IL CASO

Chip, il Poligrafico: “Nessun problema per le carte di identità elettroniche”

L’Ad Francesca Reich a CorCom: “I microprocessori della Cie sono contactless e lo shortage riguarda quelli di diversa tipologia usati per le tessere sanitarie”. Tutele anche dai contratti: “Stipulati accordi con più fornitori per assicurarci scorte nel lungo periodo”. Ok condizionato del Garante Privacy alle norme per i documenti dei cittadini stranieri

Pubblicato il 01 Set 2022

CIE-carta identità elettronica

Nessun impatto dal chip shortage sulle carte di identità elettroniche. “Abbiamo scorte di microprocessori per i prossimi due anni”, rivela a CorCom Francesca Reich, Ad del Poligrafico e Zecca dello Stato che produce la Cie.

Quello che è successo con la tessera sanitaria – con un decreto il Mef ha normato la possibilità che il documento sia realizzato anche senza chip per ovviare alla carenza di microprocessori – non accadrà con la Cie che continuerà ad essere dotata di chip.

“E questo per due motivi – spiega Reich – Il primo riguarda il tipo di tecnologia: mentre i microprocessori della tessera sanitaria sono ‘a contatto’ e, dunque, per funzionare serve un lettore per smart card, quelli di cui è dotata la carta di identità di elettronica sono di nuova generazione, ‘contactless’ con tecnologia Nfc. Il chip shortage che ha determinato la crisi di fornitura degli ultimi mesi ha riguardato, in particolar modo, i microprocessori a contatto e non quelli di nuova di generazione che, di fatto, i chipmaker hanno continuato a produrre”.

Il secondo motivo riguarda le scelte strategiche del Poligrafico. “Abbiamo scorte per quasi due anni – assicura Reich – Abbiamo stipulato contratti con fornitori multipli che ci consentono di produrre carte di identità elettroniche con chip contactless senza problemi. Ci siamo mossi per tempo per assicurarsi approvvigionamento adeguato e non avere rischi per il futuro”.

Tessere sanitarie, cosa è successo

Dal 1° giugno si è tornato alla tessera sanitaria senza chip. La modifica normativa è stata prevista dal Decreto del Ministero dell’economia e delle finanze (Mef) emanato di concerto con il Ministero della salute e con il Ministero per l’innovazione tecnologica e la transizione digitale, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 9 giugno 2022.

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Le decisione presa “per fare fronte alla possibile carenza di materiali per la produzione dei microchip, dovuta alla grave crisi internazionale”, spiega il Mef.

Non tutte le nuove tessere sono state emesse nel vecchio formato, ma il ministero ha chiarito che si tratta di una “possibilità”.

Il problema nasce dal conflitto in Ucraina. Kiev e Mosca sono infatti ricche di palladio e neon, componenti indispensabili per le industrie che lavorano nell’ambito dei semiconduttori utilizzati anche per i chip magnetici. A questo ostacolo si è sovrapposto l’embargo di forniture di materie prime della Cina ai danni di Taiwan, leader nell’assemblamento dei microchip.

In allarme le Asl e anche gli operatori della sanità privata, preoccupati per un possibile rallentamento nell’erogazione dei servizi ai pazienti così come dei processi di digitalizzazione della Sanità.

Tessera sanitaria “chipless”, cosa cambia

In una nota il Mef spiega che a partire dal 1 giugno, la Tessera Sanitaria potrà essere emessa nella versione Ts-Cns (Carta Nazionale dei Servizi) che comprende il microchip “o in alternativa nella versione Ts semplice senza il componente elettronico”. In entrambi i casi le Tessere di nuova emissione, le emissioni per scadenza e i duplicati continueranno ad avere sul retro del tesserino plastificato la Team, la Tessera europea di assicurazione di malattia.

