IL NUOVO STANDARD

6G, nelle linee guida della Ngmn anche gli obiettivi Onu per la sostenibilità

Pubblicato il white paper su driver e sfide della prossima generazione mobile. Tra i pilastri le aspettative degli utenti e gli impatti su società e ambiente

Pubblicato il 20 Apr 2021

Patrizia Licata

reti futuro

Gli obiettivi Onu per lo sviluppo sostenibile (SDGs) devono entrare nella realizzazione delle reti e dei servizi del 6G, lo standard mobile di prossima generazione su cui già sono partite le sperimentazioni globali. Per questo il White paper 6G Drivers and Vision della Ngmn (Next generation mobile networks alliance) inserisce nella sua vision l’impatto su ambiente e società tra gli elementi da considerare nell’evoluzione della tecnologia per la connettività mobile.

L’alleanza ritiene, si legge in una nota, che la costante evoluzione dell’industria mobile e delle sue tecnologie debba essere guidata dall’imperativo di salvaguardare tre fondamentali necessità che la società nel suo complesso, e l’industria delle telecomunicazioni in particolare, devono affrontare: quelle sociali, quelle operative per le telco, e quelle per l’utente finale.

I tre pilastri del 6G

Questi pilastri del 6G ne saranno anche, secondo l’Ngmn, i driver del suo sviluppo.

In particolare, per quel che riguarda la sostenibilità sociale, la Ngmn si richiama agli obiettivi di sviluppo sostenibile definiti dalle Nazioni unite (Sustainable development goals). Le tecnologie future dovrebbero dare un contributo al raggiungimento dei traguardi dell’Onu, come sostenibilità ambientale, assistenza sanitaria efficiente, riduzione della povertà e delle diseguaglianze, miglioramento della sicurezza pubblica e della tutela della privacy, sostegno alla terza età in popolazioni con età medie sempre più alte, gestione dell’urbanizzazione.

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Sulle necessità operative per le telco, la Ngmn sottolinea che è estremamente importante rendere più efficiente per gli operatori di rete mobile progettare, realizzare, gestire e tutelare le prestazioni delle loro reti.

Il terzo pilastro riguarda le aspettative di mercato: occorre soddisfare le richieste dei clienti offrendo nuovi servizi e funzionalità abilitati da nuove tecnologie in un modo che non gravi sui costi delle telco.

Il board dell’Ngmn raccomanda di dare priorietà a questi driver nell’attività globale di ricerca, progettazione e sviluppo dello standard  per la prossima generazione mobile.

Il 6G deve differenziarsi dal 5G

Serve un’evoluzione tecnologica che porti differenziazione, sottolinea il white paper. Qualunque progresso tecnologico dovrebbe essere valutato considerando la sua differenziazione dal 5G e qualunque miglioramento dovrebbe essere testato e misurato, inclusi i concreti scenari di sviluppo, in rapporto ai ritorni per gli operatori.

Gli operatori mobili conoscono bene i loro utenti finali e i vari segmenti verticali delle industrie: il loro compito è comprendere le loro necessità future e affrontare lo sviluppo del 6G con approccio olistico. Per questo dovranno dialogare anche con le associazioni che rappresentano gli utenti e la società.

Il white paper indaga anche le sfide da considerare nell’evoluzione verso il 6G, tra cui la costruzione di un ecosistema e di standard unificati su scala globale.

Già in precedenti interventi la Ngmn ha evidenziato che per la nuova generazione mobile occorre considerare non solo requisiti operativi ma le esigenze delle società. L’alleanza ha elaborato un 6G Work Programme che considera questi aspetti e al quale seguirà un’analisi dei casi d’uso e dei requisiti di sistema end-to-end. Il 6G dovrà essere un lavoro condiviso in tutto l’ecosistema affinché l’implementazione abbia successo, sostiene l’Ngmn.

Usa e Giappone alleate sul 6G

In diversi paesi del mondo, con la Cina in testa ma un ruolo importante anche per l’Europa, le aziende telecom e i laboratori di ricerca stanno già pensando al futuro delle comunicazioni mobili dopo il 5G. Per far fronte alla concorrenza Stati Uniti e Giappone si sono uniti per investire congiuntamente 4,5 miliardi di dollari (2,5 miliardi gli Usa, 2 miliardi il Giappone) per lo sviluppo della tecnologia mobile di prossima generazione e per reti 5G “sicure e aperte”. Lo hanno concordato i leader dei due Paesi, Joe Biden e Yoshihide Suga, durante il loro incontro alla Casa Bianca.

Biden e Suga hanno concordato investimenti comuni nella ricerca, sviluppo, collaudo e commercializzazione di reti sicure e tecnologie per l’informazione e le comunicazioni avanzate. Tra le varie priorità, Usa e Giappone intendono portare avanti lo sviluppo delle Open-ran, una piattaforma opern source che consenta agli operatori di rete di impiegare simultaneamente apparecchiature di diversi costruttori.

Ad oggi i vendor cinesi Huawei e Zte detengono circa il 40% del mercato globale delle stazioni base per il 5G; le europee Ericsson e Nokia, assieme alla sudcoreana Samsung Electronics, hanno un’ulteriore quota del 50%, mentre le aziende statunitensi e giapponesi devono accontentarsi di quote minoritarie.

A Forum PA 2021 due scenari sul rapporto sostenibilità e connettività

Lo sviluppo sostenibile passa necessariamente dalla definizione di una nuova, coerente ed efficace politica industriale per l’innovazione e la competitività delle imprese. Il tema sarà approfondito a Forum PA 2021 con un confronto in programma il 22 giugno sulle principali linee di intervento per l’ammodernamento e la trasformazione digitale del settore produttivo: tra queste, l’infrastrutturazione tecnologica con le reti ultraveloci in fibra ottica e 5G. Tra gli ospiti dell’evento: Sangeet Paul Choudary, CEO – Platformation Labs, e Alec Ross, Distinguished Visiting Professor Bologna Business School, – Università degli Studi di Bologna.  Qui per registrasi all’evento https://forumpa2021.eventifpa.it/it/event-details/?id=9802&tid=1885

Il 23 giugno altro scenario dedicato al rapporto tra sostenibilità e sviluppo tecnologico, perché la sfida della sostenibilità non può più prescindere dal ruolo abilitante della trasformazione digitale. Si parlerà di smart grid, efficientamento energetico, agricoltura 4.0, impresa verde, economia circolare, infrastrutture e mobilità sostenibile e di nuovi paradigmi in grado di garantire una riduzione dell’impatto ambientale delle tecnologie. Tra gli ospiti: Carlo Ratti, Professor of Urban Technologies and Planning Director – Massachusetts Institute of Technology di Boston, e Luca Mercalli, Climatologo e Presidente dell’associazione Società Meteorologica Italiana. Qui per registrarsi all’evento https://forumpa2021.eventifpa.it/it/event-details/?id=9803&tid=1886

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