LA LETTERA

Call center, Assocontact e sindacati: “Modificare incentivi alle assunzioni”

L’associazione insieme a Slc, Fistel e Uilcom chiede un incontro urgente al governo: “Le norme previste dalla Legge di stabilità hanno determinato una distorsione accentuata dalla concorrenza”

Pubblicato il 16 Giu 2015

F.Me.

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Un incontro urgente al governo sui call center. Lo chiedono Assocontact congiuntamente ai sindacati di categoria Slc, Fistel e Uilcom: sul tavolo la richiesta di modificare urgentemente le norme introdotte dalla Legge di stabilità per le incentivazioni alle assunzioni, soprattutto riguardo la decontribuzione triennale, che hanno indotto, nel settore dei servizi dei call‐center, una distorsione accentuata della concorrenza”.

“Tale distorsione – si legge nella lettera – consente che l’azienda che si propone, nelle gare pubbliche o acquisendo lavoro da committenti privati, come fornitore di servizi di contact center con personale neo assunto è in grado di avanzare tariffe inferiori del 30% rispetto ad aziende che operano già sul mercato con personale assunto negli anni precedenti. Tale divergenza è determinata dal fatto che in un servizio di contact center il costo del lavoro rappresenta fino all’ottanta per cento del costo totale.”

Secondo Assocontact e i sindacati “questo fenomeno produce una pesante contrazione delle tariffe di mercato, che si sono allineate immediatamente ai nuovi valori offerti dalle aziende con lavoratori neo assunti, con pesanti ripercussioni in termini di perdita di commesse e cali dei volumi per le aziende strutturate.”

“A questo – prosegue la comunicazione – si aggiunge il mancato rispetto degli impegni assunti dai due Ministeri in termini di applicazione delle previsioni di cui all’art. 24 bis del Decreto Legge 22 giugno 2012 n. 83, convertito dalla Legge 134/2012, per disciplinare le delocalizzazioni all’estero delle attività di contact center, impegno non più assolto nonostante gli annunci rilasciati dal Governo nel mese di dicembre 2014, che ha determinato un notevole spostamento di attività verso Paesi a basso costo del lavoro e la totale disapplicazione delle previsioni di una Legge dello Stato”. “Ma nessuna soluzione è stata trovata, nonostante i proclami, e nessun tavolo ministeriale convocato”, attaccano i firmatari.

“Si è pertanto giunti al paradossale fenomeno di sostituzione dell’occupazione, per la quale sono ormai oltre 10.000 i posti di lavoro (la maggior parte collocati nelle aree meridionali del Paese) – spiega la missiva – che si stanno perdendo in tutte le imprese strutturate che non sono più in grado di competere sul mercato. Tali crisi sono ben note ai ministeri, coinvolti in tavoli di crisi spesso irrisolvibili a causa delle regole presenti. In aggiunta a ciò, anche la qualità del servizio offerta ai clienti / cittadini ne risente sia in termini di mancati investimenti su innovazione e ricerca sia sul servizio offerto.”

“Il settore, infine – concludono Assocontact e le OO. SS. – se opportunamente regolato e disciplinato, sarebbe in grado di offrire quella crescita occupazionale così ambìta proprio dal governo, andando a offrire una valida offerta di lavoro proprio a quelle fasce della popolazione che oggi sono attraversate da tassi di disoccupazione drammatici. Il tutto introducendo elementi di regolazione a costo zero per le casse dello Stato”.

“Il tavolo di crisi è pertanto ormai urgentissimo per individuare e applicare immediatamente le soluzioni necessarie a evitare che la distorsione della concorrenza possa determinare la chiusura delle aziende e il licenziamento di migliaia di lavoratrici e lavoratori”.

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