STRATEGIE

Vivendi, la ritirata di Bolloré: presidenza al figlio Yannick

L’annuncio a sorpresa durante l’assemblea del gruppo a Parigi. Nuovo segnale di discontinuità dopo l’abbandono della presidenza di Canal Plus. Il top manager resta comunque alla guida del gruppo omonimo di famiglia, principale azionista di Vivendi. Sull’ingresso di Cdp in Tim: “Investimento positivo”

Pubblicato il 19 Apr 2018

r. c.

BOLLORE

“E’ l’ultima assemblea che presiedo. Proporrò al consiglio di sorveglianza che si terrà tra poco la nomina di Yannick Bolloré alla presidenza del consiglio di sorveglianza”. L’ha annunciato a sorpresa Vincent Bolloré al termine dell’incontro con gli azionisti al teatro Olympia di Parigi.  Bolloré, 66 anni, resta comunque alla guida del gruppo omonimo di famiglia, che è il principale azionista di Vivendi. Yannick Bollorè è attualmente alla guida del gruppo Havas acquisita a luglio scorso da Vivendi.

E’ un passaggio che potrebbe impatti su più fronti: sia in Francia, dove le politiche industriali del magaer bretone non hanno sortito gli effetti desiderati – “Vivendi appare ferma in una palude – scrive un quotidiano francese – sia in Italia dove Vivendi gioca sia nella partita Tim che in quella Mediaset. E in effetti l’annuncio del top manager bretone viene letto da molti commentatori come segno di discontinuità all’interno di una politica industriale che abbraccia una moltitudine di settori. L’impero Bolloré va oltre Vivendi – gruppo che conta nel mondo di media e spettacolo, con tv, musica, cinema, videogiochi – perché si dispiega dalla pubblicità alla gestione dei porti alle piantagioni di palma in Africa e comprende logistica dei porti, concessioni ferroviarie alla telefonia, banca, assicurazioni, batterie elettriche.

Svanito però il sogno di una piattaforma di contenuti mediterranea in chiave anti-Netflix, Vivendi è in conflitto non solo con la famiglia Berlusconi, principale azionista di Mediaset, ma anche in difficoltà sull’investimento in Tim di cui possiede il 23,9%. , il suo piano per costruire un gigante latino di media e contenuti si scontra con un muro in Italia”. L’accordo commerciale tra Mediaset e Sky potrebbe inoltre favorire una partnership molto più ampia “che va contro gli interessi di Vivendi”.

Eppure “gli investimenti in Italia sollevano critiche. Ma è alla fine della fiera che si contano gli animali – ha detto Bolloré in assemblea -. Fu la stessa cosa anni fa quando entrammo in Mediobanca dove abbiamo fatto investimenti contribuendo alla stabilità di Mediobanca e anche di Generali. Penso faccia parte delle cose della vita: bisogna essere coraggiosi”. In Italia come altrove “i governi vanno e vengono – ha detto l’azienda -, noi continuiamo con la nostra strategia di lungo periodo, dobbiamo continuare a fare il nostro lavoro”. Alla domanda se esistono contatti con le forze politiche che si sono affermate alle elezioni, un portavoce ha risposto: “Credo che sia qualcosa che casomai riguarda maggiormente Telecom e Genish più che Vivendi”. In ogni caso “l’Italia è incredibilmente importante per noi. Non ce ne andiamo affatto, noi contiamo rimanere sul lungo termine”.

L’ingresso di Cdp in Telecom Italia è “condivisibile” aveva detto un portavoce di Vivendi a margine, “positivo che abbiano investito”. Il portavoce ha quindi ribadito che Vivendi è contraria alla divisione della rete e privilegia gli investimenti di lungo termine.

Con Mediaset “non è finita. Siamo ancora i secondi azionisti. Siamo molto pazienti. Non abbiamo fretta” ha fatto sapere Vivendi. La prossima udienza in tribunale sul contenzioso che oppone i due gruppi è fissata per ottobre.

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