Per le nuove Tessere Sanitarie che saranno prodotte senza la componente Carta Nazionale dei Servizi sarà possibile, inoltre, utilizzare fino al 31 dicembre 2023 la propria Ts-Cns con microchip anche se riporta sul fronte una data di validità già scaduta.

Oltre a conservare la vecchia tessera con chip, però, i cittadini dovranno – prima della scadenza – estendere la durata del certificato di autenticazione, collegandosi sul portale del Sistema tessera sanitaria gestito dallo stesso Mef. Un’operazione per la quale è necessario essere ancora muniti del codice pin che era stato inviato insieme alla vecchia tessera.

“Questo è stato reso possibile per continuare a permettere ai cittadini di poter usufruire dei servizi digitali della Pubblica Amministrazione per i quali è previsto l’accesso tramite questa funzione sui portali istituzionali”, puntualizza il Mef.
La proroga è limitata, però, alle sole funzionalità della componente Cns e non della Team riportata sul retro della Ts-Cns.

Asl e operatori della sanità lanciano l’allarme

Mentre per le farmacie non cambierà nulla – la lettura del codice a barre consente l’emissione dello scontrino parlante che dà diritto alle detrazioni fiscali sull’acquisto di farmaci e dispositivi medici – qualche problema potrebbe venire a crearsi nelle prenotazioni delle viste mediche. In Emilia Romagna, Lombardia e Veneto senza il chip non è possibile il riconoscimento della persona tramite lettore  smart card e dunque impossibile effettuare la prenotazione. Preoccupati anche gli operatori della sanità privata. Secondo Aiop, “la nuova tessera sanitaria senza microchip, con il conseguente blocco degli accessi ai servizi online, rischia di rallentare pericolosamente il percosod di digitalizzazione della Sanità”.

Cie, la decisione del Garante Privacy

Intanto il Garante Privacy dà il sì condizionato allo schema di decreto direttoriale con il quale il Ministero dell’interno approva il documento che disciplina le modalità organizzative e tecniche per il rilascio della Carta di identità elettronica (Cie) ai cittadini italiani residenti all’estero.

Con riferimento al rilascio della Cie a un cittadino minore di 14 anni, il documento prevede che sia richiesto “ai suoi accompagnatori (padre e madre) se intendono stampare sul retro della Carta il nome e cognome del padre o della madre o di un tutore”. Tale locuzione, che identifica esclusivamente nel “padre” e nella “madre” i soggetti esercenti la responsabilità genitoriale, evidenzia il mancato adeguamento a quanto previsto dall’Autorità con il parere del 25 marzo 2021 (doc. web n. 9677947). Già in quell’occasione infatti l’Autorità aveva chiesto al Ministero di aggiungere sulla CIE dei cittadini residenti in Italia la nozione di “genitore” nella composizione “padre/genitore” o “madre/genitore”.

La corretta rappresentazione del ruolo svolto dal soggetto richiedente l’emissione della Cie per il minore – afferma il Garante – è infatti funzionale all’osservanza del principio di esattezza dei dati del Regolamento europeo, in relazione ai casi in cui i soggetti esercenti la responsabilità genitoriale non siano esattamente riconducibili alla figura paterna o materna (ad es., minore affidato non al padre e alla madre biologici ma a coloro i quali esercitino la responsabilità genitoriale a seguito di trascrizione di atto di nascita formato all’estero, sentenza di adozione in casi particolari o riconoscimento di provvedimento di adozione pronunciato all’estero).

Il Garante, quindi, ha espresso parere favorevole a condizione che le persistenti criticità rilevate siano risolte nel documento tecnico aggiungendo alla locuzione già presente di “padre” e “madre, quella di “genitore” nella composizione: “padre/ genitore e madre/genitore”.

Per quando riguarda invece l’intera procedura, che si basa sull’infrastruttura e su soluzioni tecniche già utilizzate validamente per il rilascio ordinario della Cie, l’Autorità non ha ritenuto necessario indicare ulteriori misure.

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