STRATEGIE

Samsung punta sugli Usa: sul piatto 10 miliardi di dollari per una fabbrica in Texas

Lo stabilimento potrebbe sfornare circuiti logici a 3 nm già dal 2022. Il colosso sud-coreano punta a proporsi come contractor per Microsoft, Amazon e Google che vogliono disegnarsi i processori in autonomia

Pubblicato il 25 Gen 2021

Patrizia Licata

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Samsung è pronta a mettere sul piatto 10 miliardi di dollari per costruire una nuova fabbrica di chip avanzati negli Stati Uniti. L’impianto, sito a Austin, Texas, produrrà circuiti logici, inclusi quelli a 3 nanometri (nm), e sarebbe il terzo impianto al mondo per Samsung a usare la tecnologia della litografia ultravioletta estrema per produrre chip, come riporta Bloomberg.

Una fabbrica di chip avanzati negli Stati Uniti è un’importante mossa strategica per Samsung perché le permette di ottenere più facilmente nuovi contatti da clienti americani come Microsoft, Google e Amazon che vogliono disegnare da sole i propri chip ma hanno poi bisogno di un partner per la fabbricazione.

Verso il mercato dei chip logici

Il progetto di Samsung è alle fasi iniziali, ma la casa di Seul ha già comprato il terreno e le autorità di Austin (dove Samsung è già presente con impianti produttivi) stanno valutando il progetto, riporta Nikkei. Se ci sarà l’atteso via libera il nuovo stabilimento dei chip avanzati entrerà in funzione nel 2023.

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I piani a lungo termine di Samsung sull’attività di chip prevedono un investimento di 116 miliardi di dollari nei prossimi dieci anni nell’ambito dei chip non di memoria. I chip prodotti dagli stabilimenti che l’azienda coreana possiede a Austin sono fermi alla tecnologia meno avanzata a 14 nm, ma dal 2022 potrebbero arrivare i nuovi circuiti a 3 nm. Samsung ha un posizionamento consolidato nei memory chip, ma spinge per allargarsi sul mercato dei core logici, come i processori per smartphone e computer, che è ancora più redditizio.

Un accordo per l’outsourcing di Intel?

Samsung già fabbrica chip per Qualcomm e Nvidia e, secondo quanto scrive il Korea Times, è vicina a siglare un accordo con Intel. Per Intel la casa sud-coreana potrebbe produrre 15.000 chip grafici a partire dalla seconda metà di quest’anno proprio dallo stabilimento di Austin. Il colosso di Santa Clara continua a produrre da sola i suoi chip, ma l’intenzione, illustrata dal ceo entrante Pat Gelsinger, è di ricorrere in parte all’outsourcing “per certe tecnologie e prodotti” dal 2023.

Con l’investimento nella fabbrica texana Samsung si propone esattamente come partner della produzione affidata in outsourcing. L’azienda coreana ovviamente produce i processori anche per i propri smartphone (col suo brand Exynos).

L’incognita del vuoto di leadeship

Sull’operazione pesa un punto interrogativo. A pochi mesi dalla morte dello storico presidente Lee Kun- hee, il figlio Lee Jae-yong, l’erede del colosso industriale e tecnologico della Corea del Sud, è stato arrestato, a meno di tre anni dalla libertà condizionata, dopo che l’Alta Corte di Seul lo ha condannato a 30 mesi di carcere per corruzione e appropriazione indebita. Questo potrebbe bloccare l’investimento programmato dall’azienda coreana.

Samsung dovrà anche vedersela con la concorrenza di un colosso della produzione, Tsmc (Taiwan semiconductor manufacturing company), che produce i processori per diverse aziende statunitensi. Tra queste c’è Apple, i cui processori a 5nm usati negli ultimi modelli dit iPhone e computer Mac arrivano proprio dal contractor di Taiwan.

Anche Tsmc sta investendo in una fabbrica negli Stati Uniti, in Arizona, che dovrebbe essere operativa nel 2024. Sul piatto ha messo con 12 miliardi di dollari.

@RIPRODUZIONE RISERVATA

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