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5G, dietrofront degli Usa su Huawei: sì alla collaborazione sullo standard-setting

La black list del dipartimento del Commercio si è rivelata un boomerang: negli organismi internazionali dove si definiscono gli standard la Cina ha assunto un ruolo da protagonista rispetto agli sviluppatori americani. Gli Usa provano a riprendersi la leadership

Pubblicato il 16 Giu 2020

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Passo indietro degli Stati Uniti sul ban contro Huawei: le aziende americane potranno collaborare col vendor cinese per quel che riguarda il processo di definizione degli standard per le reti 5G. Il dipartimento del Commercio e altre agenzie federali hanno firmato l’emendamento alla norma con cui l’anno scorso, per motivi di sicurezza nazionale, il governo Usa ha deciso di inserire il vendor cinese nella entity list, una “black list” che vieta alle aziende Usa di vendere prodotti e tecnologie a Huawei a meno che non ottengano un’autorizzazione speciale del dipartimento del Commercio.

La decisione arriva dopo che Washington si è resa conto delle pesanti ripercussioni sul ruolo americano nel processo di standard-setting del 5G. Il divieto ha infatti fortemente limitato la collaborazione tra americani e cinesi all’interno degli organismi internazionali che si occupano di definire gli standard per le nuove reti mobili, perché non è chiaro quali scambi di informazioni e tecnologie le aziende Usa possano avere con il colosso di Shenzhen.

Guidare lo standard-setting

“Gli Stati Uniti non cederanno la leadership nell’innovazione globale”, ha affermato all’agenzia Reuters il segretario al Commercio Wilbur Ross. “Il dipartimento è determinato nel suo obiettivo di proteggere la sicurezza nazionale e gli interessi nella politica estera degli Usa e per questo incoraggiamo l’industria americana a impegnarsi pienamente e a sostenere le tecnologie Usa perché diventino standard internazionali“. La partecipazione degli Stati Uniti allo standard-setting, sottolinea il dipartimento del Commercio “influenza il futuro del 5G, i veicoli autonomi, l’intelligenza artificiale e altre tecnologie di avanguardia”.

Altre fonti del governo americano e anche dell’industria confermano che l’emendamento al ban contro Huawei (che coinvolge anche la connazionale Zte) non va visto come un indebolimento della strategia degli Usa contro Huawei, il maggior fornitore mondiale di attrezzature di telecomunicazione. Invece è un aggiustamento necessario a un divieto che mette gli Stati Uniti in posizione di svantaggio competitivo.

Gli Usa rivogliono la leadership

Con il ban su Huawei, gli sviluppatori di diverse aziende tecnologiche Usa hanno smesso di lavorare con Huawei allo sviluppo degli standard delle reti di nuova generazione. Negli incontri internazionali di standard-setting, dove vengono definiti protocolli e specifiche tecniche per il funzionamento e l’interoperabilità delle attrezzature di rete di vendor diversi, Huawei ha guadagnato peso mentre gli sviluppatori americani si sono dovuti accontentare della seconda fila, ha sottolineato Naomi Wilson, senior director of policy for Asia dell’Information technology industry council, che rappresenta aziende tra cui Amazon, Qualcomm e Intel.

“Questo chiarimento normativo era assolutamente necessario e permetterà alle aziende americane di tornare a competere e a guidare queste attività fondamentali che abilitano l’implementazione delle tecnologie avanzate, come il 5G e l’AI, su tutti i mercati”, ha dichiarato la Wilson. “Attendiamo la nuova norma e offriamo piena disponibilità a collaborare con il governo per la sua attuazione”.

Il segretario di Stato americano Mike Pompeo incontrerà i rappresentanti del governo cinese alle Hawaii questa settimana, ma le fonti di Reuters sottolineano che le tensioni tra i due paesi si sono esacerbate.

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