Arrivare alla fine delle tariffe roaming nella Ue “in tempi ragionevoli e compatibili con quelli indicati dal Parlamento è una delle priorità della presidenza”. Lo ha indicato il sottosegretario alle comunicazioni Antonello Giacomelli che ha presieduto la riunione del Consiglio europeo delle tlc. “I cittadini nutrono aspettative elevate”. Purtroppo però “dobbiamo registrare che nessuna delle bozze di compromesso elaborate a livello tecnico ha raccolto un grado sufficiente di condivisione”. Il Parlamento ha chiesto la fine del roaming entro fine 2015.
Una delle piste percorribili per cercare di trovare un’intesa sulla fine del roaming nell’Ue potrebbe delinearsi “introducendo e affinando la distinzione tra dati e fonia”, ha spiegato il sottosegretario.
Aprendo il Consiglio Ue questa mattina, Giacomelli aveva evidenziato come sul roaming i cittadini europei nutrano aspettative molto alte e capiscono sempre meno una sorta di tassa doganale sotto forma di tariffa. “Anche gli operatori necessitano di chiarezza sui tempi per valutare gli investimenti sulle reti e sui servizi – spiegava – L’esigenza di arrivare alla fine del roaming in tempi ragionevoli e compatibili con quelli già indicati dal parlamento europeo, magari anche affinando la diversa realtà di dati e fonia, ha rappresentato e rappresenta una delle priorità del lavoro della Presidenza. Purtroppo non è stato raggiunto un accordo nonostante molti tentativi di sintesi e di compromesso. Il rischio che la fine del roaming slitti molto in avanti rispetto ai tempi attesi dai cittadini europei è molto concreto, va scongiurato e sta alla responsabilità di tutti noi evitarlo. La presidenza intensificherà il suo impegno ma è a tutti chiaro che solo un forte input politico dei governi potrà sbloccare positivamente la situazione”.
Oggi al Consiglio Telecomunicazioni Ue c’è stata una fumata su roaming zero e net neutrality: le complicate trattative sul pacchetto “Connected continent” saranno aggiornate le prossime riunioni tecniche degli sherpa nazionali. Riunioni che ripartiranno a dicembre.
Non è passata la proposta di aprire un parallelo canale di negoziazione informale con Parlamento europeo e Commissione Ue finalizzato a tastare il terreno per un compromesso inter-istituzionale.Che sarà comunque necessario per l’approvazione finale del testo.
Riguardo la soppressione del roaming, nel corso del Consiglio di oggi un gruppo consistente di Stati ha ribadito la necessità di analizzare “ulteriormente le implicazioni sui mercati nazionali”: in particolare di attendere che il Berec (l’organismo dei regolatori europei per le tlc) si esprima in un atteso parere previsto per inizio dicembre.
Al di là della data di entrata in vigore dell’euro-tariffa, le divisioni più profonde si registrano com’è noto sul perimetro e le modalità di applicazione del “fair use”, il limite massimo di traffico che l’utente all’estero può utilizzare agli stessi prezzi domestici che scattino le tariffe aggiuntive. Ma c’è anche maretta sulle regole che dovrebbero applicarsi alle tariffe wholesale, quelle che gli operatori si praticano rispettivamente per dare accesso alle proprie reti.
Anche sulla Net neutrality, nonostante le tante dichiarazioni d’intenti in favore dell’Internet libero, si procede in ordine sparso. Alcuni paesi sono apparsi favorevoli ad un rallentamento dei negoziati e, come sul roaming, a ulteriori consultazioni. Una maniera appena più diplomatica per segnalare che sul tema le sensibilità tra governi restano ancora diverse. In generale prevale un clima di grande prudenza, a maggior ragione dopo le polemiche dei giorni scorsi. Sottotraccia, la linea più condivisa sembra quella di evitare soluzioni sbrigative che, qualunque sia l’orientamento, potrebbero trasformarsi in un boomerang. La Presidenza italiana è stata ringraziata dai ministri per il lavoro svolto in questi mesi, e invitata a perseguire gli sforzi sino alla scadenza del semestre.