenti un nuovo entrante sul competitivo mercato mobile britannico, dove occorrono forti risorse finanziarie.

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