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TikTok, il governo valuta il blocco per i dipendenti della PA

Dopo la decisione della Commissione Ue e del Consiglio di togliere l’app cinese dai telefonini dei propri dipendenti, anche il ministro Zangrillo valuta lo stop: “Rischi legati alla sicurezza nazionale”. Ma Salvini frena: “No alle censure, necessario riflettere bene”

Pubblicato il 27 Feb 2023

tiktok

TikTok finisce nel mirino anche del governo italiano: sul tavolo c’è infatti l’ipotesi di bloccare l’app cinese sui telefonini dei dipendenti pubblici. L’annuncio, che fa seguito all’analogo provvedimento preso nei giorni scorsi dalle istituzioni europee, arriva dal Ministro della PA Paolo Zangrillo, il quale spiega che il faro è puntato sui rischi legati alla sicurezza nazionale.
Il tema – ha chiarito Zangrillo – “è all’attenzione da qualche giorno” e sull’argomento, per il quale si promette una decisione in tempi brevi, si sta “già impegnando il Copasir“, il Comitato parlamentare per la sicurezza che controlla i servizi segreti italiani. Ma nell’esecutivo emergono già i primi distinguo, con l’altolà del vicepremier e ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini, che si dice contrario ad ogni tipo di censura.

“Necessario un confronto per concordare una linea”

“E’ evidente che il mio ministero, avendo 3,2 milioni di dipendenti, è fortemente coinvolto”, chiarisce Zangrillo. Sul tavolo due le opzioni possibili: “muoversi come si è mossa la Commissione europea”, che giovedì ha messo al bando il celebre social network dei video brevi, “o eventualmente assumere una decisione diversa”. Prima però il governo intende valutare attentamente la situazione. “È una scelta che non posso compiere in solitaria, mi devo confrontare con le altre istituzioni e insieme concorderemo una linea“, spiega Zangrillo.
Matteo Salvini, però, frena: “Bloccare TikTok? E’ un interrogativo che coinvolge sicurezza e democrazia. Io sono perplesso e sono contrario ad ogni tipo di censura”, afferma il leader leghista, che sul social cinese è attivo dal 2019 e conta oltre 848mila follower. E avverte: “In una società liberale, prima di arrivare a ‘blocchi’ radicali bisogna riflettere bene”.

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In ogni caso, Zangrillo vuole arrivare in tempi stretti a una risposta: “Già la prossima settimana dovremo confrontarci e cercare di arrivare a una sintesi. Prenderemo una decisione in fretta. Ora dobbiamo comprendere bene quale è effettivamente la profondità dei rischi legati alla sicurezza nazionale“, spiega.

Da TikTok “disponibilità a chiarire i dubbi”

Alle dichiarazioni del ministro Zangrillo ha fa immediatamente seguito la replica di Giacomo Lev Mannheimer, responsabile relazioni istituzionali Sud Europa di TikTok, il qualche spiega che “i dati degli utenti italiani, così come quelli europei, non sono conservati in Cina ma negli Stati Uniti e Singapore e presto all’interno dell’Unione Europea nel data center irlandese. Così come dichiarato pubblicamente più volte, il governo cinese non ha mai chiesto l’accesso ai dati dei nostri utenti e laddove dovesse non li condivideremmo”.

“La nostra strategia di data governance, in conformità al Gdpr, si basa su un approccio volto a limitare il più possibile l’accesso ai dati, riducendone al minimo il flusso al di fuori dell’Europa, nel rispetto di rigidi protocolli di sicurezza”, aggiunge Mannheimer per il quale, “così come per la decisione della Commissione europea, vorremmo rimarcare la nostra piena disponibilità a chiarire i dubbi del governo italiano, auspicando in un confronto dettato da regole e processi certi e trasparenti”.

La decisione Ue: via l’app dai telefonini del personale

E’ di due giorni fa la decisione della Commissione Ue e del Consiglio di togliere TikTok dai telefonini dei propri dipendenti. E una mossa analoga viene valutata anche dall’Europarlamento. Dietro questa decisione, ha spiegato il commissario Ue per il mercato interno Thierry Breton, c’è il fatto che “la Commissione europea è un’istituzione e come tale ha un forte focus sulla protezione della sicurezza informatica”. Entro il 15 marzo la app dovrà essere disinstallata dai telefonini aziendali del personale della Commissione e da quelli privati con accesso al servizio di telefonia mobile. Una decisione “sbagliata” e “basata su pregiudizi”, è stata la replica del social. Ma mosse analoghe a quelle di Bruxelles sono in vigore già negli Usa, dove una legge del Senato a dicembre ha vietato la app sui cellulari dei dipendenti statali e federali.

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