IL REPORT

Internet, per gli italiani “diritto fondamentale”. E il 60% vuole subito il 5G

Il report del Censis in collaborazione con WindTre: nello scenario post-pandemia il web parte irrinunciabile della vita quotidiana. Ma lo Stato dovrebbe in parte finanziare le connessioni. O le Big tech versare una fee alle telco

Pubblicato il 12 Lug 2021

Internet censis

L’86% degli italiani pensa che il web debba essere garantito a tutti: l’emergenza Covid ha dimostrato in maniera lampante che Internet è essenziale per garantire i servizi, lavorare, studiare, accedere alle notizie, all’intrattenimento e socializzare. Adesso per gli italiani Internet è equiparabile a un diritto fondamentale. Inoltre, il 60% vuole la tecnologia 5G subito operativa.

È quanto emerge dal Rapporto “Il valore della connettività nell’Italia del dopo Covid-19” realizzato dal Censis in collaborazione con WindTre.

Nel dettaglio, rivela lo studio realizzato insieme all’azienda guidata da Jeffrey Hedberg, l’86,3% degli italiani afferma che l’accesso a Internet deve essere garantito a tutti, ovunque e comunque (la percentuale sale al 93,6% tra i giovani). Per l’80,2% (l’85,2% dei giovani) i costi di connessione dovrebbero essere finanziati, per intero o in parte, dalla fiscalità generale, rimuovendo ogni barriera d’accesso, a cominciare da quella economica.

Il paradosso delle tariffe. Chi deve pagare?

Attualmente sono 46 milioni gli italiani dotati di una connessione a Internet. Di questi, il 65,5% si connette sia tramite la rete fissa, sia tramite la rete mobile, il 14,1% solo da mobile, il 12,1% solo da fissa.

Per l’88,9% degli italiani che ne erano dotati, la propria connessione su rete fissa ha funzionato bene durante l’emergenza sanitaria. Nel momento del massimo bisogno, gli operatori Tlc non si sono fatti trovare impreparati, garantendo connessioni sicure, affidabili e veloci, si legge nel report. Che però puntualizza che le telco, pur essendo protagoniste essenziali nel nuovo contesto post Covid-19 come lo sono state durante la pandemia, operano con margini ridotti a causa di tariffe che risentono della pressione concorrenziale e investimenti infrastrutturali crescenti.

Lo sforzo competitivo degli operatori è compreso solo in parte dalla popolazione: per il 44,7% degli italiani in questi anni le tariffe non si sono ridotte (il 41% dice che si sono ridotte e il 14,3% è incerto). Come uscire dal cortocircuito? Per la maggioranza degli italiani (l’83,6%) una possibile exit strategy consiste nel far pagare una fee ai giganti del web.

Sul piano della percezione collettiva, sottolinea il report, le Big tech come Facebook e Google hanno generato un’assenza di comprensione del perché occorra pagare l’accesso alla Rete, visto che la fruizione dei loro servizi online è gratuita.

Infatti, di fronte all’ipotesi per cui Google, Facebook e altri social decidessero di far pagare una fee di iscrizione solo il 12,9% degli italiani è d’accordo. L’83,6% è contrario; piuttosto si dice favorevole a far pagare ai big del web e ai social una fee da destinare ai provider.

La vita degli italiani è sempre più online

La vita quotidiana degli italiani è permeata dal web. Il 91,5% tiene contatti online con familiari, amici e conoscenti. Il 78,9% usa Internet per questioni legate alla salute. Il 75,9% per pagare bollette, multe, tasse. Il 75,5% per le attività del tempo libero, dal gaming online ai film, le serie tv, le partite di calcio. Il 74,1% per fare acquisti online. L’86,9% degli occupati usa il web per lavoro, l’83,6% degli studenti per le attività didattiche.

Le percentuali crescono nella fascia di popolazione tra i 18 e i 34 anni: il 93,4% dei più giovani usa le proprie connessioni su linea fissa o mobile per le relazioni con familiari, amici e conoscenti, il 90,8% per gaming online, vedere film, serie tv, partite di calcio, e altre attività di intrattenimento, il 90,1% dei giovani occupati per lavoro, l’88,5% per pagare bollette, multe e tasse, l’86% per gli acquisti on line, l’83,9% per aspetti legati alla salute, il 64,8% per la didattica a distanza.

5G, solo il 14% dà credito alle fake news

Occorre perciò attrezzarsi al meglio: 13 milioni di italiani vogliono potenziare nei prossimi mesi la propria connessione su rete fissa, 3 milioni vogliono attivarla per la prima volta. E il 60,4% è favorevole a rendere il 5G subito operativo ovunque (il dato sale al 67,4% tra i laureati e al 77,3% tra i giovani).

Solo il 14,4% si dichiara contrario, ritenendolo dannoso per la salute. Scarso è quindi il credito di rumor generati da fake news e teorie complottiste per cui il 5G sarebbe nocivo per la salute: l’80% degli italiani lo ritiene sicuro. Tra i giovani, il 77,3% è favorevole all’attivazione del 5G.

I rischi del web: le frodi spaventano di più

Gli italiani sono consapevoli delle potenzialità del web, ma ne comprendono anche i rischi. Il 54,3% ha paura delle frodi durante le operazioni bancarie o gli acquisti online, il 43,1% teme i rischi legati al libero accesso alla rete da parte dei minori, il 27,6% la possibile dipendenza dai social network, il 22,6% è spaventato dagli hater.

I più giovani, grandi utilizzatori del web, sono anche più consapevoli dei tanti rischi: condividono con adulti e anziani la paura per le frodi online (57,1% dei giovani, ed è il 60,9% tra adulti e il 40% tra gli over 65) ma sono più preoccupati dai rischi per la salute mentale, di dipendenza da web e social, perché la teme il 35,2% dei giovani mentre è il 28,6% tra gli adulti, il 20,2% tra gli anziani.

La scelta del provider: conta il servizio

Sempre più maturi nel rapporto con il web, gli italiani hanno le idee chiare sui fattoriche determinano la scelta del proprio operatore di rete. Non guardano solo il prezzo, ma anche altri fattori.

Velocità di connessione, con alta qualità e fluidità dei contenuti (52,6%), poi l’affidabilità, l’assenza di interruzioni (47,6%), un servizio di assistenza rapido e facilmente raggiungibile in caso di guasti o problemi amministrativi (36,1%), la presenza di servizi di sicurezza informatica, che tutelino dal rischio di truffe online (31,1%), la protezione dei minori (19,7%), l’impegno esplicito econcreto dell’operatore per la tutela dell’ambiente (10,6%) sono le variabili imprescindibili: il 44,3% degli italiani si dice pronto a pagare qualcosa in più per averle.

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