LO STRAPPO

La “Pasqua” di Telecom: Ben Ammar mette pace fra Telco e Fossati

I malumori non si spengono ma il consigliere tunisino invita a ritrovare l’accordo. “Fossati manager di grandi competenze, Telecom ha bisogno di lui”. Recchi “uomo giusto al momento giusto”. Intanto Patuano rilancia: “Continuermo a puntare sulla crescita e sull’innovazione”. Ma sul futuro l’ombra dello scioglimento del patto Telco

Pubblicato il 19 Apr 2014

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Basta con le polemiche e baste alle guerre interne. È arrivato il momento di ristabilire la “pace” in casa Telecom. È un messaggio dai toni pasquali quello che Tarak Ben Ammar lancia agli azionisti. “Non c’è guerra fra Telco e Fossati”, ha detto Ben Ammar commentando a caldo l’esito del cda di ieri che ha affidato la presidenza dell’azienda di Tlc a Giuseppe Recchi e assegnato le deleghe a seguito dell’Assemblea riconfermando Marco Patuano al timone.

All’uscita del board Ben Ammar ha riferito che è stato lo stesso Recchi, fresco di nomina, ad evidenziare l’importanza di tutte le parti in causa. “Rappresentiamo tutti gli azionisti, tutta Telecom”, avrebbe detto il neopresidente ai consiglieri secondo quanto riferito dal consigliere tunisino. Il presidente – al quale sono state affidate cinque deleghe (si occuperà degli affari legali, delle relazioni esterne, degli affari generali, della responsabilità sociale d’impresa e della supervisione dell’Audit) – tende dunque la mano a Findim nonostante le accuse di “arroganza verso il mercato” lanciate dal numero uno della finanziaria Marco Fossati e dal disaccordo da parte di Asati sulle decisioni prese. Fossati è il benvenuto, l’ho sempre voluto in consiglio e lo vorrei anche ora – sottolinea Ben Ammar – Il consiglio saprà ascoltare le sue idee perché la porta è sempre aperta”.

Ben Ammar ci tiene inoltre a sottolineare le competenze del numero uno di Findim: E’ uno che se ne intende, ha investito un sacco di soldi, e un azionista come lui non è che non si ascolta perché non siede in consiglio”. Ma “bisogna saper perdere” aggiunge Ben Ammar nel puntualizzare non solo che “Recchi è stato democraticamente eletto”, ma anche che “è la persona giusta al posto giusto nel momento giusto”.

È dunque tempo di guardare al futuro. Un futuro che si annuncia in chiaroscuro: a giugno di “apre” la prima finestra utile per l’eventuale uscita di scena degli azionisti di Telco in vista della scadenza del patto a febbraio 2015. E vista la messa in minoranza della holding da parte di fondi e piccoli azionisti in occasione dell’Assemblea si rafforza l’ipotesi di uno scioglimento anticipato della liaison a quattro composta da Telefonica, Generali, Mediobanca e Intesa Sanpaolo.

L’Ad Marco Patuano guarda avanti con fiducua e ottimismo: “Dobbiamo continuare a puntare sull’innovazione, sull’ammodernamento delle infrastrutture, sulla semplificazione delle reti, sulla selezione di partner d’eccellenza, ma occorre soprattutto investire sulle nostre persone, sui nostri collaboratori: un patrimonio da valorizzare e non un peso di cui doversi liberare. Ma qualunque passo verso la crescita deve poter poggiare su di una base solida e questa non può che essere una ritrovata armonia dei soci”.

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