ENTERTAINMENT

Non solo Netflix, è boom dello streaming video gratuito

La crisi pandemica spinge il successo delle piattaforme TV supportate dalla pubblicità. Negli Usa platea del 23% di utenti contro il 34% totalizzato dalla società guidata da Reed Hastings

Pubblicato il 26 Ago 2020

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Svolta in vista per lo streaming video: si fa largo l’”advertising video on demand”, i video gratuiti ma con pubblicità. Un modello in via di affermazione sull’onda delle più limitate capacità di spesa degli utenti in era Covid e destinato a rendere più faticosa la crescita di Netflix & co.

Negli Usa Netflix viene seguito dal 34% della platea di utenti che non utilizza canali Tv “tradizionali”. Ma è incalzato dal 23% di utenti che guardano canali streaming supportati dalla pubblicità.

Secondo Nielsen, nonostante Netflix, Hulu, Amazon e YouTube continuino a fare la parte del leone (Disney + ha già conquistato il 4% dopo il debutto a novembre 2019), i video supportati da pubblicità rappresentano quasi un quarto della distribuzione totale in streaming. Fra i più popolari, oltre a Youtube, negli Usa spiccano Pluto TV (ViacomCBS), Xumo (Comcast) Tubi (Fox), Roku  Channel, Sony Crackle, Vudu (Fandango Media).

Le famiglie dello streaming free

In realtà lo streaming video con pubblicità raggruppa una serie di modelli: si va dall’Avod (video on demand supportato da pubblicità) al Fast (supportato da pubblicità gratuita) e al Ctv (TV connessa): di fatto, rappresenta una valida scelta in mezzo al mare di offerte nel settore. Oltre ad attirare consumatori già abbonati ai vari Netflix e Prime Video, le opzioni supportate da pubblicità promettono di diventare più popolari tra i consumatori a corto di liquidità perché colpiti dalla crescente disoccupazione causata dalla pandemia.

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Trend di mercato

Ciononostante i nuovi entranti, fa sapere Nielsen, dovranno valutare le attuali tendenze di visualizzazione prima di adottare un modello di business che potrebbe non essere allineato alle nuove esigenze dei consumatori.

La pandemia ha sconvolto le routine quotidiane (e notturne), orientando gli utenti verso forme di entertainment nuove e coinvolgenti. Un cambiamento che potrebbe aver alterato in modo permanente il consumo dei media, in particolare per i segmenti della popolazione che in epoca pre-Covid non utilizzavano lo streaming: forte il ruolo dei televisori connessi a Internet. Ma anche la Tv lineare e la radio sono quasi tornate ai consueti livelli stagionali.

Nel secondo trimestre 2020 gli americani hanno guardato più di 142 miliardi di minuti di video in streaming. La crescita anno su anno in minuti trascorsi con contenuti Svod (Netflix, Amazon, Disney +) è stata superiore al 57% e rappresenta più di 12 miliardi di minuti.

Considerati finora le “Cenerentole” della Tv, i servizi supportati da pubblicità sono invece decollati velocemente grazie a spot ridotti e focus su contenuti “vecchi”, in particolare film di successo degli anni ’80 e ’90 che soddisfano una nicchia non ancora esplorata.

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