MERCATO UNICO DIGITALE

Codice Comunicazioni elettroniche, il Mise avvia la consultazione pubblica

Finalizzata ad acquisire l’orientamento sugli obiettivi della direttiva individuati all’interno della Strategia Ue è rivolta a tutti gli stakeholder, in particolare le telco. Il termine per presentare i contributi fissato al 12 giugno

Pubblicato il 26 Mag 2021

Patrizia Licata

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Il ministero dello Sviluppo economico ha aperto la consultazione pubblica sul nuovo Codice Tlc dell’Unione europea. Lo ha comunicato lo stesso Mise in una nota con cui afferma di aver indetto “la procedura di consultazione pubblica relativa allo schema di Decreto legislativo di recepimento della direttiva (Ue) 2018/1072 del Parlamento europeo e del Consiglio dell’11 dicembre 2018 che istituisce il Codice europeo delle comunicazioni elettroniche“.

La consultazione è finalizzata ad acquisire l’orientamento del mercato sugli obiettivi della direttiva individuati all’interno della Strategia per il mercato unico digitale in Europa. È rivolta in particolare agli operatori di mercato delle reti e dei servizi di comunicazione elettronica.

Come partecipare alla consultazione

I contributi e le comunicazioni in risposta ai quesiti posti in consultazione, preferibilmente da sintetizzare in massimo 25 pagine, dovranno essere inviati entro e non oltre il termine di chiusura della consultazione del 12 giugno 2021 all’indirizzo Pec: dgscerp.div02@pec.mise.gov.it ed anticipati via mail all’indirizzo: donatella.proto@mise.gov.it . Non saranno prese in considerazione risposte pervenute oltre il termine sopra indicato.

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Il Mise chiarisce che “Il documento di consultazione e le comunicazioni fornite dai soggetti che aderiscono all’indagine non precostituiscono alcun titolo, condizione o vincolo rispetto ad eventuali successive decisioni di questa Amministrazione e/o delle competenti Autorità nazionali di regolamentazione, in relazione ai temi trattati”.

Il ritardo italiano sul recepimento della direttiva

L’Italia è tra i 24 Stati dell’Ue nei confronti dei quali Bruxelles ha avviato a febbraio la procedura d’infrazione per non aver recepito entro la scadenza fissata le nuove norme del Codice europeo per le comunicazioni elettroniche. Il termine per il recepimento nella legislazione nazionale era il 21 dicembre 2020, ma ad oggi, ha spiegato la Commissione europea, “solo la Grecia, l’Ungheria e la Finlandia hanno notificato l’esecutivo Ue di aver adottato tutte le misure necessarie per il recepimento della direttiva, dichiarando così di aver completato il recepimento”.

Di conseguenza sono partite da Bruxelles le formali lettere di costituzione in mora a Belgio, Bulgaria, Repubblica Ceca, Danimarca, Germania, Estonia, Irlanda, Spagna, Francia, Croazia, Italia, Cipro, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi, Austria, Polonia, Portogallo, Romania, Slovenia, Slovacchia e Svezia. La Commissione europea ha chiesto, entro due mesi, di recepire la direttiva e informarne l’esecutivo Ue.

Nuove norme per la comunicazione nell’era digitale

Il Codice europeo delle Tlc modernizza il quadro normativo europeo per le comunicazioni elettroniche “al fine di rafforzare i diritti dei consumatori e ampliare le loro possibilità di scelta, per esempio garantendo contratti più chiari, servizi di qualità e mercati competitivi”, afferma l’esecutivo Ue. “Il codice garantisce inoltre standard più elevati per i servizi di comunicazione, tra cui comunicazioni di emergenza più efficienti e accessibili. Ancora, il codice consente agli operatori di beneficiare di norme che incentivano gli investimenti nelle reti ad altissima capacità e offre loro una migliore prevedibilità regolatoria; questo porta a servizi e infrastrutture digitali più innovativi”.

La direttiva relativa al Codice europeo delle comunicazioni elettroniche è stata approvata ed è entrata in vigore a fine 2018.

