IL CASO

Twitter, class action contro Musk: “Ritardo nella disclosure della quota”

L’annuncio della causa da parte di un gruppo di dipendenti contro il magnate, principale azionista del social dopo essere salito al 9,2%: avrebbe danneggiato gli altri investitori non comunicando entro i termini di legge il superamento del 5%

Pubblicato il 13 Apr 2022

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Contro Elon Musk e la “scalata” a Twitter è già class action: un gruppo di dipendenti del social media ha fatto causa al ceo di Tesla e SpaceX sostenendo che abbia comunicato di essere salito al 9,2% della società oltre i tempi stabiliti per legge.

Musk ha infatti rivelato il 4 aprile di aver acquisito il 9,2% di Twitter, per un valore di quasi 3 miliardi di dollari; la notizia dell’operazione, che ha reso Musk il maggior azionista della società, ha fatto immediatamente balzare il valore del titolo del 27%.

Tuttavia, argomenta l’accusa, la disclosure sarebbe dovuta avvenire molto prima. Le leggi federali impongono agli investitori di informare la Sec (Securities and exchange commission) entro 10 giorni da quando assumono una partecipazione superiore al 5% in una società. Musk, che ha iniziato ad acquistare azioni Twitter a gennaio, avrebbe raggiunto questa soglia il 14 marzo, argomenta la class action: ciò significa che avrebbe dovuto informare il regolatore entro il 24 marzo e non il 4 aprile.

Gli azionisti non hanno potuto beneficiare del balzo del titolo

La causa, intentata a New York dallo studio legale Block & Leviton per conto di diversi azionisti di Twitter, si basa sulla tesi che Musk abbia danneggiato gli azionisti della piattaforma social perché si sarebbe messo nelle condizioni di acquistare più azioni della società a un prezzo non “pompato” dalle sue operazioni di investimento. Nel periodo tra il superamento della soglia del 5% e la divulgazione pubblica della sua partecipazione Musk avrebbe tenuto il prezzo sotto controllo, a suo favore ma a danno degli azionisti.

Esperti sentiti dal Washington Post affermano che il ritardo nella disclosure potrebbe aver aiutato Musk a guadagnare 156 milioni di dollari: nei dieci giorni di “ritardo” avrebbe accumulato una quota del 4,1%.

Gli investitori che hanno intentato la causa affermano invece di aver perso potenziali guadagni che avrebbero potuto realizzare se Musk avesse rivelato la sua partecipazione in precedenza, comunicando prima il suo prezioso voto di fiducia al titolo.

In particolare, sarebbero stati danneggiati gli investitori che hanno venduto azioni della società di San Francisco nelle quasi due settimane prima che Musk comunicasse l’ammontare della propria quota.

Musk ha rinunciato a un posto nel Cda

Stando ai documenti depositati alla Sec, Musk ha acquistato poco più di 620mila azioni a 36,83 dollari ciascuna il 31 gennaio e poi ha continuato ad accumularne in quasi ogni singolo giorno di negoziazione fino al 1 aprile. Ne possiede un totale di 73.486.938.

Dopo la divulgazione della sua partecipazione su Twitter, Musk ha rivelato che intendeva anche prendere posto nel consiglio di amministrazione della società. Tuttavia, per ragioni che non sono state annunciate, ha deciso di rinunciare. Nel documento inviato al regolatore di Borsa l’imprenditore aveva comunque specificato che la sua partecipazione sarà “passiva”, ovvero senza intenzione di influenzare le grandi decisioni strategiche – anche se, in contrasto con quanto affermato – non ha mancato nei giorni scorsi di postare proprio su Twitter una serie di idee per trasformare il social media e i suoi prodotti.

Le reazioni dei dipendenti

Davanti alle “uscite” di Musk,  diversi dipendenti di Twitter avrebbero espresso la loro preoccupazione, ritenendo in particolare che i valori dell’uomo più ricco del mondo “non siano allineati con la cultura aziendale del social network”.

Il ceo di Twitter Parag Agrawal ha chiarito che Musk è il maggiore azionista di Twitter e che la società rimarrà aperta al suo contributo. “Eravamo entusiasti di collaborare – ha affermato Agrawal -. Credevamo anche che avere Elon come fiduciario della società fosse la strada migliore”, ha scritto. Incoraggiando i dipendenti di Twitter a rimanere concentrati, Agrawal ha affermato: “I nostri obiettivi e priorità rimangono invariati”.

Twitter ha anche fatto sapere in una nota di aver raggiunto un accordo con il patron di Tesla affinché non superi la quota del 14,9% della società, mettendo a tacere – per ora – le speculazioni di chi si attende da Musk un vero takeover della piattaforma social.

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