IL CASO

Newco Tim-Open Fiber, 5Stelle e Lega in cerca di una sintesi politica

L’emendamento sulla banda ultralarga presentato da Emiliano Fenu arriverà rivisto al voto finale atteso per lunedì. La Lega punta i riflettori sulla clausola occupazionale, ma bisognerà trovare la quadra

Pubblicato il 23 Nov 2018

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Una sintesi politica sul tema della rete unica. 5Stelle e Lega stanno cercando di trovare la quadra sull’emendamento che punta ad assegnare più poteri ad Agcom per accelerare la roadmap della realizzazione di una rete unica per la banda ultralarga che nei fatti si tradurrebbe in una messa a fattor comune degli asset di Tim e Open Fiber per la costituzione di una newco delle reti.

Il voto sull’emendamento al Dl Fiscale presentato da Emiliano Fenu dei 5Stelle è slittato a lunedì proprio per dare più tempo alle parti di aggiustare il tiro dopo che la Lega è intervenuta con un sub-emendamento a firma di Massimiliano Romeo. “Il tema della rete unica è importantissimo, serve molta attenzione alle infrastrutture digitali e a chi le controlla”, sottolinea il presidente della commissione Finanze Alberto Bagnai. “È una partita estremamente importante per il Paese. E la maggioranza si riserva una ulteriore elaborazione” anche acquisendo ulteriori “valutazioni politiche dei colleghi”.

In dettaglio il sub-emendamento della Lega mirava, in una prima versione, l’eliminazione della cosiddetta clausola occupazionale che avrebbe potuto ripercuotersi nelle bollette degli italiani. E si evidenziava anche la necessità di un controllo da parte di “terzi indipendenti”. La proposta è stata però ulteriormente riformulata: la clausola occupazionale resterebbe ma modificata, ossia l’Agcom dovrebbe tenere conto della “forza lavoro”, non più quindi “dell’impresa separata” (come nell’emendamento 5 Stelle) ma “dei soggetti giuridici coinvolti” nel caso di aggregazione volontaria delle risorse che determino meccanismi incentivanti di remunerazione del capitale investito ossia l’applicazione del metodo Rab. Questa nuova versione del testo potrebbe però subire ulteriori aggiustamenti di qui a lunedì.

Intanto ieri il ministro Luigi Di Maio è intervenuto sul tema dello scorporo rete – a seguito delle indiscrezioni di stampa su un piano a cui starebbe lavorando il governo – puntualizzando che “non c’è alcun progetto in corso”. “Il nostro obiettivo – ha detto il ministro – è quello di salvaguardare il livello occupazionale”. E a seguire una nota del Mise ha chiarito che “il ministero “non ha ricevuto alcun progetto segreto sullo scorporo della rete Telecom. Con l’emendamento al Dl Fiscale si creano le condizioni per rendere appetibile e sostenibile la realizzazione di una rete unica a banda ultralarga”.

Il Mise ha deciso inoltre di convocare un incontro con Asstel il 17 dicembre. E il 20 dicembre sarà la volta delle organizzazioni sindacali. “I tavoli – spiega il Mise – saranno l’occasione per discutere del settore delle telecomunicazioni alla luce degli esiti della gara 5G e della trasformazione digitale in atto”.

Sul tema della banda ultralarga interviene anche l’Uncem che accende i riflettori sulle aree bianche: “I dati delle ultime ore diffusi da Infratel e Ministero dello Sviluppo economico sono confortanti. Sono stati aperti finora oltre 1.000 cantieri (1.033 i cantieri aperti al 19 novembre 2018, ndr) nell’ambito della prime due gare Infratel-Open Fiber per la realizzazione di infrastrutture a banda ultralarga nelle aree bianche del Paese, ovvero quelle interne e montane. È stato così raggiunto con anticipo l’obiettivo prefissato entro la fine del 2018″. 

Sulla fase autorizzativa ci sarebbero però criticità: “Registriamo in molte Regioni forti difficoltà sia da parte dei Comuni, sia da parte delle Province. Il rilascio nei tempi rapidi delle autorizzazioni e il coordinamento stesso delle Regioni verso gli Enti locali, Comuni e Province, è decisivo. Molti rallentamenti del Piano, negli ultimi mesi, sono imputabili anche a un sistema autorizzativo troppo lento”.

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