Tra le novità introdotte: un tetto massimo per le chiamate all’interno della Ue, lo sviluppo del 5G, il sostegno agli investimenti nella banda larga ultraveloce. Si prevede che gli Stati membri facilitino l’introduzione del 5G, mettendo a disposizione uno spettro adeguato entro il 2020 per raggiungere l’obiettivo della “Roadmap UE 5G“: una rete di quinta generazione mobile in almeno una delle principali città di ogni Paese dell’Ue entro due anni. Tra i pilastri del Codice europeo per le comunicazioni elettroniche ci sono incentivi per gli investimenti in fibra per gli operatori wholesale only e facilitazioni per il co-investimento in reti. E ancora licenze d’uso ventennali per le frequenze.

La normativa protegge meglio gli utenti di smartphone, compresi gli utenti di servizi basati sul web (Skype, WhatsApp, ecc.) e rafforza i requisiti di sicurezza, inclusa la crittografia. Introduce il diritto di conservare il proprio numero di telefono fino a un mese dalla rescissione del contratto e il diritto al rimborso del credito prepagato non utilizzato al momento della risoluzione del contratto, nonché un indennizzo in caso di ritardo o abuso nel passaggio a un altro operatore. Previsto anche un taglio dei costi delle chiamate internazionali all’interno della Ue: per la prima volta viene stabilito un tetto di 19 centesimi al minuto e di 6 centesimi per gli sms.

I dettagli del Codice europeo delle Tlc

Nel dettaglio, per il mercato telecom le nuove norme hanno l’intenzione di stimolare gli investimenti di rete continuando a tutelare la concorrenza e gli interessi degli utenti finali. Il Codice prevede nuove opportunità per i regolatori nazionali di accedere alle infrastrutture civili e ad elementi essenziali della rete; agevolazioni per il co-investimento nelle reti in fibra; periodi più lunghi di market review per le decisioni regolatorie ex ante (cinque anni anziché tre) per offrire maggiori certezze agli operatori. Al tempo stesso, sarà possibile regolare due operatori di rete dominanti sullo stesso mercato e la Commissione Ue si riserva il diritto di fissare la stessa tariffa di terminazione voce per tutta l’Ue.

Il Codice delle comunicazioni elettroniche fa parte del più ampio pacchetto sulla connettività, proposto dalla Commissione europea nel settembre 2016. L’iniziativa prevede di raggiungere entro il 2025 i seguenti obiettivi: connettività gigabit per i principali motori economici, come le scuole, le medie e grandi imprese e i principali prestatori di servizi pubblici; connettività potenziabile di almeno 100 Mb al secondo per tutte le famiglie europee; copertura 5G per tutte le aree urbane e tutti i principali assi di trasporto terrestre.

Sulla tutela dei consumatori, viene estesa agli Over the top parte della regolazione che oggi riguarda i servizi telecom. Il Codice delle comunicazion elettroniche individua infatti tre tipologie di servizi di comunicazione elettronica soggetti a regulation: servizi di accesso a Internet (in pratica gli Isp); servizi di comunicazione interpersonali (copre anche gli Ott); diffusione di segnali (come nei servizi Tv o M2M). Gli Ott dovranno fornire ai clienti informazioni sulla qualità del servizio offerto, proprio come una telco, e risarcimenti se il servizio erogato non corrisponde a quello garantito.

Il Codice delle comunicazioni elettroniche è anche un elemento importante della Strategia per il mercato unico digitale (Digital single market): si tratta dell’unica iniziativa legislativa che riguarda questa nuova infrastruttura, necessaria per l’economia digitale e precondizione per la competitività futura dell’Ue.

Il risultato atteso del nuovo Codice è  la rapida e diffusa adozione delle reti di prossima generazione, come le reti Ftth (Fiber to the home) e le tecnologie per le comunicazioni mobili a larga banda (5G). Questa maggiore connettività potrebbe favorire anche la creazione di nuove imprese e nuovi modelli d’impresa ed essere pertanto un fattore propulsivo molto importante per la crescita. Secondo Bruxelles, se le misure proposte per la diffusione della rete 5G in tutta Europa fossero attuate entro il 2020-2025, i guadagni per l’Ue potrebbero ammontare a una somma stimata a 146,5 miliardi di euro all’anno. Queste misure potrebbero inoltre permettere di creare fino a 2,4 milioni di posti di lavoro

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