L'APPELLO

Scontrino elettronico, le aree montane reclamano la proroga

Uncem chiede al Governo di inserire nel Milleproroghe lo slittamento di un anno dell’obbligo: “Connettività insufficiente, a rischio un’economia già in ginocchio”

Pubblicato il 20 Dic 2019

L. O.

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Piano banda ultralarga in ritardo di quasi due anni. Scarsa connettività. Sono i due motivi alla base della richiesta di proroga di un anno dell’obbligo dello scontrino elettronico nelle aree montane. “Lo scontrino elettronico e i nuovi apparecchi hanno senso solo se vi è connettività adeguata, certa, di buona qualità, o si rischia di mettere in ginocchio un sistema di esercenti già provato da burocrazia e da una desertificazione mai fermata”.

Lo dice Marco Bussone, presidente dell’Unione Nazionale che raggruppa Comuni e Comunità degli enti montani che ha inviato oggi una richiesta di proroga al governo: “Il rinvio, chiede l’associazione, dovrebbe essere inserito nel milleproroghe che sta per essere varato”.

Più di un motivo alla base dell’appello. “Intanto non è mai arrivato il decreto, a suo tempo annunciato relativo ai Comuni che per due anni sarebbero stati esclusi dall’imposizione di scontrino elettronico – sottolinea Bussone -: avrebbe permesso di bypassare lo scoglio che ci viene evidenziato da tutti i Sindaci e da molti esercenti”.

Aree montane in ritardo digitale

Inoltre il divario digitale è ancora una “emergenza per i territori montani e le aree interne del Paese – dice Bussone -. Ne parleremo il 31 gennaio 2020 agli Stati generali della Montagna, luogo importante di elaborazione: il Piano Bul è in ritardo di attuazione di quasi due anni. A farne le spese sono appunto Comuni e imprese delle Alpi e degli Appennini oltre che delle zone interne delle isole”.

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Ma se manca connettività oppure l’energia elettrica, come si verifica con le nevicate, “Governo e Parlamento abbiano il coraggio – ribadisce il presidente – di dare una proroga per i territori montani. Non mettiamo ulteriormente in crisi un’economia già in ginocchio”.

Sono 200 i Comuni italiani che non hanno un negozio e un bar. E 500, con meno di tre, sono a rischio. Positivi i contributi per commercio e imprese in legge di bilancio per le aree interne, specifica Bussone: “Facciamo decollare questi e altri provvedimenti. Ma stoppiamo burocrazie e incombenze nuove in particolare legate alla digitalizzazione. Tutti sanno quanto Uncem creda nei processi di innovazione. Ma fino a quando questi non sono pienamente avviati e completati, fino a quando restano come oggi sulla carta, non obblighiamo chi vive e fa impresa, anche con ricadute sociali, nei territori montani, a nuovi obblighi che non sarebbe comunque in grado di adempiere, rischiando multe e anche di mettere in dubbio il proprio futuro”.

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