CORPORATE GOVERNANCE

Twitter cede agli investitori attivisti: Patrick Pichette alla guida del Cda

Per la prima volta un membro esterno: la decisione frutto del pressing dei fondi Elliott Management e Silver Lake che avevano minacciato di far saltare il Ceo Jack Dorsey. Sullo sfondo anche lo scontro con Trump e le elezioni presidenziali

Pubblicato il 03 Giu 2020

twitter-video-170102160857

Twitter ha nominato Patrick Pichette, ex chief financial officer di Google, come nuovo presidente del consiglio d’amministrazione. È la prima volta nella storia del social media che un esterno viene messo alla guida del Cda; Pichette per ora solo un direttore indipendente di Twitter.

Il top manager prende il posto di Omid Kordestani. Kordestani era presidente del board ma aveva anche un coinvolgimento diretto nelle attività di Twitter, in quanto presidente esecutivo, ruolo che ha coperto per cinque anni. Kordestani ora resta come consigliere d’amministrazione, insieme agli 11 membri già presenti e a tre nuovi consiglieri, due scelti da Elliott Management e uno da Silver Lake, altro fondo attivista e importante investitore di Twitter

La decisione dell’azienda guidata da Jack Dorsey arriva dopo l’accordo siglato, a marzo, con Elliott Management e Silver Lake. I due investitori sono andati in pressing sul cda di Twitter perché licenziasse Dorsey e si assicurasse un netto miglioramento della corporate governance finalizzato a spingere in alto il prezzo del titolo.

Tregua con gli investitori attivisti

L’accordo raggiunto con Elliott e Silver Lake lascia Dorsey al suo posto, ma gli investitori hanno ottenuto tre posti nel board e un presidente esterno alla sua guida.

I tre nuovi consiglieri sono Jesse Cohn, che ha guidato la campagna di Elliott per i cambiamenti nella gestione di Twitter, Egon Durban, co-chief executive di Silver Lake, e la guru dell’intelligenza artificiale Fei-Fei Li, docente della Stanford University ed ex vice president di Google.

Il nuovo presidente  del cda Pichette ha il compito di imporre un più attento scrutinio dell’operato della dirigenza e una maggiore attenzione agli aspetti finanziari. Il prezzo del titolo di Twitter, che ieri ha chiuso a 32,26 dollari, è sceso del 12,5% nelle scorse 52 settimane, secondo i dati riportati da Reuters.

L’accordo con i fondi attivisti include un investimento da 1 miliardo di dollari da parte di Silver Lake: la società finanzierà un programma di riacquisto di azioni per un importo complessivo di due miliardi.

Pesa il braccio di ferro con Trump

Il ceo di Twitter Dorsey aveva annunciato a inizio anno l’intenzione di trasferirsi in Africa per un periodo di tre-sei mesi a metà 2020, ma il progetto è stato accantonato sia per la pandemia che per le proteste dell’investitore attivista Elliott, che ha definito la decisione “irresponsabile” e minacciato la rimozione del ceo. A preoccupare Elliott c’è anche il fatto che Dorsey si divide come cdeo tra due aziende quotate in Borsa, Twitter e Square.

Un elemento ulteriore di complessità deriva dalle elezioni presidenziali, che si terranno a novembre. Il ruolo e l’importanza dei social media aumentano e questo sarebbe uno dei motivi che hanno spinto il fondo Elliott a chiedere un cambiamento nella governance di Twitter.

Il social media è intervenuto a marzo sul tema della politica e social sospendendo decine di account che riportano a materiale promozionale per la corsa alla Casa Bianca dell’ex sindaco di New York Michael Bloomberg. Il social aveva dichiarato che si trattava di “alcune sospensioni permanenti, in altri casi invece stiamo verificando gli effettivi titolari dei profili”. Gli account avevano violato le regole della piattaforma sulla manipolazione dei tweet e lo spam, utilizzando account multipli per sabotare e deviare numerose conversazioni online.

Come noto, nei giorni scorsi è arrivato l‘ennesimo scontro con il presidente degli Stati Uniti Donald Trump. Twitter ha marcato due post del presidente come potenzialmente fuorvianti; pochi giorni dopo Trump ha firmato l’ordine esecutivo con cui  chiede la modifica del “Communications Decency Act”, una legge del 1996 che garantisce immunità penale alle piattaforme digitali rispetto ai contenuti pubblicati da terze parti. Il decreto prevede che il dipartimento del Commercio presenti una petizione presso la Federal communications commission (Fcc), perché definisca il raggio di azione della “Sezione 230” della legge che, a detta del presidente, potrebbe “essere rimossa o totalmente modificata”.

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

Articoli correlati