INNOVAZIONE

Spid, Inail cambia l’accesso ai servizi. Si parte il 28 febbraio

Da fine mese l’istituto non rilascerà più credenziali proprie: per accedere alle prestazioni gli utenti saranno obbligati ad utilizzare l’identità digitale, la carta di identità elettronica o quella nazionale dei servizi. Ecco tutte le novità

Pubblicato il 12 Feb 2021

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Inail accelera sullo Spid. Dal 28 febbraio 2021 non saranno più rilasciate nuove credenziali a nessuna categoria di utenti. I nuovi soggetti che richiedono a qualunque titolo l’abilitazione ai servizi online dovranno utilizzare come esclusiva modalità di accesso identità digitale, Cie (Carta di identità elettronica) o Cns (Carta nazionale dei servizi).

“Per i soggetti già registrati e non appartenenti alle categorie per le quali è già stato previsto l’obbligo di accesso esclusivo tramite Spid, Cie e Cns – avverte l’istituto – restano valide le credenziali precedentemente rilasciate fino a nuova data stabilita da Inail e comunque non oltre il termine del 30 settembre 2021”.

Per accedere ai servizi online Inail tramite Spid, Cie, Cns gli utenti possono collegarsi al sito Inail e effettuare l’accesso alla sezione gestioneaccessi.inail.it, dove è anche possibile registrarsi per la prima volta a portale.

Inoltre, dal 1° marzo 2021 gli utenti registrati nel profilo “Amministrazioni statali” in gestione per conto dello Stato, sia che richiedono per la prima volta l’abilitazione sia che siano già in possesso di credenziali Inail, non possono più operare con le credenziali già rilasciate ma devono accedere ai servizi online tramite Spid, Cie e Cns.

Spid e Cie, il piano di migrazione di Inail

A ottobre Inail ha emanato una circolare in cui dettaglia la transizione che prevede diverse fasi. La prima riguarda gli intermediari e gli istituti di patronato e alcuni soggetti, come i commercialisti ad esempio, che dal 1° dicembre 2020 dovranno accedere ai servizi solo tramite identità digitale, carta di identità elettronica o carta regionale dei servizi.

“Per tali categorie di utenti, l’obbligo riguarderà sia coloro che richiederanno per la prima volta l’abilitazione, sia i soggetti già in possesso di credenziali Inail – si legge nella circolare – In quest’ultimo caso, le credenziali Inail già emesse non permetteranno più, dalla data indicata, di operare”.

Per le restanti categorie di utenti, l’accesso ai servizi in rete dell’Inail continuerà a essere consentito con le credenziali già in uso.

Con riguardo ai consulenti del lavoro, Inail precisa che in virtù della convenzione siglata il 20 dicembre 2018 con il Consiglio Nazionale dell’Ordine dei consulenti del lavoro, è stato attivato lo scambio in cooperazione applicativa delle informazioni relative agli iscritti agli albi provinciali. L’Inail accede quindi direttamente ai dati in possesso del Consiglio Nazionale dell’Ordine dei consulenti del lavoro relativi all’iscrizione, alla sospensione, alla cancellazione e alla radiazione dei professionisti e provvede all’automatica abilitazione del consulente del lavoro nell’apposito gruppo, nel momento in cui il professionista effettua l’accesso al portale Inail.

Spid e Cie, il piano di migrazione di Inps

Inps invece non rilascia più pin dal 1° ottobre 2020 per accedere ai suoi servizi. Da quella data i nuovi utenti sono obbligati ad utilizzare Spid, Cie o Cns.

Per gli attuali possessori di Pin il passaggio allo Spid avverrà gradualmente secondo le istruzioni fornite con la circolare Inps 17 luglio 2020, n. 87, che prevede una  fase transitoria che si concluderà con la definitiva cessazione della validità dei Pin rilasciati dall’Istituto.

Lo switch off dei codici Inps ha fatto infuriare i sindacati dei pensionati. Consentire ai pensionati di accedere ai propri cedolini individuando un sistema che tenga conto del divario digitale: questo l’appello dei segretari generali di Spi Cgil, Fnp Cisl, Uilpa Uil, Ivan Pedretti, Piero Ragazzini, Carmelo Barbagallo i quali in una lettera inviata al presidente dell’Inps Pasquale Tridico e al presidente del Civ Inps Guglielmo Loy, hanno chiesto un tavolo urgente in cui affrontare il tema del divario digitale e delle difficoltà per milioni di pensionati di avere accesso ai propri cedolini della pensione.

“Sono passati ormai sei anni da quando l’Inps ha deciso di sopprimere le comunicazioni cartacee con cui inviava ai cittadini le informazioni sui trattamenti pensionistici, rendendo le informazioni accessibili solo online dal sito dell’Istituto, dopo rilascio di apposito Pin – si legge nella missiva -. Il bilancio è sconfortante: solo 4,5 milioni di pensionati su 16 milioni usano il Pin Inps e circa 12 milioni di pensionati oggi non riescono quindi a controllare importi ed eventuali variazioni delle loro pensioni e ad accedere ai propri cedolini, cosa quest’ultima che sarà resa ancora più difficile col passaggio da Pin Inps a Spid”.

Il Decreto Semplificazioni, ricordano i sindacati dei pensionati, “ha previsto, per chi non ha accesso a un domicilio digitale, altre modalità di messa a disposizione e consegna della documentazione della pubblica amministrazione, da determinare con successivo decreto, riconoscendo che esiste un problema di divario digitale. L’esclusione digitale di una parte consistente della popolazione anziana e pensionata, soprattutto quella di età più avanzata, è un fatto reale e rischia di aggravarsi ulteriormente”.

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